2020-08-16
Quasi 100 lanci all'anno: il fascino dello spazio per fortuna non ha fine
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A spingere la ricerca in campo spaziale sono i problemi che abbiamo sulla Terra. Nutrizione, inquinamento, salute, comunicazioni e naturalmente la difesa sono le aree di maggior interesse, così si cerca di tornare sulla Luna per imparare a produrre quanto occorre per vivere in un ambiente ostile alla vita, per fare il salto verso Marte. Quasi cento lanci all'anno, ecco l'elenco dei prossimi (fino a dicembre, salvo condizioni meteo avverse). La passione per lo spazio conquista anche lo shopping. Sono sempre di più i marchi che scelgono il logo della Nasa per customizzare i loro prodotti. E per acquistarli aprono addirittura liste d'attesa. Lo speciale contiene tre articoli. A spingere la ricerca in campo spaziale sono i problemi che abbiamo sulla Terra. Se detta così può sembrare banale sappiate che si tratta di una grande verità. Nutrizione, inquinamento, salute, comunicazioni e naturalmente la difesa sono le aree di maggior interesse, così dopo aver posto in essere grandi programmi per l'osservazione del nostro pianeta, per la navigazione satellitare e per l'esplorazione dell'universo, si cerca di tornare sulla Luna per imparare a produrre quanto occorre per vivere in un ambiente ostile alla vita, con lo scopo non tanto di approfondire quanto il nostro satellite possa darci, ma per fare esperienza in vista delle missioni marziane. Ecco perché cinesi, indiani, pakistani e arabi insieme con americani, giapponesi, europei e russi si stanno dando da fare per costruire sonde, satelliti da esplorazione, nuove capsule e moduli abitativi. Proprio i russi hanno annunciato di voler lanciare una sonda lunare già l'anno prossimo e di voler presto recuperare terreno sugli usa riguardo a Marte. Il Pianeta rosso attira per quanto potrebbe dare ai terrestri in termini di territorio e risorse, e dal 10 ottobre 1960 (data in cui proprio i russi lanciarono Marsnik1, fallendo nell'intento di arrivare primi), fino a oggi, le missioni marziane sono già una quindicina. Ora, con il ritorno dei lanci con equipaggio dal territorio americano, grazie ai contratti commerciali tra la SpeceX di Elon Musk e la Nasa, quanto calcolato da Morgan-Stanley all'inizio del decennio si sta verificando: il mercato spaziale vale oggi oltre 500 miliardi di dollari e arriverà a superare il trilione di dollari entro il 2040. Perché oltre ad essere un'industria estremamente nobile e specializzata, quella spaziale traina settori interi come quelli delle nanotecnologia, dell'hardware IT (progettazione elettronica ai massimi livelli) e le telecomunicazioni. C'è dunque molto lavoro da fare, tanto che dando un'occhiata al portale Emits dell'Agenzia Spaziale Europea, ovvero il sistema centralizzato per poter presentare offerte in relazione agli appalti, si legge la necessità di realizzare progetti all'avanguardia come il «neutralizzatore di batterie esauste» oppure un telaio iperleggero per supportare i pannelli solari di un satellite, fino ai software antivirus per proteggere i collegamenti internet dei moduli della Stazione Spaziale Internazionale. Ma anche sistemi per trasportare i delicatissimi satelliti fino alle basi di lancio e le strumentazioni associate per il controllo dei veicoli spaziali, un indotto prezioso che moltiplica cento volte il costo degli oggetti da lanciare nello spazio. Il portale Emits sta per (Electronic Mailing Invitation to Tender System) ed è operativo dalla metà degli anni Ottanta con l'obiettivo principale di garantire il principio della concorrenza leale e dell'accesso equo agli appalti dell'Esa a tutti i livelli, dai colossi dell'aerospazio fino alle piccole e medie imprese. Il sistema si è evoluto notevolmente nel tempo, acquisendo una dimensione interattiva rispondendo alle crescenti esigenze dei propri utenti sia all'interno che all'esterno dell'Agenzia. Quando l'Esa vara un progetto spaziale, ogni stato membro dell'Agenzia mette sul piatto una percentuale di denaro per il suo sviluppo. Come ritorno, tutte le commesse generate dalla costruzione ed organizzazione del programma saranno suddivise proporzionalmente all'investimento iniziale dei singoli Paesi. Così capita che se l'azienda di una nazione è bravissima nel realizzare quel componente o sistema, ma non può farlo perché ormai il budget di ritorno è stato esaurito, essa potrà accordarsi con un concorrente di un altro stato e agire "di rimbalzo". Ciascuna commessa elencata consiste in un riepilogo del lavoro da svolgere, una fascia di prezzo stimata (fino oppure oltre 500.000 euro, oltre 2 milioni euro, eccetera), la data di pubblicazione prevista e la documentazione necessaria per la partecipazione all'offerta. Ogni azienda interessata a partecipare dichiara il proprio interesse e concorre per ottenere la commessa, trovare informazioni sui potenziali partner e stabilire un contatto con loro.
Jose Mourinho (Getty Images)