L’incapacità di gestire le conseguenze della guerra si scarica su famiglie e imprese. E si scatenano i teorici delle virtù dell’austerity. Sindaci, medici, editorialisti, sociologi: breve catalogo degli ipocriti del termosifone. Mosca: Nord Stream chiuso finché ci sono sanzioni. L’Opec taglia la produzione.
L’incapacità di gestire le conseguenze della guerra si scarica su famiglie e imprese. E si scatenano i teorici delle virtù dell’austerity. Sindaci, medici, editorialisti, sociologi: breve catalogo degli ipocriti del termosifone. Mosca: Nord Stream chiuso finché ci sono sanzioni. L’Opec taglia la produzione.Senza gas è tutta salute, non l’avete ancora capito? La crisi energetica incombente somiglia alle tasse di Tommaso Padoa Schioppa: «È bellissima». L’ipotesi del generale inverno - non in Russia ma a Ladispoli e a Saronno - entusiasma gli esperti: «Il freddo è più salubre». Quanto alle docce gelate, sono l’elisir di lunga vita dei finlandesi e funzioneranno anche per gli ottuagenari nelle Rsa. Se Vladimir Putin chiude i rubinetti ci fa un favore perché in questo contesto meraviglioso s’avanza una nuova figura metafisica: non il contribuente vessato che si vede scaricare sulle spalle ogni errore dei leader politici in Italia e in Europa, ma «il cittadino contributore». Quello che il sociologo Mauro Magatti sul Corriere della Sera investe di ogni responsabilità sociale e il vignettista-filosofo Altan raffigurerebbe con l’ombrello dove non batte il sole. Ci risiamo. Riaprono le scuole e si riaffaccia il moralista collettivo con il ditino alzato. Suona la campanella e ripartono in automatico sui media mainstream le lezioni di educazione civica al cittadino trattato da Fantozzi, che si preoccupa per le bollette, è sfinito dai sacrifici e non capisce il valore terapeutico, democratico, salvifico di un novembre all’addiaccio. Il copione ricalca quello della pandemia, quando Roberto «Sciagura» Speranza rinchiudeva tutti in lockdown, le coscienze anestetizzate cantavano dai balconi, i virologi ingrassavano terrorizzando le persone, Alessandro Gassman minacciava di denunciare i vicini di casa e un esercito di giornalisti dem tesseva le lodi del green pass più liberticida del globo.Cambiano i protagonisti (tranne il minore dei Gassman, pronto a strillare per la luce accesa nelle finestre di fronte), non cambia l’attitudine a «erudire il pupo» sulla bellezza della crisi. Ha cominciato Giorgio Parisi, premio Nobel per la Fisica e tuttologo, dal quale ci attendiamo un libro di ricette sotto Natale: «Si può cuocere la tagliatella a fuoco spento». La Sora Lella lo faceva già 50 anni fa quando stava per finire la bombola del gas (una scaldata di due minuti e poi coperchio sulla pentola) ma la riteneva una sciagura neorealista, non un’idea meravigliosa. Ieri al partito dei cantori dell’austerity si è aggiunto il primario di endocrinologia dell’ospedale Gemelli di Roma, Alfredo Pontecorvi: «Ridurre di qualche grado la temperatura delle stanze può fare solo bene alla salute ed esercitare effetti positivi sull’organo adiposo. Dal freddo abbiamo solo da guadagnare». Soprattutto gli anziani che vivono sull’arco alpino, dove gennaio è così mite, non nevica mai e l’umidità è un’ipotesi da allarmisti. Al ministero della Salute erano così preoccupati di salvarli dal Covid da lasciarli in balia delle più banali bronchiti. Quanto aI vantaggio delle abluzioni gelate, Micromega spiega che «l’acqua corrente in casa è una condizione recentissima», facendo capire a noi consumatori fetenti e compulsivi che abbiamo vissuto benissimo senza. Per l’ispirata rivista progressista basta sostituire il verbo lavarsi con l’astruso sinonimo «deodorizzarsi» per avvertire meno l’urgenza di una doccia calda. L’atteggiamento