Donald parla di un anticipo rispetto al 9 luglio. L’Europa è divisa. Berlino firmerebbe subito tariffe al 10%. Accordo Usa-Pechino, rottura con il Canada.
Giovedì il premier vola da Trump per mettere sul tavolo la questione dazi. Weber (Ppe) applaude: «Roma difende l’interesse dell’Europa». Figuraccia francese: il governo critica («Sbagliato presentarsi divisi»), poi fa retromarcia: «Dialogo benvenuto».
Giorgetti: «Calma su guerra commerciale e riarmo». Arriva il reato di agropirateria.
Weber pensa a imposte sui servizi digitali, a regole per sanzionare X e all’obbligo di fornire prestazioni alle aziende dell’Unione. Alla fine pagherebbero solo i cittadini e Bruxelles non creerebbe un’alternativa.
Bruxelles e il Ppe spingono la strategia tedesca del riarmo al posto del Green deal. Il racconto dipinge da un lato Trump come inaffidabile e dall’altro Pechino come il nuovo partner sicuro al quale aprirsi.