2019-03-17
Quanto silenzio per non turbare la lobby Lgbt
Ma la Chiesa dov'è? Quei vescovi sempre pronti a dire la loro su tutto, sull'ambiente, sugli immigrati, e pure sul debito pubblico, perché all'improvviso tacciono? Giorni fa avevamo rilevato il silenzio imbarazzato degli alti prelati sulla triptorelina, il farmaco che blocca la pubertà negli adolescenti, preparandoli al cambio di sesso. Già ci era parso incredibile che la Cei non avesse avuto nulla da dire, ma addirittura lasciasse che persone vicine alle gerarchie cattoliche, su organi di stampa a loro vicini come Avvenire, schiudessero la porta all'iniezione che aiuta i giovani a diventare transex. Ma adesso il mutismo della Chiesa non riguarda solo la moda gender, che pure è stata ampiamente criticata dal Papa, ma anche la famiglia.Sì, come tutti ormai sanno, alla fine del mese a Verona si terrà il Forum mondiale delle famiglie. Organizzata da associazioni come Pro Vita e da alcuni dei protagonisti del Family day, la manifestazione, ormai giunta alla sua tredicesima edizione, questa volta si terrà in Italia. Sarà l'occasione per discutere di famiglia e di come proteggerla e farla crescere. Al centro dei dibattiti, ovviamente, ci saranno i temi che da sempre preoccupano le persone che hanno a cuore la difesa del nucleo familiare, ossia l'aborto, l'utero in affitto, le coppie gay, il gender. Argomenti che però, appena sono stati accennati dal programma, hanno subito scatenato le reazioni della lobby Lgbt e della sinistra, per le quali la sola discussione di questioni che non siano in linea con la loro corrente di pensiero è motivo di scandalo. A Verona non si riuniscono pericolosi terroristi, né si è data appuntamento una congrega di oscurantisti. Sono signori e signore che vogliono parlare della famiglia tradizionale, quella composta da un uomo e da una donna, e non promuovere l'utero in affitto o l'aborto come piace ai cosiddetti progressisti. Che c'è di male, dunque, a sedersi intorno a un tavolo per porre al centro dell'attenzione questi argomenti? Forse si offende qualcuno se si parla di vita e di come difenderla? Più semplicemente, è probabile che si urti la martellante campagna di chi la famiglia la vorrebbe distruggere, per propagandare un altro genere di unioni .Sta di fatto che, da quando si è sparsa la notizia del forum veronese, sinistra e associazioni Lgbt sono in allarme. Quando poi è girata la voce che il convegno veneto godrebbe della sponsorizzazione di Palazzo Chigi, apriti o cielo. La lobby anti famiglia si è subito data da fare per evitare che sui manifesti e le pubblicità che reclamizzano l'evento comparisse il simbolo della presidenza del Consiglio. Tanto hanno fatto e tanto hanno detto, che alla fine l'ala grillina del governo ha ottenuto di togliere il patrocinio. Da notare che il marchio col simbolo dell'esecutivo non comporta alcuna spesa pubblica, perché la sponsorizzazione è gratuita. In più, non c'è sagra di paese che almeno una volta non abbia potuto fregiarsi dell'ambito stemma. Ma tant'è il potere e la penetrazione di queste lobby, che alla fine le associazioni Lgbt l'hanno avuta vinta. A Verona non ci sarà il marchio della presidenza del Consiglio, ma solo quello del ministero della famiglia. Sul palco salirà il leghista Lorenzo Fontana ed è annunciata pure la partecipazione del vicepremier Matteo Salvini, che la fazione pentastellata del governo ha subito criticato. Luigi Di Maio a Di Martedì se l'è addirittura presa con la destra cattolica sfigata, poco aperta alla modernità, criticando l'appoggio degli alleati.E la Chiesa? Mentre la politica discute e osteggia il Forum della famiglia, l'organizzazione che dovrebbe averne a cuore la difesa, ossia la Conferenza episcopale italiana, se ne sta zitta. In questi giorni di polemiche, infatti, non è pervenuta alcuna dichiarazione. Una cortina di riserbo sembra circondare l'evento, quasi che la Chiesa abbia paura di esporsi sull'argomento. Il che fa sospettare una cosa, ovvero che avesse ragione monsignor Carlo Maria Viganò, quando nel dossier in cui l'estate scorsa denunciò le alte coperture vaticane nei casi di pedofilia, parlò dell'esistenza nella Chiesa di una potente lobby gay. Forse è per questo che non si vuole parlare di famiglia? Certo a sospettare si fa peccato, ma, come diceva Giulio Andreotti, uno che il Vaticano lo conosceva bene, quasi sempre ci si azzecca.