snob rivela un vecchio pregiudizio: il riferimento ultimo dei progressisti non è il cittadino pensante ma il caro burattino lobotomizzato da socialismo reale. Funziona così. Come per la pandemia, la comunicazione filogovernativa non si sofferma sugli squassanti errori strategici degli intoccabili nani di Bruxelles e dei loro referenti a Roma; non ammette che le sanzioni a Mosca sono un boomerang devastante in particolare per il nostro Paese in balia di No-Tap e No-Triv (lo si capiva già a marzo). Il No-Gas passa direttamente alla fase 2: catechizzare gli italiani, insegnare loro a stare al mondo, indurli a credere che i sacrifici imposti da una politica suicida siano in realtà dei benefici. Chi cuce il vestito al potere giustificandone ogni giorno le debolezze ha un’unica certezza: contribuenti, aziende, artigiani sui quali vengono scaricati gli effetti della crisi non devono soltanto pagare ma anche ringraziare. E ascoltare in religioso silenzio il sindaco di Milano, Beppe Sala, mentre annuncia la sua idea risolutiva: «Manteniamo l’ora legale tutto l’anno». In questo gioco è illuminante l’editoriale di Magatti, peraltro acuto osservatore della nostra società, che auspica sul Corrierone «comportamenti virtuosi». Consisterebbero nello scaricare su Fantozzi il prezzo della guerra, della transizione energetica, del new green deal e degli sguardi ammonitori di Greta Thunberg. Interessante. Ma come? Inventando il cittadino contributore. «Noi non siamo solo contribuenti quando paghiamo le tasse», spiega il sociologo cattolico «ma siamo anche contributori quando partecipiamo attivamente alla realizzazione di quel valore condiviso che permette di rispondere prima e più in fretta alle sfide delle emergenze». L’oscura circonlocuzione viene spiegata in un sommario: «Non si deve alimentare l’idea che alla fine il problema si risolva scaricando i costi sulle spalle dello Stato». Morale del No-Gas: zitto, paga, mettiti due pullover e ritieniti virtuoso. La collettivizzazione di stampo socialista degli errori commessi da dieci anni di governi grillo-piddini (in Europa e in Italia) traspare anche nella ricetta di Ferruccio De Bortoli, che sottolinea in un altro commento: «È indispensabile un radicale cambio di mentalità, risparmiare energia è una virtù». Trovare il buono in fondo a ogni pessima idea è nobile, scambiare le cause per gli effetti lo è molto meno; sempre la Sora Lella l’avrebbe chiamata una frittata rivoltata.L’autunno sarà duro non solo per i sacrifici ma per il ritorno dei professori, che già prenotano gli sgabelli da Myrta Merlino e Lilli Gruber, passando per Corrado «Involtino» Formigli. Mentre in Francia si scaldano con il nucleare, in Olanda si arricchiscono con il prezzo del gas altrui e in Germania molto seriamente si invitano i cittadini a «stare al gelo per la libertà» senza infingimenti (così ha detto l’ex presidente federale Joachim Gauck), in Italia si va di favola governativa, di brodino imboccato dai competenti: state allegri perché senza gas c’è la decrescita felice. Chi è perplesso sappia che è un’anima corrotta, insensibile alla modernità e va rieducato. Non capisce il fascino del ritorno al Paleolitico, raffigurato nelle grotte di Lascaux dall’uomo scimmia in monopattino.
Robert Redford (Getty Images)
Incastrato nel ruolo del «bellone», Robert Redford si è progressivamente distaccato da Hollywood e dai suoi conformismi. Grazie al suo festival indipendente abbiamo Tarantino.
Leone XIV (Ansa)
Nella sua prima intervista, il Papa si conferma non etichettabile: parla di disuguaglianze e cita l’esempio di Musk, ma per rimarcare come la perdita del senso della vita porti all’idolatria del denaro. E chiarisce: il sinodo non deve diventare il parlamento del clero.