2025-05-01
Stellantis, ricavi in calo del 14%. Sospese le stime per tutto il 2025
John Elkann (Imagoeconomica)
Il gruppo di John Elkann, dopo un 2024 da dimenticare, ha registrato un ulteriore trimestre negativo. Stop temporaneo alle esportazioni negli Stati Uniti: si fa sentire l’incertezza legata alla guerra dei dazi.I dazi stanno facendo venire al pettine i nodi del settore auto, svelando le debolezze strutturali di alcune case automobilistiche che proprio per la loro fragilità risentono maggiormente della politica della Casa Bianca. Questo vale soprattutto per Stellantis. Il gruppo guidato dal presidente John Elkann dopo un 2024 da dimenticare, ha registrato un ulteriore trimestre negativo e ha sospeso le stime per l’intero 2025. Nei primi tre mesi del 2025 i ricavi netti sono stati pari a 35,8 miliardi di euro, in calo del 14% rispetto ai 41,7 miliardi dello stesso periodo dell’anno precedente. Le spedizioni consolidate sono scese del 9% a 1,217 milioni di unità, mentre quelle combinate (incluse le joint venture non consolidate) si sono attestate a 1,233 milioni, con una flessione del 10%. A condizionare i risultati è soprattutto la situazione del mercato del Nord America dove le spedizioni sono crollate del 20% a 325.000 veicoli e i ricavi del 25% a 14,42 miliardi, a causa di un’estesa chiusura degli impianti a gennaio, rallentamenti legati alla transizione verso nuovi modelli. Ecco perché Stellantis ad aprile ha sospeso «temporaneamente» l’esportazione di auto dall’Europa agli Stati Uniti. Il gruppo soffre però anche nell’Europa allargata: nonostante un calo più contenuto, le spedizioni sono scese dell’8% a 567.000 auto e i ricavi del 3% a 13,57 miliardi, penalizzati dalla fine della produzione di alcuni veicoli nei segmenti A e B e dalla debolezza del comparto veicoli commerciali leggeri. Sul piano della governance, è in fase avanzata il processo per la nomina del nuovo amministratore delegato, che – secondo quanto dichiarato – si concluderà entro il primo semestre dell’anno.Il gruppo non è quindi in uno stato di salute tale da poter affrontare le turbolenze del mercato determinate dalla politica tariffaria trumpiana. Di qui l’annuncio della sospensione della guidance, delle previsioni, per l’intero 2025, motivandola proprio con l’incertezza legata ai dazi. Stellantis ha precisato di essere «fortemente impegnata con i policy maker» per mitigare i rischi e favorire una transizione regolamentare ordinata, mentre sul piano industriale sta adattando i piani produttivi e cercando nuove opportunità di approvvigionamento. In una nota a parte il presidente Elkann ha detto di apprezzare le misure di alleggerimento tariffario adottate da Trump. Il tycoon ha firmato un ordine esecutivo che allenta i dazi sulle importazioni di automobili e componenti (rimane in vigore la tariffa del 25% ma viene evitata la sovrapposizione con le imposte doganali su acciaio e alluminio usati per le vetture). Pertanto le aziende che completano l’assemblaggio delle auto negli Stati Uniti potranno beneficiare di alcune esenzioni sui dazi rispetto all’importazione di componenti di auto per due anni. Questo dovrebbe dare il tempo alle case automobilistiche di trasferire le catene di approvvigionamento negli Stati Uniti.Ed è perfettamente in linea con la minaccia rivolta da Trump ai big del settore molti dei quali hanno le fabbriche in Messico e in Canada. «Sarete massacrati» dalla politica commerciale, ha detto senza tanti giri di parole. Stellantis non è l’unica ad aver sospeso le previsioni per il 2025. Mercedes-Benz ha deciso di ritirare la guidance finanziaria per l’intero esercizio, non potendo fornire stime affidabili in un ambiente regolatorio soggetto a cambiamenti rapidi. Il Cfo Harald Wilhelm ha sottolineato che «la