2019-09-29
Per Giuseppi siamo polli da spennare. Più gabelle su carni, pesce e salumi
Davanti a Coldiretti il presidente del Consiglio frena sul rincaro dei carburanti agricoli ma dice: «L'imposta sul valore aggiunto cambierà». Quindi, aumenti garantiti: il prelievo sui generi alimentari salirà dal 10 al 13%.L'avvocato del popolo la butta lì: «Se Mattarella volesse fare un bis...». In realtà monta la paura di elezioni anticipate. E l'ipotesi di dimissioni al Colle per un blitz anti Lega.Lo speciale contiene due articoli.Le tasse non dovevano salire ma, stretto dai numeri di una manovra ancora tutta da scrivere, Giuseppe Conte ha dovuto ammettere che la pressione fiscale invece salirà eccome. Lo ha ricordato due giorni fa dopo aver incontrato il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri e spiegando che l'esecutivo sta lavorando a una revisione delle aliquote: «Lavoriamo a qualche rimodulazione», ha cercato di minimizzare il premier ammettendo di fatto che per diverse fasce l'Iva aumenterà. Non solo, ieri il premier davanti a Coldiretti è stato molto più chiaro: «L'Iva non cresce ma cambierà», salvo poi fare un po' di captatio sull'uditorio aggiungendo che non si vuole «compromettere niente sul gasolio agricolo» (peccato che nel testo del decreto Ambiente sia scritto il contrario). «Il governo», ha detto ieri, «non vuole mettervi in difficoltà, ma vi chiede di iniziare da oggi a pensare al domani. Noi vi aiuteremo con incentivi per farvi raggiungere gli obiettivi che avete nei prossimi lustri», ha detto. «Voglio Coldiretti alleata del governo in questo progetto di Green new deal per un'Italia più verde», «dobbiamo progettare il futuro già oggi tutti insieme, vi aiuteremo con incentivi e non con penalizzazioni. Questo significa un principio cardine, la cura dell'ambiente e del terreno che voi avete nel dna, la protezione delle biodiversità», ha aggiunto. «Ho chiesto l'inserimento in Costituzione di questo principio, è nel programma del governo, dobbiamo lavorare per una cultura del riciclo dismettendo la cultura del rifiuto, e per una transizione ecologica in prospettiva».Le affermazioni di Conte arrivano dopo che due giorni fa, sempre all'incontro Coldiretti a Bologna, la ministra delle Politiche agricole Teresa Bellanova aveva sottolineato che «il governo non è nato per tassare gli agricoltori».«Per rispondere alle giuste domande», aveva detto Bellanova, «dobbiamo fare scelte politiche. E il modello agricolo italiano, fatto di multifunzionalità, attenzione per l'ambiente, rispetto delle persone e degli animali può diventare un esempio mondiale».Il tema è che, nei fatti, non voler aumentare le tasse sui carburanti agricoli significa dover trovare gettito da un'altra parte. Forse aumentando proprio il prelievo fiscale su diesel e benzina per le automobili, colpendo molti italiani. Insomma, prepariamoci, la stangata è dietro l'angolo. Del resto, per evitare che l'Iva aumenti servono 23 miliardi e l'attuale governo non pare avere idee migliori, se non quella di ritoccare alcune fasce legate all'imposta sul valore aggiunto.Come ha spiegato Conte , l'idea del governo per impedire che l'Iva salga da 22 al 25,2% dal 2020 è quella di lavorare sulle fasce di prodotti con Iva intermedia, attualmente al 10% e che dovrebbe salire al 13%. L'esecutivo avrebbe intenzione di far aumentare l'imposta per chi sborsa in contanti e sterilizzarla parzialmente per chi paga con metodi elettronici e dunque tracciabili. L'obiettivo è che la tracciabilità faccia ridurre l'evasione e far crescere il gettito. Il vero problema è che, tra i prodotti con Iva al 10% ci sono anche svariati cibi tra cui carne, pesce, crostacei, pollami e salumi. Tutti prodotti che passerebbero al 13% garantendo al fisco oltre un miliardo in più di gettito.Infine, il governo Conte-bis potrebbe introdurre una nuova aliquota di prodotti con Iva all'8%, dove potrebbero figurare anche alcuni prodotti oggi al 4%. Potrebbero, ad esempio, essere accorpati i biscotti che sono al 9% e la pasta che sta al 6% di Iva.Si tratterebbe insomma di una bella stangata: l'Iva, dunque, non salirebbe per tutti, ma per molti. Tra aiuti all'agricoltura senza aumenti sui carburanti agricoli e crescita dell'Iva su prodotti di prima necessità come gli alimenti, gli italiani devono prepararsi a mettere mani al portafoglio. Sul tema di incoraggiare l'uso di pagamenti elettronici ieri è intervenuto su Twitter anche il numero uno di Italia viva, Matteo Renzi. «Se il governo deciderà di incoraggiare la moneta digitale attraverso sconti fiscali, dovremo fare una cosa in più. Cambiare la norma e abbassare le commissioni sulle carte di credito e di debito, che vanno dimezzate, stabilendo per legge un tetto massimo, senza alcun minimo per transazione». Certo è che l'Iva in aumento non sarà l'unico problema degli italiani. Dal parco del villaggio Coldiretti a Bologna ieri Conte ha espresso preoccupazione per i dazi che gli Stati Uniti potrebbero applicare su alcuni prodotti Ue. «Aspettiamo, credo si tratti di qualche giorno, la risposta dell'arbitrato Wto sulla decisione degli Stati Uniti di applicare dazi a prodotti Ue», ha detto. «Quella decisione ci farebbe molto male, per cui posso assicurare che ha la massima attenzione del governo e la mia personale».Se così fosse e il Wto decidesse di attuare nuovi dazi verso il Vecchio continente (si stimano all'interno dell'Ue perdite per sette miliardi di euro), dunque, molti prodotti diventerebbero molto più cari oppure rischierebbero di scomparire dal mercato. In entrambi i casi sarebbe un vero danno per gli imprenditori italiani.