2020-12-30
Slittano ancora le consegne di Pfizer. E l’Ema ferma un turno Astrazeneca
Altre 24 ore di ritardo per le fiale, arrivate solo a notte fonda. «È cambiato il calendario», dice il commissario. «Speriamo che non sia sempre così», attacca Giovanni Toti. E Ursula von der Leyen deve comprare 100 milioni di dosi in più.Le ultime parole famose del commissario factotum Domenico Arcuri: «Il 30 dicembre partiremo con 450.000 dosi di vaccino». A gabbare il supercommissario, che lunedì sera aspettava 469.950 dosi dalla Pfizer, questa volta ci hanno pensato il maltempo e la neve. La sua struttura quindi già ieri mattina ha corretto il tiro: «La consegna avverrà in tarda serata». Il che vuol dire che come minimo ci saranno 24 ore di ritardo. E per tentare di scrollarsi di dosso responsabilità, la struttura di Arcuri fa sapere anche che sarà «l'azienda» a procedere «poi direttamente alla consegna». A partire da stamattina. Se non dovessero esserci intoppi. Per continuare anche il 31, «per poi proseguire con un ritmo settimanale. Nei prossimi giorni sarà online il numero dei vaccinati». «Pfizer», secondo gli uffici del commissario, «ha comunicato un diverso calendario per la consegna». Che, però, non è stato reso noto.Gli aerei con il carico dovrebbero atterrare in sei diversi aeroporti italiani. E da lì il vaccino raggiungerà i 203 siti di somministrazione individuati nelle regioni. E in alcuni casi è stato già comunicato ufficialmente lo slittamento. Oggi è prevista la consegna delle 40.000 dosi che sarebbero dovute arrivare ieri in Piemonte (41 scatole in tutto). E anche in Liguria sono stati costretti a rivedere la tabella di marcia: «Entro oggi arriverà circa il 75 per cento delle 16.000 dosi previste, il restante 25 per cento dovrebbe arrivare domani, giorno in cui inizierà la vaccinazione allargata nei 14 ospedali individuati dalla Regione», ha spiegato Giovanni Toti. Stando a quanto è stato comunicato dalla struttura del commissario alla Regione Liguria, Pfizer consegnerà oggi a Milano la prima parte delle dosi per la Liguria, che dovrebbero arrivare a Genova, quindi, entro le 14. «Evidentemente l'azienda non è stata in grado di garantire la consegna, mi auguro che non sia il preludio di altri disguidi», ha aggiunto, caustico, Toti. Ovviamente anche la Lombardia ha dovuto cambiare i propri piani. E ieri la Regione era ancora in attesa di informazioni dalla Pfizer sugli arrivi. «Si prevede di cominciare con le somministrazioni a partire da giovedì 31 dicembre», ha annunciato l'assessore al Welfare, Giulio Gallera. «In base alle informazioni ricevute», ha spiegato l'assessore, «entro il mese di gennaio arriveranno nella nostra regione 491.400 dosi di vaccino, suddivise in cinque date diverse che serviranno per completare le prime somministrazioni e avviare l'iniezione di richiamo». Ha fatto sentire la sua voce anche la Provincia autonoma di Trento: «La consegna delle 4.800 dosi sul territorio era prevista per ieri sera», ha spiegato l'assessore provinciale alla Salute, Stefania Segnana, «ma abbiamo poi ricevuto la comunicazione che ci sarebbe stato un ritardo di un giorno». E anche il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, ha comunicato che «il ritardo nella consegna dei vaccini determinerà la riprogrammazione al 3 gennaio della somministrazione delle dosi alle persone che si erano messe in lista per la giornata di domani». Ma le preoccupazioni non sono solo legate alle consegne della Pfizer.È improbabile che l'Ema (l'Agenzia europea del farmaco) riesca a dare il via libera al vaccino proposto da Astrazeneca (sui cui l'Italia ha puntato molto anche per la compartecipazione della azienda di Pomezia Irbm) entro gennaio. La doccia fredda è arrivata ieri. Il vicedirettore esecutivo dell'Agenzia europea del farmaco, Noel Wathion, lo ha detto in modo chiaro in un'intervista al quotidiano belga Het Nieuwsblad: «Servono altri dati sulla qualità del vaccino». Stando a quanto emerge anche dall'analisi del nuovo protocollo sullo studio di fase 3 pubblicato sul sito internazionale Clinicaltrials.gov, ci sarebbero stati errori metodologici nella prima sperimentazione. L'Italia ha una prelazione su 40,38 milioni di dosi (ben più di quelle prenotate per l'unico vaccino al momento disponibile, quello di Pfizer, di cui arriveranno in tutto 26,92 milioni di dosi). Qualcuno però deve aver fatto male i calcoli, visto che proprio nel primo trimestre 2021 era prevista, grazie all'arrivo del prodotto di Astrazeneca, una fase di accelerazione nelle vaccinazioni: il piano contava infatti sulla disponibilità di 16,1 milioni di dosi nei primi tre mesi, mentre il vaccino Pfizer dovrebbe essere distribuito in 8,7 milioni di dosi. E se Astrazeneca ha indovinato il dosaggio giusto per sbaglio, Sanofi ha registrato problemi nelle sperimentazioni e farà slittare la consegna a fine 2021. Per l'Italia significa una penuria di 40 milioni di dosi. Il rischio di rinvio al 2022, insomma, è concreto. Rimane poi l'incognita maggiore: quella rappresentata dal vaccino Johnson&Johnson, il più presente nel piano italiano con 53,84 milioni di dosi: la distribuzione dovrebbe partire nel secondo trimestre 2021 con le prime 14,8 milioni di dosi, mentre nel terzo e quarto trimestre arriveranno (o dovrebbero arrivare) complessivamente 64,6 milioni di dosi. Il piano per le vaccinazioni, nonostante la propaganda governativa, insomma, traballa. Mentre la Commissione Ue continua l'approvvigionamento: «Abbiamo deciso di prendere altre 100 milioni di dosi aggiuntive dalla Pfizer. Avremo quindi 300 milioni di dosi di questo vaccino, che è stato valutato sicuro ed efficace. Gli altri seguiranno», annuncia la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen. Gli unici a stare tranquilli, per ora, però, sono i tedeschi, che in barba al piano Ue hanno acquistato 30 milioni di dosi supplementari Pfizer, grazie a un accordo bilaterale con la casa farmaceutica.