2025-10-12
I pacifisti: «Giustiziare Netanyahu». La Flotilla candidata all’Ambrogino
Nonostante l’intesa in Medio Oriente, ancora cortei pro Pal con slogan cruenti e icone dell’ex capo di Hamas. I velisti: «Non abbassare la tensione». Verdi e dem a Milano li premierebbero col massimo riconoscimento.Avvolto dai fumogeni rosso-verde-bianchi come le bandiere palestinesi che sventolano al passaggio, il furgone con studenti e attivisti guida il popolo in kefiah per le vie di Milano. Ennesimo corteo pro Pal. Non c’è solo la scritta «Fermiamo il genocidio» ma anche il cartello «Il nuovo Hitler e la sua complice», che sbeffeggia il presidente israeliano e il premier Giorgia Meloni. Così pure quello con Yahya Sinwar, il principale ideatore e organizzatore dell’attacco di Hamas contro Israele del 7 ottobre, ucciso poi dalle Idf. Al microfono si esprimono parole di pace contro il capo di Israele: «È un criminale, lo aspetta la Corte penale internazionale: il mio sogno è vedere Netanyahu giustiziato con la testa volare», urla un attivista. Avanza l’autocarro dell’Api, l’Associazione dei palestinesi in Italia, trascinando l’ennesimo corteo sgangherato con i soliti slogan: «Palestina libera dal fiume fino al mare», o «Gaza Gaza vincerà». C’è anche musica e ovviamente si canta Bella ciao.A Bologna, guidavano la manifestazione pro Pal il presidente dell’Ucoii, Yassine Lafram, le due attiviste bolognesi sulla Flotilla, Sara Masi e Irene Soldati. L’accordo su Gaza è stato raggiunto ma gli attivisti promettono che non smetteranno di sfilare fino a quando non ci sarà «una pace giusta». Per la portavoce italiana della Flotilla, Maria Elena Delia, pure lei presente al corteo, «l’informazione di questo Paese è stata parte integrante di un sistema di complicità». Invita a «non abbassare la tensione, perché questa esperienza ci ha mostrato cosa possiamo fare. Ci saranno ancora tante Flotilla finché tutti i popoli non saranno liberati, a partire dalla Palestina che non è libera, continua a essere occupata illegalmente». Delia non ha dubbi: «L’equipaggio deve continuare con azioni di boicottaggio. Israele si fermerà solo quando le sue connessioni economiche e le sue connessioni politiche saranno messe all’angolo». Flotilla for ever, insomma. Anche perché c’è chi vuole addirittura premiarla con l’Ambrogino d’oro. L’ambito riconoscimento che il 7 dicembre di ogni anno Milano consegna ai cittadini illustri o alle associazioni meritevoli, dovrebbe essere assegnato all’imbarcazione e quindi al suo equipaggio. È la geniale proposta avanzata dal consigliere comunale Carlo Monguzzi, eletto con i Verdi, e dalla capogruppo del Pd, Beatrice Uguccioni, che per questo hanno scritto alla presidente del Consiglio comunale, Elena Buscemi. «Crediamo che la consegna della benemerenza civica alla Global Sumud Flotilla sia il riconoscimento per i meriti etici e civili dimostrati nella difesa dei diritti dei più deboli», dichiarano. L’Ambrogino che fu negato al grande giornalista Indro Montanelli, andrebbe dunque ad attivisti contro Israele.Stesso copione pro Pal a Torino, dove si scandivano cori e slogan perché «questo è il momento in cui la Palestina ha più che mai bisogno di noi». «Dalle scuole alle università, blocchiamo tutto. Siamo tutti antisionisti», è il grido comune alle piazze italiane. Tanto che il ministro dell’Università e della ricerca, Anna Maria Bernini, ha pensato di prendere provvedimenti. In un reel su Instagram ha dichiarato: «Le occupazioni delle università stanno diventando troppe. Ho scritto una lettera a tutti i rettori degli atenei italiani per sottolineare la necessità di garantire il diritto allo studio. In questi giorni stiamo ricevendo numerose segnalazioni da parte di studenti, ricercatori e dottorandi, che chiedono aiuto perché vogliono potere seguire le lezioni ed entrare in laboratorio. L’università deve restare un luogo di libertà e di confronto, ma anche - e soprattutto - un luogo dove si insegna, si studia e si fa ricerca. Liberiamo le università», ha concluso.L’invito del ministro è stato respinto dai collettivi. «Non serviranno a nulla le intimidazioni delle governance dei nostri atenei e il tentativo da parte del nostro governo di criminalizzare, attraverso il ddl bavaglio, la solidarietà con la Palestina: gli studenti di questa città, dalla Statale alla Bicocca passando per il Politecnico, sanno da che parte stare e sono pronti a bloccare tutto finché non si passerà dalle parole ai fatti e non verrà rotta ogni complicità con il sionismo», scriveva due giorni fa l’organizzazione giovanile comunista Cambiare rotta. Ricordava: «Avevamo detto che il 3 ottobre era stato solo l’inizio». E ieri hanno bloccato il centro di Milano sfilando con l’Associazione dei palestinesi d’Italia. Il collettivo Rebelot, che da lunedì occupa la facoltà di Scienze politiche della Statale affermando di agire «per un’università diversa, in una società diversa», è così preso dalla questione Palestina che nel programma delle iniziative di venerdì prevedeva «live hip-hop. A seguire Dj», dalle ore 18. Musica e ballo, questa è l’occupazione politica che impedisce ad altri studenti di seguire le lezioni, dietro l’ingannevole appello «Partecipa-supporta-condividi contro l’accademia del genocidio». A Bologna, dove Cambiare rotta ha occupato l’aula B di Scienze politiche a Berti Pichat, ieri sera in programma c’erano «Musica, balote e tanto gaso». Degna conclusione di un pomeriggio dove, oltre alla partecipazione al corteo, erano stati organizzati «tornei antisionisti di frecette & pingpong», scritto proprio così. Questa sera, invece, dalle ore 21 gli attivisti saranno impegnati in un karaoke.A Roma 3, Cambiare rotta che ha occupato l’aula 6 rinominata Gaza, ieri attaccava con un post il rettore della Sapienza, Antonella Polimeni, che sarebbe «per il riarmo e a sostegno di Israele, un cortocircuito logico che nasconde un’operazione mediatica di pulizia dell’immagine di un ateneo e un governo complici di morte e distruzione».Per la marcia della Pace di oggi, un liceo di Perugia invita gli studenti a essere presenti con mezzi messi a disposizione dall’Anpi e senza la vigilanza dei docenti. Non solo, la a partecipazione varrà per ogni studente «10 ore di Educazione civica». Potenza dell’associazione partigiani.
Xi Jinping e Donald Trump (Ansa)
Abdel Fattah Al-Sisi e Donald Trump (Ansa)