2025-08-09
Regionali, Schlein s’appiglia al salario minimo
Il segretario del Pd ha annunciato ieri «candidature inclusive per battere la destra». Però in Campania l’ex governatore De Luca si comporta da ras; in Puglia Decaro sabota la corsa di Emiliano e Vendola; e Giani in Toscana è osteggiato apertamente dal M5s.«La battaglia per il salario minimo sarà per il Pd centrale per le campagne per le regionali»: Elly Schlein, attraverso una diretta Instagram, rivela uno dei cavalli di battaglia del centrosinistra alle prossime regionali. «Stiamo lavorando con le altre forze alternative alla destra», aggiunge la Schlein, «per costruire coalizioni che siano inclusive, con candidature forti per battere le destra».Un passo alla volta, in effetti, il centrosinistra sta chiudendo il cerchio dei candidati alle regionali, tuttavia non senza una buona dose di bocconi amari da ingoiare per la Schlein e, soprattutto ,per il suo cerchio tragico. Partiamo dalla Campania: per dare il via libera alla candidatura del pentastellato Roberto Fico, e a quanto apprende La Verità l’ufficializzazione è questione di ore, il presidente uscente, Vincenzo De Luca, sta conducendo una trattativa spietata. Due liste che fanno capo a lui in coalizione (A testa alta e Campania libera), un paio di assessorati nella futura giunta, ma la richiesta che fa più male a quelli che, fino a un paio di settimane fa, blateravano di rinnovamento e attaccavano lo sceriffo di Salerno sulle pagine di tutti i giornali, è la segreteria regionale del Pd per Piero De Luca, deputato e rampollo. Ovviamente, fidarsi è bene e non fidarsi è meglio e quindi De Luca ha chiesto la immediata convocazione del congresso e che Piero sia il candidato unico.In questo modo De Luca, che sta pensando pure di candidarsi al Consiglio regionale, controllerà tre partiti: il Pd e due civiche. Alla compilazione delle liste che fanno riferimento a De Luca starebbe lavorando un esponente di peso dell’entourage del governatore, teorico delle coalizioni larghe. Dalla Campania alla Puglia, la situazione si complica: Antonio Decaro, ex sindaco di Bari, europarlamentare Pd da 500.000 preferenze, candidato naturale alla presidenza, ha messo il veto sulla presenza nelle liste dei suoi predecessori Michele Emiliano (Pd) e Nichi Vendola (Avs) e, nell’attesa che il suo diktat sia accettato dai due partiti nazionali, non scioglie la riserva. Abbiamo la sensazione che sia Elly Schlein sia il duo Bonelli&Fratoianni non siano disposti ad accettare veti, anche perché in Puglia il centrosinistra partirebbe (meno) favorito anche senza Decaro e con al suo posto Francesco Boccia. Ma perché Decaro ha tanto paura dei due predecessori in Consiglio regionale? «Mah», riflette con La Verità un esponente di primissimo piano del centrosinistra nazionale, «secondo me sa che su Vendola alla fine può fare poco, è di un altro partito, su Emiliano proverà a tenere il punto. Non lo so perché ha così paura, forse perché sia Vendola sia Emiliano sono molto più carismatici di lui che, alla fine, prende un sacco di voti ma non sarà mai un grande leader».Un gran bel personaggio è pure Eugenio Giani, ricandidato a presidente della Toscana nonostante Elly Schlein. Giani, un mese fa, sentita puzza di bruciato, diede la sua disponibilità attraverso una lettera, poi si appellò allo statuto del Pd che prevede la ricandidatura del presidente uscente salvo una sfiducia del 60% dell’assemblea regionale. Sia Elly sia i suoi riferimenti territoriali fecero spallucce, presero tempo, cercarono di capire se era possibile sostituire «il Giani» con un dem vicino alla segretaria. Contavano su un «no» del M5s, ma quel volpino di Giuseppe Conte, di fronte allo scetticismo (eufemismo) dei suoi riferimento territoriali, da sempre all’opposizione di Giani, ha rispolverato l’antico totem della votazione online: gli iscritti della Toscana, manco a dirlo, hanno dato il via libera. «Ho sentito Giuseppe Conte», rivela Giani, «dopo il voto degli iscritti 5 Stelle. È stata una telefonata molto cordiale, animata da un senso di rispetto reciproco che mi fa giustizia anche del modo con cui i giornali hanno riportato una diffidenza che potrebbe esserci fra di noi» Quando parla di Elly Schlein, che era assai scettica sulla sua ricandidatura, Giani si lascia andare a un commento che suscita ilarità: «Ci siamo sentiti con Elly Schlein», sottolinea, «con entusiasmo reciproco. Nego che vi siano dei rapporti di diffidenza, tutt’altro. Soprattutto in queste settimane abbiamo vissuto molta complicità nel vivere questo percorso». Siamo al romanzo, ma del resto l’estate è la stagione giusta. «Sono molto contento che il percorso che abbiamo fatto per arrivare a questa alleanza e a questa chiarezza di vedute possa giovare anche a lei, alla sua immagine, al suo profilo di leader nazionale che sta sempre più costruendo».A rompere questo melenso idillio da campo largo arrivano gli attivisti del M5s Livorno, che di sostenere Giani dopo averne combattuto tutte le politiche non ne vogliono sapere: «Prendiamo atto», spiega in una nota il gruppo consiliare del M5s, «dell’esito della votazione su SkyVote, per la quale confidavamo in un esito decisamente differente. Rivendichiamo che la nostra spinta a far votare la base del M5s, al di là di un quesito tendenzioso, sia stata un elemento positivo. Prima di fare qualsiasi scelta ci riserviamo di fare le opportune valutazioni assieme al gruppo territoriale di Livorno».