2025-11-17
Caro Parodi o Parodia, lei ha talento da Zelig
Caro Cesare Parodi, caro presidente dell’Associazione nazionale magistrati, le scrivo questa cartolina per consolarla: vedrà che riuscirà comunque ad avere la sua agognata ribalta tv.Lo so, lei sognava il confronto con il ministro Nordio, il duello mediatico, lo scontro epocale. Lo aveva annunciato a gran voce: «Non ho paura», «Sfiderò Nordio», etc. L’appuntamento era già stato fissato per mercoledì 5 novembre. Poi lei, proprio quel giorno, accidenti, si doveva insediare come procuratore capo ad Alessandria. Così c’è stato il primo slittamento. Poi ce n’è stato un altro. Poi un altro ancora. E slittamento dopo slittamento lei si è accorto che quel dibattito era meglio non farlo. «Ho fatto una riflessione. Dolorosa», ha raccontato alla Stampa. E noi la capiamo: uno durante la sua carriera di magistrato fa un sacco di rinunce, una vita grama, e soffre a mandare la gente al gabbio. Ma vuoi mettere il dolore di non partecipare a un talk show?Dicono le malelingue che siano stati i suoi colleghi dell’Anm a vietarle il dibattito considerandola poco efficace in tv. Noi, ovviamente, non ci crediamo. E crediamo a lei quando dice che la sua «dolorosa» scelta è dovuta a un solo motivo: non vuole «politicizzare il dibattito». Chiaro. Ci resta solo qualche dubbio, però. Primo: come mai a inizio novembre il dibattito si poteva politicizzare e oggi no? Secondo: se davvero partecipare a un confronto tv con esponenti politici significa «politicizzare il dibattito» perché (solo per restare alle ultime settimane) si è confrontato in tv con il sottosegretario Sisto (29 ottobre, Coffee Break, La7) e con Deborah Serracchiani (Pd) e Marco Lisei (Fdi) (31 ottobre, L’aria che tira, La7)? Terzo: ma lei è proprio sicuro che l’Anm non abbia mai politicizzato il dibattito?Torinese, 63 anni, «molto sposato» (come si autodefinisce), padre di due figlie, magistrato dal 1990, lei ha sempre prestato servizio nella sua città, tanto che diceva «qui potrei anche morire, prima o poi». Invece è diventato procuratore capo ad Alessandria. Esponente di Magistratura indipendente, la corrente più moderata delle toghe, da quando è diventato presidente dell’Anm nel febbraio scorso ondeggia tra linea del dialogo e linea della fermezza. Dice di volere il confronto col governo, ma poi aggiunge «la trattativa non la accetto»; conferma lo sciopero e intanto dice che «cerca di pacificare»; sostiene che «nella riforma non c’è rischio di asservimento del pm all’esecutivo», ma poi dice che «l’asservimento del pm all’esecutivo è un pericolo». È così confuso che qualcuno, anziché Parodi, l’ha già ribattezzata Parodìa.In effetti le sue uscite pubbliche sono all’altezza della sua fama. Le chiedono della Meloni e lei risponde: «Mi piace col prosciutto». Commenta l’intervento di Marina Berlusconi sulla giustizia, e fa un tale pasticcio che alla fine non si capisce nemmeno che cosa voglia dire. Un giorno le chiedono cosa succederà se l’Anm dovesse perdere il referendum e risponde: «Questa stanza diventerà una sala da ballo». Ora è evidente: chi non la vuole mandare in tv non ha capito il suo grande talento. Ma io sono sicuro che lei presto troverà lo spazio che merita nei palinsesti. Nemmeno a Zelig c’è uno che fa ridere così.
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