2025-09-21
Una maratona per la libertà di pensiero
L'evento sul sito e i canali social della «Verità»
Domani alle 13, sul sito e sui canali social della «Verità», intellettuali, giornalisti e artisti esprimeranno il loro sdegno per la campagna di disumanizzazione dell’altro che ha portato all’uccisione di Charlie Kirk. Un dibattito tra anime diverse, in nome del confronto. Il 10 settembre Charlie Kirk è stato ucciso dai colpi sparati da Tyler Robinson mentre parlava con gli studenti di una università nello Utah. È stato colpito a morte mentre diffondeva le sue idee attraverso il dialogo, mentre si confrontava con persone che la pensavano diversamente da lui, talvolta in modo radicale. Subito dopo la sua morte abbiamo assistito non soltanto a una ondata mondiale di cordoglio per questo giovane uomo e attivista che ora tutti conoscono, ma anche a manifestazioni di raccapricciante disprezzo e disumanità. Sulla Rete non sono pochi gli antagonisti o presunti tali e gli attivisti sinistrorsi che hanno gioito per il suo omicidio, e non solo negli Stati Uniti. Purtroppo, anche più illustri intellettuali, giornalisti e commentatori si sono uniti al circo del disgusto, avvolgendosi nei distinguo, nelle prese di distanza e nelle sottigliezze retoriche. Hanno suggerito nemmeno troppo velatamente che Charlie se la fosse cercata, che fosse uno spargitore di odio e un violento. Hanno cercato di infangarlo quando lui non si poteva più difendere, sostenendo che volesse perseguitare e uccidere gli omosessuali, che discriminasse i neri e odiasse i transessuali. Non era vero nulla, manco a dirlo. Bugie, mistificazioni e mostrificazioni sono proseguite e proseguono anche ora. Qualcuno - ad esempio Stephen King - ha avuto il buon gusto di ritrattare alcune dichiarazioni su Kirk e di chiedere scusa. Ma altri, troppi altri hanno insistito e insistono a insultare, vilipendere, gettare fango nell’acqua per renderla torbida. Tra le poche parole di saggezza sentite nei giorni scorsi ci sono quelle di papa Leone XIV, che - come hanno riferito fonti vaticane - ha pregato per Charlie e per tutta la famiglia Kirk e soprattutto «si è detto preoccupato per la violenza politica e ha parlato della necessità di astenersi dalla retorica e dalle strumentalizzazioni che portano alla polarizzazione e non al dialogo». Difficile offrire un messaggio più serio e esaustivo. Il problema è che il Pontefice è costretto a pronunciare frasi del genere perché la polarizzazione e la violenza politica (verbale e persino fisica) sono all’ordine del giorno. Lo ha notato anche Sergio Mattarella, che in un recentessimo messaggio ha ricordato - citando Martin Luther King - come «l’odio porti molto odio e la violenza molta violenza». Secondo il presidente della Repubblica, «in ogni tempo la violenza si è manifestata in modi diversi. Dobbiamo guardare alla violenza del nostro tempo per contrastarla, per sconfiggerla. Nelle società del mondo di oggi ritorna la diffusione di un clima di avversione, di rancore, di reciproco rifiuto che spesso - come si legge nei recenti fatti di cronaca - sfocia nella violenza e giunge all’omicidio». È difficile dopo tutto negare che siano tempi duri per la libertà di pensiero, anche in Italia, e non da oggi. Abbiamo vissuto anni di politicamente corretto dilagante, abbiamo dovuto affrontare - seppure in misura decisamente minore rispetto agli Stati Uniti e alle nazioni anglosassoni - il proliferare della cultura della cancellazione e del wokismo. Soprattutto, però, dalle nostre parti domina la feroce logica binaria che divide il mondo in buoni e cattivi, in meritevoli e disprezzabili, in uomini e non umani. Con la pandemia e gli attacchi e le discriminazioni nei riguardi dei non vaccinati e in generale di tutti i critici dell’autoritarismo sanitario sono stati raggiunti livelli di brutalità mai visti prima. Poi lo scontro sociale è continuato quasi altrettanto bestialmente. Si è scatenata la caccia ai perfidi putiniani ed è stato più volte riproposto un grande classico degli anni di piombo: la ricerca spasmodica del fascista (in assenza di fascismo vero e pure immaginario). Ma potremmo continuare a lungo a elencare i pretesti sfruttati per invocare censure, oscuramenti, persecuzioni e mordacchie. Ebbene, questo clima non ci piace. Noi abbiamo idee forti, e talvolta usiamo toni battaglieri, ma non pratichiamo il disprezzo dell’avversario o la disumanizzazione di chi non concorda con noi. E non abbiamo intenzione di tollerare ancora questa degenerazione della democrazia. Non siamo gli unici: come noi, a destra e sinistra, sono in tanti ad amare il libero confronto delle opinioni e il ruvido - ma rispettoso - cozzare delle idee. Abbiamo deciso di mettere insieme alcune di queste persone per mandare un segnale, per ribadire che la grandezza dell’Europa sta proprio nelle differenze e nella pluralità di pensieri, visioni, parole. Domani, a partire dalle 13, sulla nostra piattaforma e su tutti i nostri social andrà in onda una lunga maratona per la libertà di pensiero e contro l’odio politico, ispirata a Charlie Kirk e al suo metodo di dialogo franco e coraggioso. Ci saranno tanti ospiti (Maurizio Belpietro, Mario Giordano, Paolo Del Debbio, Giuseppe Cruciani, Antonio Padellaro, Marco Rizzo, Giuseppe Culicchia, Roy De Vita, Francesco Giubilei, Boni Castellane, Simone Pillon, Enrico Ruggeri, Jacopo Coghe, Dino Giarrusso, Maria Rachele Ruiu, Fabio Dragoni). Tra loro, anche alcuni che non condividono affatto le nostre opinioni politiche ma sono tutti d’accordo su un punto: in democrazia, tutte le idee devono avere cittadinanza. E nessuno deve permettersi di metterle a tacere, né con una censura né con un colpo di arma da fuoco.