2025-06-16
Cara Ilaria Salis, non le auguro di restare la solita «impunita»
Cara Ilaria Salis, le scrivo questa cartolina per sostenere la sua richiesta al Parlamento europeo: non devono revocarle l’immunità. Non osino. Non si permettano. Appena ho letto l’accorata intervista alla Stampa in cui paventava il rischio di un voto negativo, con conseguente riapertura del processo in Ungheria, ho fatto un salto sulla sedia: come è possibile? Pensano ancora a processarla? Solo perché si aggirava per le strade di un Paese straniero con un manganello nella borsa, insieme ad altri figuri accusati come lei di menare la gente per strada? Sono proprio dei fascisti questi ungheresi. Altrimenti, altro che chiedere per lei 24 anni di carcere come ha fatto Orbán: le darebbero la cittadinanza onoraria, oltre che un premio speciale. Ovviamente a forma di manganello.Ora, però, siccome l’Ungheria è a tutti gli effetti uno stato Ue, sarà proprio la commissione Juri del Parlamento europeo, il prossimo 24 giugno, a esprimersi sulla sua immunità. «Se votano a favore della revoca è una vendetta politica», ha detto lei. E io sono molto preoccupato perché anche questi sono soggetti della commissione Juri poco raccomandabili, più o meno come gli ungheresi. Lei pensi che su sette casi esaminati finora, hanno revocato l’immunità in tutti e sette. L’hanno revocata a quattro polacchi, un lituano, una ceca e un tedesco. E l’hanno sempre revocata in base al principio per cui l’immunità si concede solo per atti compiuti durante il mandato. Non per atti compiuti prima. Come erano quelli imputati a loro. E, mi pare, come sono quelli imputati a lei.Il manganello nella borsa, infatti, non era una dotazione da europarlamentare. Le è servito per diventarlo, questo sì. Ma allora era ancora una cittadina semplice. E quindi il rischio che la commissione Juri si pronunci come negli altri casi è evidente. Tanto più che l’immunità è stata revocata anche a un eurodeputato accusato solo di aver spento un candelabro. E a un altro colpevole solo per alcune frasi ritenute irriguardose. È stata revocata, insomma, per atti assai più vicini al reato d’opinione rispetto all’accusa di sfasciare la testa alle persone, cosa di cui è accusata lei. Solo che, è chiaro, per tutti questi sette casi si trattava di seguire le regole. Ordinaria giustizia. Nel suo caso, invece, sarebbe chiaramente «vendetta politica».E noi le scriviamo perché questa «vendetta politica» ci spaventa: siccome contro di lei c’è una «persecuzione» (parole sue) potrebbero addirittura chiedere il suo arresto. E come faremmo noi senza un’europarlamentare che difende l’occupazione delle case e l’abolizione delle carceri, che proclama «fanculo la bianchezza» e inneggia il meticciato, che vuole l’aumento di stipendio per i detenuti e va a votare in tenuta da mare, bikini e infradito? Maestra da sempre precaria, è riuscita ad avere il primo stipendio fisso (e che stipendio) al Parlamento europeo; antagonista con condanne per occupazione abusiva e resistenza a pubblico ufficiale è diventata rappresentante delle istituzioni; ribelle da centri sociali contro ogni privilegio dei potenti, ora s’appella al più noto dei privilegi che è l’immunità. L’altra volta le scrivemmo una cartolina per consigliarle il titolo del suo prossimo libro: il diario di Farla Frank. Le auguriamo di riuscire ad aggiungere un nuovo capitolo.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)