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/per-giuseppi-siamo-polli-da-spennare-piu-gabelle-su-carni-pesce-e-salumi-2640737517.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="iniziano-le-manovre-per-il-quirinale" data-post-id="2640737517" data-published-at="1757693257" data-use-pagination="False"> Iniziano le manovre per il Quirinale Fossimo in Sergio Mattarella ci faremmo calcolare la pensione dall'Inps. Tanto per evitare di finire esodati. Come anticipato dalla Verità nei giorni scorsi, è sempre più robusto il fronte di chi pensa alle sue dimissioni anticipate per evitare che al Quirinale salga un «barbaro» della destra. Se è vero com'è vero che il Conte-bis è stato varato dall'attuale presidente della Repubblica per assecondare i desiderata dell'Europa, in nome della stessa Europa Sergio Mattarella potrebbe farsi da parte - entro la prossima primavera, prima che si voti per le regionali e che questo governo inviso al 60% degli italiani rischi l'imbarcata se non addirittura le elezioni anticipate - per agevolare l'ascesa di Romano Prodi o in subordine una figura che possa garantire altri sette anni di obbedienza dell'Italia all'asse franco-tedesco. Un asse che potrebbe vacillare con le prossime elezioni spagnole, col rafforzarsi del cartello di Visegrad, con la rottura del patto di Malta sui migranti che è già carta straccia e la pesante crisi che investe l'economia tedesca. L'Europa non può permettersi che anche l'Italia rivendichi la sua sovranità. Così sotto forma di auspicata riconferma arriva una lettera di pre licenziamento per Sergio Mattarella. Giuseppe Conte deve aver fatto anche un seminario all'Actor's studio perché ha dato il segnale dell'avio dell'operazione «dimissioni di Mattarella» invocandone un secondo mandato. La sua intervista, due sere fa, a Ceglie Messapica in cui dice che sarebbe felicissimo di un Mattarella-bis è da Oscar. Si schernisce dicendo «non lo chieda a me che non sono neanche parlamentare… e poi mi pare prematuro» ma poi accetta di parlare un po' in anticipo delle elezioni per il Quirinale nel febbraio 2022. Possibile che al premier pugliese in terra di Puglia abbiano teso un'imboscata giornalistica? Conte elenca, quasi come da copione, le virtù di chi vorrebbe al Colle: un supremo garante dell'unità nazionale, con esperienza politica, equilibrato, saggio e anche alla mano. «Se fosse disponibile», suggella Giuseppi, «a un secondo mandato Mattarella ha tutte e qualità che ho elencato». Perché parlarne quasi tre anni prima della naturale scadenza del settennato? Le letture possibili sono due. Conte teme che il suo governo non durerà abbastanza per evitare elezioni prima della scadenza di Mattarella e se i sondaggi non mentono il prossimo presidente della Repubblica sarebbe espressione di un centrodestra peraltro proiettato verso la Repubblica presidenziale. Secondo punto: entro la primavera si vota praticamente in tutte le Regioni - tra meno di un mese in Umbria, e lì la sinistra potrebbe essere sconfitta dopo mezzo secolo di egemonia - e i sondaggi, l'ultimo è di BiDiMedia, dicono che la partita potrebbe chiudersi con 18 a 2 per il centrodestra a trazione leghista. Questo significa che se anche si arrivasse alla scadenza del settennato di Mattarella senza rinnovare anticipatamente il Parlamento, Lega&C avrebbero un numero di delegati regionali (tra 48 e 54) tale da spostare gli equilibri nella votazione del nuovo presidente. Sempre le Regioni hanno avviato il referendum per abolire la quota proporzionale della legge elettorale sulla quale contano invece tuti i sinistri: da Zingaretti a Renzi. Se si votasse dopo il referendum e prima della scadenza di Mattarella le probabilità che il centrodestra dica la sua sul suo successore sarebbero elevate. Eventualità che il centrosinistra vuole scongiurare a ogni costo. Per premere su Sergio Mattarella che dovrebbe dimettersi per avviare una successione anticipata al Quirinale useranno anche un episodio marginale, ma significativo, come l'indagine a carico del deputato leghista Vito Comencini inquisito - rara avis - per vilipendio del Capo dello Stato. Il pm di Verona Angela Barbagaglio - che già ha trasmesso gli atti per competenza a Bergamo - accusa il deputato leghista perché nell'anteprima di Pontida aveva esclamato: «Posso dirlo? Questo presidente della Repubblica mi fa schifo». Invece al centrosinistra piace così tanto che sono disposti a mandarlo in pensione prima. Parola di Conte: che, di solito, quando afferma nega.