Un tempo porto sicuro, il Paese transalpino diventa il più rischioso per gli investitori.
Un tempo porto sicuro, il Paese transalpino diventa il più rischioso per gli investitori.Un terremoto politico in Francia ha scosso i mercati finanziari. Le dimissioni a sorpresa del primo ministro Sébastien Lecornu - presentate appena 27 giorni dopo la sua nomina e meno di un giorno dopo l’annuncio della lista dei ministri - hanno innescato vendite massicce sui titoli di Stato francesi, facendo schizzare lo spread Oat-Bund (il differenziale di rendimento tra i decennali francesi Oat e gli omologhi tedeschi Bund) ai massimi degli ultimi mesi. Nella mattinata di ieri il premio di rendimento richiesto dagli investitori per detenere titoli francesi, rispetto ai sicuri Bund tedeschi, è salito attorno a 86-87 punti base, un livello che non si vedeva da inizio anno. Contestualmente, il tasso del decennale francese è balzato intorno al 3,58-3,59%, in rialzo di circa 6-7 punti base rispetto a ieri, superando di poco anche il rendimento del Btp italiano (circa 3,54-3,58%). Si tratta di un’inversione storica: la Francia, tradizionalmente considerata uno dei paesi più solidi dell’Eurozona, viene ora percepita più rischiosa dell’Italia - normalmente sorvegliata speciale dei mercati per l’alto debito pubblico. In sostanza, gli investitori chiedono un premio più alto per finanziare Parigi, segnale di aumentata percezione del rischio politico e sovrano sulla Francia.«La situazione politica francese rimane di forte instabilità e rischia di peggiorare ulteriormente i problemi legati alla necessità di un consolidamento fiscale», spiega Gianluca Bergamaschi, Head of Fixed Income - Mandates di Generali Asset Management. «Ad oggi, un possibile scenario è il ricorso a nuove elezioni ma la Francia rimarrebbe senza una nuova legge finanziaria per il 2026, in una situazione economica molto complessa per i conti pubblici. In questo scenario, ci aspettiamo che lo spread Oat-Bund possa continuare ad allargare fino alle possibili nuove elezioni».D’altronde, le dimissioni di Lecornu che - diventando il premier dalla vita più breve nella storia della Quinta Repubblica, a meno che il suo secondo tentativo in extremis non abbia successo - hanno certificato lo stallo politico di Parigi, preoccupano gli osservatori per le possibili ripercussioni sulla stabilità finanziaria francese ed europea. «Non ci sono le condizioni per governare», ha dichiarato lo stesso Lecornu motivando il passo indietro. Già il precedente premier centrista François Bayrou era stato sfiduciato a settembre dopo aver proposto una manovra lacrime e sangue da 44 miliardi di euro per risanare i conti pubblici. Il forte aumento dello spread Oat-Bund rappresenta insomma un campanello d’allarme per la Francia e per l’intera Eurozona. Uno spread in allargamento segnala che i mercati richiedono un premio più alto per detenere quel debito, perché percepiscono un rischio maggiore di instabilità o insolvenza. Se la volatilità dovesse perdurare, si temerebbe un effetto contagio (anche se al momento gli analisti escludono questa possibilità): la pressione potrebbe estendersi anche sui titoli dei Paesi periferici - Italia in primis - riaccendendo interrogativi sulla coesione finanziaria dell’area euro. La situazione francese diventa così un test cruciale per la credibilità delle istituzioni europee: una crisi prolungata nel secondo maggiore Stato dell’Eurozona potrebbe costringere la Bce a scelte difficili per evitare una nuova spirale di sfiducia nei mercati. Segnale, inoltre, che le manovre della Bce e di Christine Lagarde a poco sono servite per proteggere l’economia europea.
Elly Schlein (Getty images)
I dem vogliono affondare la riforma Nordio ma dimenticano che alle ultime elezioni politiche assicuravano la creazione di un nuovo «tribunale» disciplinare per i magistrati. Se lo fa il governo, però, è da boicottare.
«Proponiamo di istituire con legge di revisione costituzionale un’Alta corte competente a giudicare le impugnazioni sugli addebiti disciplinari dei magistrati e sulle nomine contestate». La citazione sopra riportata non proviene da un documento elettorale del centrodestra o da un intervento pubblico del guardasigilli Carlo Nordio, bensì dal programma elettorale del Pd alle elezioni politiche del 2022. Eppure, nonostante questo, durante l’approvazione della riforma della giustizia varata dal centrodestra, i dem, contrari al pacchetto di modifiche varato dalla maggioranza, hanno lanciato strali anche contro questo punto, dimenticandosi che era parte del loro programma. «Si vuole costituire una magistratura giudicante e una magistratura requirente come due corpi separati e culturalmente distanti, selezionati da due concorsi diversi, con due Csm distinti e con un’Alta corte disciplinare che risponde a logiche esterne alla magistratura stessa.
Papa Leone XIV (Ansa)
Nel commentare la dichiarazione dei vescovi Usa sull’immigrazione, il pontefice ha ribadito il diritto a controllare i confini. I media francesi hanno omesso il passaggio.
Papa Leone XIV ha risposto ai giornalisti che si trovavano a Castel Gandolfo martedì sera e si è espresso su vari argomenti: la pace in Ucraina, le stragi in Nigeria, i suoi progetti di viaggi apostolici per il 2026 e anche delle sue abitudini quando soggiorna a Villa Barberini. Tra temi trattati c’era anche la gestione dell’immigrazione negli Stati Uniti. Come scritto da Vatican News, il Santo Padre ha commentato la dichiarazione sui migranti pubblicata, giovedì scorso, della Conferenza episcopale statunitense.
Ursula von der Leyen (Ansa)
La Commissione prepara nuove regole per la circolazione rapida (massimo tre giorni) di truppe e cingolati tra i Paesi dello spazio Schengen. Un tempo simbolo di pace...
«Vi sono molte cose che contrassegnano l’Ue e la sua storica integrazione, ma due ne esprimono appieno l’anima: Erasmus e Schengen. È poco responsabile mettere a rischio la libertà di movimento degli europei». Firmato Sergio Mattarella. Correva l’anno 2018 e l’Austria in accordo con la Germania aveva proposto di chiudere il confine con l’Italia per non far arrivare i migranti. Sono passati sette anni e la Commissione europea presenta un regolamento per far viaggiare i carri armati senza frontiere. Schengen doveva essere il simbolo della pace e della libertà e ora diventa la Schengen con le stellette che ci costa malcontati 270 miliardi in dieci anni, in modo che le truppe si muovano liberamente e velocemente.
Sergio Mattarella e Giorgia Meloni (Ansa)
Dalla riforma della giustizia alla politica estera: sono molti i temi su cui premier e capo dello Stato dovranno confrontarsi nei prossimi mesi, malgrado le tensioni.
Come in una qualsiasi relazione, quando si insinua nella coppia lo spettro del tradimento, i rapporti si incrinano e non possono più tornare ad essere come erano prima. Lo tsunami che si è abbattuto sul Quirinale a seguito dello scoop della Verità, rischia di avere gravissime ripercussioni a lungo termine, sui legami tra governo e presidente della Repubblica. E anche se il Colle sminuisce la questione, definendola «ridicola», il consigliere per la Difesa del capo dello Stato, Francesco Saverio Garofani, non solo conferma ma aggiunge particolari che mettono a dir poco in imbarazzo i soggetti coinvolti. E hai voglia a dire che quelle fossero solo battute tra amici. La pezza peggiore del buco.






