2024-06-15
L’eredità avvelenata del Superbonus: Fisco all’attacco e obbligo di polizze
Le Entrate spiegano che le plusvalenze su case rifatte col 110 sono tassabili a prescindere da chi ha eseguito i lavori e dal tipo di intervento. In arrivo un decreto attuativo per imporre l’assicurazione sulle catastrofi.Tassazione delle plusvalenze da cessione degli immobili e obbligo di sottoscrivere una polizza contro i rischi catastrofali: sono queste le eredità che sta lasciando il Superbonus. Una misura che, nonostante gli ultimi argini imposti dal governo, continua a pesare sui conti pubblici e a creare problemi a chi si è trovato intrappolato nella rete dell’agevolazione e delle sue ultime revisioni. Le novità però non finiscono. Dal punto di vista fiscale, l’Agenzia delle entrate ha infatti fornito dei chiarimenti in merito alle modifiche introdotte sul tema delle plusvalenze legate al 110. Questo significa che il Fisco passa all’incasso incorporando, come spiega ItaliaOggi, tutte le plusvalenze che derivano dalla cessione degli immobili che sono stati ristrutturati con il Superbonus indipendentemente da chi ha eseguito i lavori e dalla tipologia degli stessi. Per quanto riguarda la cessione infra decennale, tassabile nel 2024, l’imposta sostitutiva che si può applicare è del 26%. Da sottolineare che la plusvalenza si crea soltanto in riferimento alla prima cessione a titolo oneroso dell’immobile. Se dovessero esserci successivi passaggi, questa non viene invece a crearsi. Altra eccezione riguarda le successioni. Sono infatti escluse da questo meccanismo le plusvalenze che si realizzano quando si ottiene un immobile in eredità. Per quanto riguarda la decorrenza delle norme, queste sono entrate in vigore a partire da inizio anno, anche perché le novità erano presenti all’interno della legge di bilancio 2024 e nei giorni scorsi l’Agenzia delle entrate si è limitata a dare dei chiarimenti in merito ai commi 64 e 67 presenti nella manovra. La seconda eredità del Superbonus la si trova sempre nella legge di bilancio e riguarda il fatto che, per la prima volta nel quadro normativo italiano, si inserisce l’obbligo assicurativo per i rischi catastrofali quali sismi, alluvioni, frane, inondazioni ed esondazioni. A queste voci il governo vorrebbe aggiungere anche i cedimenti e franamenti del territorio. Integrazioni che stanno mettendo in allerta le diverse compagnie assicurative perché, nel caso in cui si inserissero effettivamente anche queste voci, le assicurazioni dovrebbero garantire una capacità di assorbimento del rischio nettamente più alta rispetto ai classici contratti. Questa novità colpisce tutte le attività con un codice Ateco (commerciali e produttive, sono escluse le aziende agricole) e anche gli edifici che sono stati ristrutturati con il 110% o con il Sismabonus. La conseguenza è che quando uscirà il decreto attuativo (dovrebbe arrivare nei prossimi mesi), tutte le abitazioni o i condomini che negli anni passati hanno usufruito del 110% (escluso chi sta facendo i lavori con il bonus al 90% e al 70%) dovranno integrare l’attuale polizza assicurativa. Questo perché tendenzialmente le assicurazioni che vengono sottoscritte per le case o i condomini non comprendono per esempio la voce dei terremoti o altre che sono incluse nella definizione «rischio catastrofali». Nel testo della manovra viene poi specificato che le compagnie assicurative non possono sottrarsi da questo obbligo e, per agevolare la capacità di assorbimento economica, le società possono decidere di agire individualmente (opzione che seguiranno le grandi realtà assicurative) o di unirsi in consorzi. Opzioni pensate per venire incontro alle compagnie più piccole, vista la solvibilità necessaria a cui si dovrà far fronte in caso di danni causati da terremoti, alluvioni o allagamenti. Ovviamente l’integrazione della polizza assicurativa implica un maggiore esborso economico che si dovranno sobbarcare i proprietari di casa. Come detto, questo nuovo obbligo assicurativo riguarderà le case ristrutturate con il 110% ma anche le diverse attività produttive, che tipicamente presentano una copertura del 50% (ci sono alcune realtà dove l’assicurazione arriva anche al 100% ma prevede la sottoscrizione di un contratto ad hoc da parte dell’assicurato). La novità normativa richiede inoltre un minimo di copertura dell’85%, con la conseguenza che la maggior parte delle attività dovrà integrare la polizza attuale. Entro dicembre tutte le società coinvolte dovranno quindi adeguarsi alla novità, pena la non possibilità di chiedere sussidi gli anni successivi. Per incentivare le imprese ad assicurarsi si è infatti legata la possibilità di ottenere sussidi alla presentazione di vari documenti, tra i quali anche la polizza contro gli eventi catastrofali. La scadenza di fine anno però potrebbe essere difficile da rispettare visto che manca ancora il decreto attuativo con le istruzioni pratiche. Quello che per il momento molte realtà assicurative stanno facendo è ipotizzare come potrebbero essere costruite le indicazioni all’interno del decreto attuativo, proporre un’eventuale integrazione e successivamente, con il testo davanti, rimodificare il contratto adeguandolo alla corretta normativa.
La sede della Corta penale internazionale dell’Aia (Ansa)
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