
La sinistra contesta il Congresso di Verona. Ma fino a poco tempo fa il Pci considerava la tutela del modello «naturale» come un problema sociale, e non religioso. Fu Palmiro Togliatti a citare come esempio Maria Goretti...Il Congresso delle famiglie che si è tenuto a Verona a fine marzo ha riacceso il dibattito politico-culturale sul tema dei diritti civili, del rapporto tra fede e politica, e da ultimo sullo scontro tra la laicità dello Stato italiano e la prevalente tradizione cristiana del Paese.D'altra parte è bene notare che se tutte le Costituzioni e i Codici civili del pianeta, per secoli e secoli, hanno ammesso e riconosciuto un solo modello di matrimonio (monogamico e eterosessuale), ciò non è dipeso anzitutto dalla fede cristiana della gente. Questa appartenenza religiosa molto spesso era del tutto assente, come in India, in Giappone o Birmania o perfino apertamente perseguitata, come nella Russia di Lenin e Iosif Stalin o nella Cina di Mao Zedong.In nome di cosa allora, si ammetteva ovunque il solo modello biblico-tradizionale-patriarcale di famiglia? È' chiaro: in nome della biologia, in nome della riproduzione, in nome della scienza e del buon senso. E queste realtà non sono meno universali della religione, anzi.La stessa Costituzione italiana, approvata e promulgata dopo la seconda guerra mondiale, tra non pochi limiti e criticità, riconosce e tutela all'articolo 29 la «famiglia come società naturale fondata sul matrimonio». Ovviamente tra un solo uomo e una sola donna. La Chiesa dei tempi in cui fu promulgata la Carta era quella quanto mai solida e compatta di Pio XII, e ancora valeva l'assioma italiano uguale cattolico (almeno al 90%).Pure i larghi strati socialisti e comunisti condividevano, sia nella madre patria Russia che nella stessa Italia, quella medesima concezione di famiglia. Ed è diventata celebre la cacciata di Pier Paolo Pasolini dai ranghi del partito per sospetta omosessualità. Meno noto è il fatto che Palmiro Togliatti, quando papa Pacelli canonizzò Santa Maria Goretti (1950) come martire della purezza, la citò come esempio per le giovani comuniste delle sezioni. E lo stesso aveva fatto Enrico Berlinguer.Oggi sembra di trovarsi a parti invertite. Cioè sembra esserci più somiglianza tra il sentire di un comunista anni 1950 e la morale evangelica, di quanta ce ne sia tra l'insegnamento della Chiesa e i cattolici aggiornati di oggi. Come si vede dai vari autorevoli don (Spadaro, Ciotti, eccetera) che hanno boicottato il Congresso pro family di Verona.Tra i molti documenti che affrontano la spinosa questione (raccolti in Roberto Marchesini, Omosessualità e magistero della Chiesa, Sugarco) quello più preciso e chiarificatore si intitola Considerazioni circa i progetti di riconoscimento legale delle unioni tra persone omosessuali (2003) ed è uno degli ultimi siglati da Giovanni Paolo II come pontefice e Joseph Ratzinger come cardinale.È un documento breve che in 11 paragrafi circoscrive la questione dal punto di vista della Chiesa. Secondo il pontefice polacco - canonizzato e quindi posto come esempio da papa Francesco (2014) - la diffusione dell'omosessualità è «un fenomeno morale e sociale inquietante», specialmente «nei Paesi che hanno concesso o intendono concedere un riconoscimento legale alle unioni omosessuali» .Il testo fa appello alla ragione e si indirizza «a tutti coloro che sono impegnati nella promozione e nella difesa del bene comune della società».Il cuore dell'insegnamento proposto è scultoreo: «Nessuna ideologia può cancellare dallo spirito umano la certezza secondo la quale esiste matrimonio soltanto tra persone di sesso diverso». La forza dell'asserzione sta nella tautologia implicita: solo l'ideologia può deviare la ragione su un punto di evidenza palmare e inconcussa. Il documento cita la Genesi e atri passi biblici, ma solo per confermare ciò che anzitutto la natura dice all'uomo che vuole ascoltarla.La conseguenza è che «Non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali» e il matrimonio. Secondo papa Wojtyla i cattolici dovrebbero reagire con lo «smascherare l'uso strumentale o ideologico che si può fare di questa tolleranza». Anzi, «nell'applicazione di leggi così gravemente ingiuste (…) ognuno può rivendicare il diritto all'obiezione di coscienza».Il magistero ecclesiastico, rimosso… da molti