2023-08-24
La sinistra in tilt sulla castrazione: «No, meglio evirare gli stupratori»
Su «Repubblica» va in scena il testacoda progressista dopo la violenza di Palermo. Per Michele Serra la soluzione farmacologica è troppo «semplice». Emma Dante attacca: che bello tagliare quel «coso moscio».La sinistra si divide sulla castrazione chimica proposta da Matteo Salvini dopo l’ennesimo caso di stupro del branco a Palermo che ha sconvolto tutti. Michele Serra, autorevole rappresentante di quel che rimane della sinistra italiana, su Repubblica, sostiene che la castrazione chimica sarebbe una soluzione facilona e che introducendola la Lega diverrebbe la patria del pensiero semplice. Cosa vorrà poi dire il pensiero semplice non si sa. Forse perché la castrazione chimica ha delle conseguenze complesse? Forse perché ogni pensiero semplice viene catalogato come pensiero povero. Chissà.Emma Dante, regista teatrale e drammaturga italiana, anche lei dichiaratamente di sinistra, è di tutt’altro avviso di quello di Michele Serra. Ha dichiarato: «Sarebbe un grande rimedio, finalmente evirare il maschio portatore di fallo fallace a scopo sanitario e ascetico. Allora questo genere di maschi, ripuliti da superflui pezzi di carne canterebbero al cielo melodie soavi con le loro voci bianche… a che serve quel coso moscio, quel pezzetto di carne che pesa meno di un etto… quell’illusione di centro del bacino, centro del maschio, centro del mondo, quel palloncino che si gonfia con la pompetta della libido e diventa arma tagliente, pugnale penetrante, esaltazione dell’io». Conclude così: «Un mese fa a Palermo una ragazza è stata stuprata da sette uomini. Io credo che questa ragazza sia stata assassinata anche se resta viva, mentre questi uomini tra qualche mese saranno di nuovo a piede libero col miccio teso!». Due tesi che non so come definire: opposte? Contrarie? Certamente inconciliabili con Serra che reputa la castrazione una non soluzione ed Emma Dante che viceversa non si accontenterebbe della castrazione chimica e andrebbe verso una castrazione chirurgica riducendo l’uomo colpevole allo stato di eunuco. A parte queste diverse posizioni all’interno della sinistra, che indicano una lacerazione culturale ormai irreversibile, appurata la senza ormai di maestri all’interno della sinistra (recentemente è morto anche Mario Tronti, una delle intelligenze più acute della sinistra stessa), ma soprattutto in nessuno dei due casi si parte da quella che secondo me è la domanda fondamentale, composta a sua volta da varie questioni. Di seguito la prima. Questi soggetti quanto rimarranno in carcere? Se noi andiamo a vedere esperienze precedenti e relative condanne non possiamo che rimanere allibiti di fronte a pene carcerarie effettive spesso inferiore ai dieci anni. Vi sembra che dieci anni possano essere una pena giusta per chi ha commesso tale atrocità, cioè ha ammazzato l’anima di un corpo che è rimasto vivo? La seconda. Stante questa situazione penale e carceraria e considerato il fatto che sarà ben difficile cambiarla in tempi brevi, è ragionevole ritenere che questi sette assassini (per i quali il direttore del carcere ha chiesto che vengano spostati immediatamente perché rischiano la morte per mano degli altri detenuti) ce li troveremo tra quei due organi sferici che sarebbero sottoposti a castrazione, in tempi relativamente brevi e nella certezza che in così pochi anni di carcere certamente la loro pericolosità sociale non sarebbe diminuita, ma certamente aumentata. La terza. Considerati tutti questi aspetti che alternative ci sono, nell’immediato alla castrazione chimica? Affidare questi giovani alle cure della psicologa o dello psicologo del carcere? Considerato il fatto che la società non si prende cura delle persone perbene, ma considerato anche il fatto che la Costituzione impone che il carcere riabiliti e non sia solo il luogo dell’espiazione della pena, non si deve fare quello che Serra, volutamente in modo spregevole, definisce un «pensiero semplice»? Perché delle due l’una. O lo Stato abdica in questo caso a salvaguardare la vita dei cittadini e delle cittadine, come non ha fatto nel caso della ragazza di Palermo, oppure non abdica ai suoi doveri costituzionali e sceglie la via praticabile. Per queste anime belle per le quali si può continuare ad aspettare nella ricerca e di una soluzione migliore - e intanto il numero degli stupri e delle violenze sessuali aumenta ci pregiamo di informarle che esiste anche una castrazione chimica reversibile. Mettiamo che si scelga la forma reversibile della pena, poi cosa facciamo? Li lasciamo liberi qualche mesetto dopo aver disinnescato la castrazione chimica per vedere se si sono redenti questi signorini? Galileo de’ Galilei sosteneva che la spiegazione più semplice è quella più vera. Secondo noi la via più semplice è quella più vera anche in questo caso. Una volta riformato il sistema carcerario e la legge penale in modo che questi soggetti socialmente pericolosissimi scontino una pena adeguata e siano esclusi dalla convivenza civile in forza in ciò che hanno commesso, bene, allora si potrà prendere in considerazione anche un’altra strada che non sia la castrazione chimica.