2021-11-11
La strana idea di democrazia di Mattarella
Il capo dello Stato ha detto che i cortei anti green pass «hanno provocato un incremento dei contagi». Ma i dati lo smentiscono. Poi ha chiesto di «non attaccare gli strumenti che contrastano il virus». Le decisioni politiche sul Covid sono quindi insindacabili?Il discorso che Sergio Mattarella ha tenuto lunedì all'assemblea dell'Anci è stato accolto con grande entusiasmo da tutti i commentatori. I più si sono spellati le mani, eccitati all'idea che il presidente della Repubblica bacchettasse i no vax. Altri, al solito più realisti del re, si sono sentiti autorizzati a invocare feroce repressione e maniere forti. Per questo vale la pena di ritornare un momento sulle parole dell'uomo del Colle, e provare a rileggerle al netto dell'adorazione acritica. Mattarella ha pronunciato una frase importante: «La democrazia è la base della vita della Repubblica». Purtroppo, la sensazione è che l'attuale forma di democrazia abbia preso il brutto vizio di rosicchiare spazi di libertà. E il discorso del presidente non contribuisce a invertire la rotta, anzi. Ricco di affermazioni apodittiche e di verità parziali, esso ha avuto piuttosto la funzione di rafforzare la retorica prevalente, quella che ormai trasuda da tutti i mezzi di comunicazione. E, sia concesso pensarlo, quando la pluralità delle voci viene meno, la tanto celebrata democrazia ne soffre un po'.Ma entriamo nel dettaglio delle dichiarazioni presidenziali. «In queste ultime settimane», ha detto Mattarella, «manifestazioni non sempre autorizzate hanno tentato di far passare come libera manifestazione del pensiero l'attacco recato, in alcune delle nostre città, al libero svolgersi delle attività. Accanto alle criticità per l'ordine pubblico, sovente con l'ostentata rinuncia a dispositivi di protezione personale e alle norme di cautela anticovid, hanno provocato un pericoloso incremento dei contagi». Ora, siamo tutti d'accordo sul fatto che si debba evitare (e punire) la violenza. E infatti sarebbe piacevole se, durante le manifestazioni, non apparissero agenti mimetizzati (tipo quello mostrato da Fuori dal coro martedì sera) pronti, chissà perché, ad alzare le mani e a infuocare gli animi. Il presidente, però, non si limita a biasimare i violenti, ma sostiene che le manifestazioni abbiano fatto aumentare i contagi. Viene da chiedersi come faccia a esserne tanto sicuro. In alcune città (ad esempio Milano) le proteste vanno avanti da ben sedici settimane. Eppure i contagi sono cresciuti soltanto negli ultimi giorni, come è avvenuto in tutta Italia a prescindere dalla presenza dei contestatori. Ci domandiamo, poi, come mai Mattarella non attribuisca la stessa carica di negatività alle numerose altre marce organizzate dai sostenitori del ddl Zan, dagli ecologisti, dai sedicenti antifascisti scesi in piazza contro «l'onda nera», eccetera. Dal Colle non abbiamo udito nemmeno frasi riguardanti i vari rave maldestramente gestiti dal ministero dell'Interno e, soprattutto, non abbiamo notato alcuna preoccupazione per quel che riguarda gli sbarchi sempre più frequenti sulle nostre coste. È curioso che il Quirinale consideri l'ingresso illegale in Italia un diritto e allo stesso tempo si mostri favorevole a interdire le piazze a chi contesta il lasciapassare verde. Era stato proprio Mattarella a dichiarare, poco tempo fa: «L'emergenza sanitaria genera in tutte le società ulteriori rischi di discriminazione e forme di emarginazione, che lacerano il tessuto sociale e contraddicono valori fondamentali». Ma non è una «forma di discriminazione» il fatto che si tratti come un pericoloso untore chi rifiuta il vaccino? O la discriminazione è tale solo se riguarda i migranti? Sempre a proposito di diritti, il presidente lunedì ha giustamente accennato al «libero svolgersi delle attività» che sarebbe ostacolato dai frequenti cortei. Si tratta, certamente, di un apprezzabile invito a difendere il lavoro e la proprietà privata. È sacrosanto, infatti, che i commercianti possano svolgere il proprio mestiere senza intoppi, ed è doveroso metterli in condizione di tutelare il proprio patrimonio. Il diritto al lavoro, tuttavia, dovrebbe essere garantito anche a chi (senza violare leggi) rifiuta l'iniezione, tanto più che a molte di queste persone è stato richiesto di lavorare e di rischiare nei momenti più duri della pandemia. Quanto alla proprietà, ci permettiamo di ricordare che la prima forma in cui si manifesta è precisamente la proprietà del corpo, tutelata da tutte le carte costituzionali da quando esiste l'idea di Costituzione. Farebbe molto piacere, in aggiunta, che il diritto alla proprietà fosse rimarcato anche in altri contesti, per esempio quando si assiste a vicende odiose come quella del povero pensionato di 86 anni a cui per interminabili settimane due malviventi hanno sequestrato la casa, distruggendola, salvo poi tornare in libertà come se niente fosse. Pare di capire che questi episodi passino sempre in secondo piano: evidentemente si ritiene che certi criminali siano meno dannosi di Stefano Puzzer. Ma veniamo alla parte più pregnante del discorso di Mattarella. Egli ha spiegato che «dobbiamo sconfiggere il virus, non attaccare gli strumenti che lo contrastano e lo combattono». Sinceramente, l'idea di «sconfiggere il virus» ci pare un po' velleitaria. L'unico Stato al mondo ad aver perseguito, negli ultimi mesi, la politica «zero covid» è la Cina. La quale - pur non lesinando durezza - ha comunque dovuto arrendersi a un aumento dei contagi (segnalato un paio di giorni fa dal Financial Times). Insomma, ci si rassegni: con il virus bisogna convivere. A tal proposito, giusto ieri Luciana Lamorgese ha dichiarato che «i vaccinati hanno diritto a spazi sicuri». Posto che anche i non vaccinati avrebbero lo stesso diritto, gli «spazi sicuri» non esistono. Il virus si diffonde pure tra chi ha ricevuto la doppia dose. Quindi far dipendere le restrizioni dal numero di nuove infezioni significa che, potenzialmente, si può proibire qualunque cosa. E, a dirla tutta, è già stato fatto. Fu proprio Mattarella a spiegare che era meglio evitare le elezioni poiché «in altri Paesi in cui si è votato obbligatoriamente si è verificato un grave aumento dei contagi». Se la logica è questa, possiamo tranquillamente dire addio alla democrazia. Alcuni segnali, tuttavia, fanno pensare che si vada proprio in questa direzione, cioè verso la «compressione» dei diritti e della libera espressione. Un esempio? Il presidente della Repubblica ha invitato a «non attaccare gli strumenti che contrastano il virus». Problema: chi decide su uno strumento contrasta il Covid o no? Gli scienziati? I politici democraticamente eletti? Scienziati che rispondono a politici non eletti? I dati, la realtà e la logica hanno ampiamente dimostrato che il green pass non serve a contrastare il virus: è, semplicemente, una misura politica, per di più sbagliata. Pare però che Mattarella la annoveri fra gli «strumenti» non criticabili. Ebbene, se un cittadino non può contestare uno strumento politico, che cosa gli resta da fare? Facile: obbedire in silenzio. In effetti, cancellando il dissenso e limitando i diritti si creano «spazi sicuri». Ma sicuri soltanto per i politici che non amano essere contestati.
Xi Jinping e Donald Trump (Ansa)