ecclesiastici, propone quattro argomentazioni razionali contro le nozze gay. Le argomentazioni fanno appello al realismo, alla biologia, all'ordine sociale e giuridico. Non abbiamo lo spazio per passarle tutte in rassegna. Lette oggi appaiono come profetiche. «La legalizzazione delle unioni omosessuali sarebbe destinata a causare l'oscuramento di alcuni valori morali fondamentali e la svalutazione dell'istituto matrimoniale». È esattamente quello che è accaduto in questi ultimi 15 anni. Se tutto è matrimonio, nulla lo è più. E se dove c'è amore (e consenso) c'è famiglia, perché rifiutare di introdurre la poligamia e la poliandria, che di fatto già esistono in Europa? D'altra parte, chi dice che le nozze gay hanno conseguenze solo per i gay e non per la società si inganna grandemente.Prima le unioni (in)civili, poi le nozze gay, poi le adozioni (e l'utero in affitto), quindi i disegnini con la varie tipologie di famiglie nei libri di scuola, e infine il delitto di omofobia. Ovvero, la negazione - per legge - di ciò che era vero prima! La teoria del gender, vista da papa Francesco come una forma di «colonizzazione ideologica» chiude il cerchio per dirci che la biologia e la natura non contano e siamo tutti ciò che vogliamo essere: uomini, donne, bi, transgender, queer, agender, e mille declinazioni possibili.Giova notare come questi step verso l'abisso si siano costantemente realizzati, uno dopo l'altro, in tutti i paesi che hanno fatto il primo passo. Appare pertanto inconcepibile che ci siano dei cittadini che si illudano di poter fare solo il primo passo, e certamente non l'ultimo. L'ingranaggio è fatale…Come la mettiamo infine con la non discriminazione dei cittadini sulla base del sesso e dell'orientamento sessuale? «Una distinzione tra persone oppure la negazione di un riconoscimento o di una prestazione sociale non sono infatti accettabili solo se sono contrarie alla giustizia» (numero 8). Frase capitale. E la vera ingiustizia qui è quella di discriminare dei fanciulli innocenti impedendo loro, senza alcun motivo plausibile, di godere (per sempre) dell'affetto materno o paterno.La Chiesa conclude affermando che il rispetto verso gli omosessuali «non può portare in nessun modo all'approvazione del comportamento omosessuale oppure al riconoscimento delle unioni omosessuali». Se Frédéric Martel in Sodoma afferma che dietro ogni omofobo si nasconde un omosessuale più o meno consapevole, il magistero ecclesiastico ribalta le carte e dice che tutti, gay inclusi, sappiamo bene che il cerchio non ha angoli, la donna allatta, l'uomo non ha il ciclo e senza utero niente umanità. Le bugie, poi, non si dicono, e nessun bambino avrà mai due papà.
2025-11-17
Magri, nutrienti, proteici. Bresaola e carpaccio sono sempre più apprezzati anche da chi fa sport
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Quelli prodotti in Valtellina sono un’eccellenza italiana riconosciuta in tutto il mondo. Rispetto agli altri salumi sono più leggeri e digeribili. E aumentano pure la serotonina.
In questi giorni il produttore Rigamonti ha presentato alla stampa e al pubblico la Carta delle bresaole e carpacci, naturale prosecuzione della Carta delle bresaole presentata nel 2021: «Proseguiamo il percorso di trasparenza ed educazione al gusto avviato cinque anni fa con la prima Carta delle bresaole», ha spiegato l’amministratore delegato di Rigamonti, Claudio Palladi, «per accompagnare il pubblico con questo nuovo vademecum in un viaggio fra le diverse qualità e peculiarità di bresaole e ora anche dei carpacci. Un prodotto fresco, leggero e versatile quest’ultimo, che sta incontrando un consenso crescente, con incrementi a doppia cifra nei primi 9 mesi del 2025, sia al banco taglio che nel libero servizio. Il nostro intento è valorizzare le filiere e allo stesso tempo guidare il consumatore nella conoscenza delle diverse peculiarità delle carni, in base alla loro provenienza e alle razze. Un impegno apprezzato dal pubblico: oggi il segmento bresaole - Igp e specialità - registra un +25% a valore negli ultimi 4 anni e un +6% nel 2024. Positivi anche i primi nove mesi del 2025, con una crescita del 10%; in particolare sulle specialità trainano la crescita referenze come Gran Fesa e Angus, ormai punti di riferimento per i nuovi gusti dei consumatori».
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