2023-10-25
Le predazioni del lupo mettono in pericolo migliaia di cani
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Federcaccia ha presentato ieri a Roma un report sull'interazione tra lupo e cani. Un fenomeno in espansione che suscita preoccupazione e allarme. La gestione del fenomeno, oltre a essere una richiesta di sicurezza da parte della società, è un elemento cruciale per garantire una convivenza pacifica ed equilibrata tra l’uomo e il predatore.«Il lupo non è una specie cacciabile e in tutta chiarezza non interessa ai cacciatori in quanto tali che lo sia. Ciò non toglie però che come cittadini che vivono la ruralità e sono vicini a tutte le attività a questa legate, siamo interessati che la gestione del lupo e dei conflitti che la sua presenza può generare, vengano affrontati dalle Istituzioni». Con queste parole ieri, il presidente nazionale di Federcaccia, Massimo Buconi, ha esordito nella conferenza stampa di presentazione del primo report sulle predazioni del lupo a carico dei cani da caccia, domestici e da gurdiania, illustrato ieri a Roma presso la sede nazionale della Federazione italiana della caccia. Una premessa utile a sgombrare il campo da qualsiasi pregiudizio demagogico o preconcetto ideologico di natura animalista-ambientalista.Lo studio elaborato dal Coordinamento delle cacciatrici, in collaborazione con Federcaccia Nazionale e l’Ufficio Studi e Ricerche della Federazione, ha acceso i riflettori su un fenomeno in continua espansione , che suscita molta preoccupazione e allarme nella società e che ha la necessità di essere ulteriormente approfondito e compreso, per essere inquadrato dagli enti preposti nel contesto complessivo delle politiche gestionali dei grandi carnivori. Cacciatori e cacciatrici hanno deciso dunque di mettere a disposizione le loro conoscenze e la loro esperienza grazie a numerosi e importanti dati raccolti sul campo da fornire a chi sarà chiamato a gestire questa situazione. I dati dell’ultimo monitoraggio sulla specie Canis lupus in Italia pubblicati da Ispra nel 2022 e riferiti al biennio precedente, parlano di circa 3.300/3.600 esemplari distribuiti in quasi tutte le regioni italiane, senza tenere conto delle Isole. Un aumento esponenziale per questa specie, se si pensa che agli inizi degli anni Settanta era considerata a rischio di estinzione nel nostro Paese, con pochi esemplari rimasti a popolare perlopiù impervie aree montane. L'incremento della popolazione di lupi in Italia, assieme al fenomeno dell’ibridazione con i cani randagi, un aspetto questo preoccupante e troppo spesso sottovalutato per la conservazione della specie, ha inevitabilmente comportato un aumento delle occasioni di incontro, accrescendo il rischio di incidenti. Tralasciando i conflitti con gli animali di allevamento, negli ultimi anni sono drammaticamente aumentate le segnalazioni di attacchi e predazioni da parte dei lupi nei confronti di cani, non solo quelli da caccia, ma anche quelli domestici e da guardiania. Questo fenomeno ultimamente ha raggiunto una risonanza sempre maggiore, sia a causa dell'impatto di tali eventi sui social media, che di una copertura mediatica generale sempre più diffusa anche se spesso legata a realtà locali.Grazie alla raccolta e alla catalogazione degli episodi comprovati riguardanti gli attacchi e le predazioni dei cani da parte del lupo sul territorio italiano, è stato possibile ricostruire un quadro di insieme che meglio permetterà di cogliere il fenomeno, se non nella sua interezza, sicuramente in modo più ampio. Un lavoro frutto di ricerche e analisi libere da preconcetti e basate su dati oggettivi sistematicamente organizzati con un approccio che non vuole né essere né sostituirsi a quello scientifico dei tecnici e dei ricercatori, ma ha comunque una forte impronta di rigore e serietà, separando i fatti dalle chiacchiere, distaccandosi da chi per vari e diversi interessi tende a ridimensionare o esagerare gli effetti della consistente presenza del lupo.Le predazioni, come dimostrano numerosi episodi messi in luce anche nel report, possono infatti avvenire sia in ambienti naturali, come boschi e foreste, che in contesti urbani, come cortili e strade di paesi o città. La gestione di questo fenomeno è oltre che una richiesta di sicurezza da parte della società un elemento cruciale per garantire una convivenza pacifica ed equilibrata tra l’uomo e il predatore. «Il tema delle predazioni dei cani da parte del lupo richiede un approccio equilibrato, basato su evidenze scientifiche e non da mode o ideologie» ha proseguito Buconi nel corso della presentazione. «Purtroppo non esistono soluzioni semplici. È fondamentale trovare un punto di equilibrio tra la doverosa tutela della specie e la gestione responsabile delle attività umane. Da questo punto di vista una corretta gestione della specie lupo diventa quanto mai urgente e indispensabile e sono convinto che questo lavoro che oggi presentiamo possa dare a chi è chiamato a farlo, governo, Ministeri, istituti di ricerca, regioni, il suo contributo per proseguire in questa direzione». Foto FedercacciaA spiegare e illustrare i risultati del report è intervenuta anche Isabella Villa, responsabile del Coordinamento cacciatrici: «Proprio come sottolineato dal presidente Buconi, il nostro report si propone di fornire una fotografia dettagliata di quanto sta succedendo in ambiente venatorio, con la predazione dei cani da caccia, ma non solo. Purtroppo non sono isolati i casi di cani predati mentre si trovavano a passeggio, a guinzaglio, coni loro padroni. Una fotografia comunque incompleta perché ancora troppe persone preferiscono non denunciare, ma che dimostra come i casi siano in continua crescita». Villa ha poi concluso: «D’altra parte la stessa Unione Europea si sta occupando della questione lupo, valutando un declassamento del suo status da specie particolarmente protetta a specie protetta. Noi proseguiremo nella nostra raccolta dati per poter continuare a fornire un quadro il più dettagliato possibile di quanto accade». Ad assistere alla presentazione del report, in rappresentanza delle istituzioni e della politica, c'erano gli onorevoli Mirco Carloni, Stefano Vaccari e Francesco Bruzzone, rispettivamente presidente e membri della Commissione Agricoltura alla Camera, e l'onorevole Marco Simiani, membro della Commissione ambiente alla Camera. In rappresentanza di Ispra, invece, da segnalare la presenza della dottoressa Paola Aragno che ha mostrato apprezzamento per il report: «Si tratta di un contributo importante per una maggior conoscenza di fenomeni relativamente nuovi e che necessitano di essere monitorati e approfonditi».Infine, Buconi, ha voluto precisare ancora una volta le intenzioni alla base della necessità di studiare questo fenomeno: «Come dimostrato in numerose occasioni, ancora una volta il nostro intento occupandoci di temi che interessano non solo la caccia e i cacciatori in senso stretto non è quello delle sterili provocazioni o delle rivendicazioni di parte. La volontà, come cittadini che si sentono a pieno diritto parte della società e quindi del dibattito civile su questioni di pubblico interesse, è quella di portare un contributo di riflessione e discussione. Consapevoli delle polemiche che per il solo fatto di essere cacciatori, quindi ideologicamente condannati da gran parte di chi si occupa, anche a sproposito, di ambiente in questo Paese, solleverà il nostro lavoro, è questa la linea che personalmente e attraverso Federcaccia intendo portare avanti».
(Ansa)
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Carlo Nordio, Matteo Piantedosi, Alfredo Mantovano (Ansa)