volatilità legata ai dazi e alle misure di contenimento è troppo elevata», e ha stimato che il margine operativo potrebbe essere penalizzato fino a 300 punti base nella divisione auto e 100 punti nella divisione van. Il gruppo tedesco ha registrato un utile netto di 1,73 miliardi di euro, in calo del 43% su base annua. L’utile operativo (Ebit) è sceso del 41% a 2,3 miliardi. Le vendite complessive di auto e van sono diminuite del 7%, con dinamiche fortemente negative in Europa (-10%) e Cina (-10%) solo parzialmente compensate da un lieve incremento negli Stati Uniti (+1%). Anche Volvo Cars fa parte del gruppo di costruttori europei in difficoltà sul fronte nordamericano. Nel primo trimestre 2025, la casa svedese, controllata dalla cinese Geely, ha registrato un utile operativo di 1,9 miliardi di corone svedesi (circa 165 milioni di euro), in calo del 60% rispetto ai 4,7 miliardi dello stesso periodo dell’anno precedente. Il gruppo ha attribuito la flessione in larga parte all’impatto delle nuove tariffe Usa e ha annunciato l’uscita dalle previsioni finanziarie per i prossimi due anni e una profonda riorganizzazione delle attività negli Stati Uniti.Bmw ha addirittura rinviato la produzione Ev negli Usa.Volkswagen ha confermato la guidance ma ha precisato che i principali indicatori si collocheranno nella parte bassa del range previsto. Il gruppo di Wolfsburg ha registrato ricavi per 77,6 miliardi di euro (+2,8% su base annua), sostenuti da un aumento delle vendite (+0,9%), con dinamiche positive in Europa (+4%) e Sud America (+17%), che hanno compensato il calo in Nord America (-2%) e in Cina (-6%). Oltre oceano la situazione non è migliore. General Motors ha chiuso il primo trimestre con risultati superiori alle attese degli analisti, ma ha deciso di rimandare l’aggiornamento della guidance annuale, in attesa di chiarimenti sull’impatto delle politiche tariffarie. Il gruppo automobilistico americano ha registrato ricavi per 44 miliardi di dollari, in crescita del 2,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, e un utile per azione rettificato pari a 2,78 dollari (-6,6% su base annua).
Pedro Sánchez (Getty Images)
Alpini e Legionari francesi si addestrano all'uso di un drone (Esercito Italiano)
Oltre 100 militari si sono addestrati per 72 ore continuative nell'area montana compresa tra Artesina, Prato Nevoso e Frabosa, nel Cuneese.
Obiettivo dell'esercitazione l'accrescimento della capacità di operare congiuntamente e di svolgere attività tattiche specifiche dell'arma Genio in ambiente montano e in contesto di combattimento.
In particolare, i guastatori alpini del 32° e i genieri della Legione hanno operato per tre giorni in quota, sul filo dei 2000 metri, a temperature sotto lo zero termico, mettendo alla prova le proprie capacità di vivere, muoversi e combattere in montagna.
La «Joint Sapper» ha dato la possibilità ai militari italiani e francesi di condividere tecniche, tattiche e procedure, incrementando il livello di interoperabilità nel quadro della cooperazione internazionale, nella quale si inserisce la brigata da montagna italo-francese designata con l'acronimo inglese NSBNBC (Not Standing Bi-National Brigade Command).
La NSBNBC è un'unità multinazionale, non permanente ma subito impiegabile, basata sulla Brigata alpina Taurinense e sulla 27^ Brigata di fanteria da montagna francese, le cui componenti dell'arma Genio sono rispettivamente costituite dal 32° Reggimento di Fossano e dal 2° Régiment étranger du Génie.
È uno strumento flessibile, mobile, modulare ed espandibile, che può svolgere missioni in ambito Nazioni Unite, NATO e Unione Europea, potendo costituire anche la forza di schieramento iniziale di un contingente più ampio.
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