
Sta salendo la tensione tra Tokyo e Pechino. Al centro della turbolenza è emerso soprattutto un dossier: la questione di Taiwan.Ma che cosa sta succedendo esattamente? Il 7 novembre, la premier nipponica, Sanae Takaichi, ha dichiarato che un eventuale attacco della Repubblica popolare cinese contro Taipei sarebbe da considerarsi “una situazione che minaccia la sopravvivenza del Giappone”. Ora, la legge giapponese sulla sicurezza, varata nel 2015, prevede che, in caso di “minaccia alla propria sopravvivenza”, Tokyo possa ricorrere all’opzione militare. In tal senso, le parole della Takaichi sono state accolte con notevole irritazione da Pechino. “Se il Giappone osasse intervenire militarmente nella situazione dello Stretto di Taiwan, ciò costituirebbe un atto di aggressione e la Cina reagirebbe con decisione”, ha tuonato il ministero degli Esteri cinese. Pechino ha inoltre emesso una dichiarazione in cui esortava i propri cittadini “a evitare di recarsi in Giappone nel prossimo futuro” a causa delle “affermazioni palesemente provocatorie riguardanti Taiwan”. Nel frattempo, i due Paesi hanno convocato i rispettivi ambasciatori. La Takaichi è nota per le sue posizioni severe nei confronti della Repubblica popolare e per il suo sostegno a Taipei. Inoltre, la tensione con Pechino era già salita a fine ottobre, quando, in occasione della visita di Donald Trump nel Paese del Sol Levante, la premier aveva annunciato che Tokyo avrebbe “rafforzato sostanzialmente le sue capacità di difesa”. Una presa di posizione che innescò la reazione piccata di Pechino. “A causa della storia di aggressione militarista del Giappone nei tempi moderni, le sue azioni militari e di sicurezza sono state a lungo attentamente osservate dai Paesi asiatici vicini e dalla comunità internazionale”, dichiarò il ministero degli Esteri di Pechino, che esortò anche polemicamente Tokyo “a riflettere profondamente sulle sue azioni passate”.Insomma, le fibrillazioni tra Cina e Giappone stanno significativamente aumentando. Non è al momento chiaro quali impatti potrà avere questa situazione sull’accordo provvisorio, recentemente raggiunto tra Washington e Pechino sulle questioni commerciali. Non dimentichiamo che, nel suo ultimo tour asiatico, Donald Trump ha rafforzato i legami degli Stati Uniti con il Giappone. E che, nonostante la parziale distensione con la Repubblica popolare, la Casa Bianca sta continuando a tenere alta la guardia nella sua competizione geopolitica con il Dragone. Chissà che Tokyo non rientri in questa strategia statunitense.
2025-11-17
Magri, nutrienti, proteici. Bresaola e carpaccio sono sempre più apprezzati anche da chi fa sport
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Quelli prodotti in Valtellina sono un’eccellenza italiana riconosciuta in tutto il mondo. Rispetto agli altri salumi sono più leggeri e digeribili. E aumentano pure la serotonina.
In questi giorni il produttore Rigamonti ha presentato alla stampa e al pubblico la Carta delle bresaole e carpacci, naturale prosecuzione della Carta delle bresaole presentata nel 2021: «Proseguiamo il percorso di trasparenza ed educazione al gusto avviato cinque anni fa con la prima Carta delle bresaole», ha spiegato l’amministratore delegato di Rigamonti, Claudio Palladi, «per accompagnare il pubblico con questo nuovo vademecum in un viaggio fra le diverse qualità e peculiarità di bresaole e ora anche dei carpacci. Un prodotto fresco, leggero e versatile quest’ultimo, che sta incontrando un consenso crescente, con incrementi a doppia cifra nei primi 9 mesi del 2025, sia al banco taglio che nel libero servizio. Il nostro intento è valorizzare le filiere e allo stesso tempo guidare il consumatore nella conoscenza delle diverse peculiarità delle carni, in base alla loro provenienza e alle razze. Un impegno apprezzato dal pubblico: oggi il segmento bresaole - Igp e specialità - registra un +25% a valore negli ultimi 4 anni e un +6% nel 2024. Positivi anche i primi nove mesi del 2025, con una crescita del 10%; in particolare sulle specialità trainano la crescita referenze come Gran Fesa e Angus, ormai punti di riferimento per i nuovi gusti dei consumatori».
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