L’ex procuratore aggiunto di Pavia, Mario Venditti, è inciampato nei ricordi. Infatti, non corrisponde al vero quanto da lui affermato a proposito di quella che appare come un’inversione a «u» sulla posizione di Andrea Sempio, per cui aveva prima annunciato «misure coercitive» e, subito dopo, aveva chiesto l’archiviazione. Ieri, l’ex magistrato ha definito una prassi scrivere in un’istanza di ritardato deposito delle intercettazioni (in questo caso, quelle che riguardavano Andrea Sempio e famiglia) che la motivazione alla base della richiesta sia il fatto che «devono essere ancora completate le richieste di misura coercitiva». Ma non è così. Anche perché, nel caso di specie, ci troviamo di fronte a un annuncio al giudice per le indagini preliminari di arresti imminenti che non arriveranno mai.
Chiara Poggi (a sinistra), Andrea Sempio (a destra) e l'ex procuratore di Pavia Mario Venditti (al centro) (Ansa)
I pm di Brescia contestano al collega in pensione la corruzione in atti giudiziari. Avrebbe ricevuto circa 30.000 euro per chiudere il caso. Il padre del ragazzo disse: «Serve un pagamento non tracciabile».
Da sinistra, Chiara Poggi, Andrea Sempio, Alberto Stasi (Ansa)
Gli esiti sul tampone orofaringeo di Chiara Poggi, analizzato nella nuova indagine sull’assassino della giovane, hanno confermato che una traccia appartiene a un uomo sconosciuto. Chiesti chiarimenti sul metodo di prelievo per trovare eventuali contaminazioni.
Ecco #DimmiLaVerità del 15 maggio 2025. Ospite l'avvocato Maurizio Capozzo, consigliere di amministrazione della Accademia italiana scienze forensi. L'argomento del giorno è: "Caso Garlasco, tutte le perplessità sulle nuove indagini sull'omicidio di Chiara Poggi."






