2025-07-17
Pensioni bloccate e niente Pasquetta. L’austerità francese favorirà Le Pen
Tra le misure anti-debito, annunciate dal premier Bayrou, anche il taglio di tremila posti di lavoro pubblici Intatte le spese per Difesa e migranti. La leader sovranista: «Purga sociale, abbassare i contributi all’Ue».Dopo anni di sperperi ispirati da ideologie, di sinistra, woke o ecologiste per la Francia è il momento della resa dei conti. Le casse dello Stato sono esangui e il premier François Bayrou è arrivato ad attaccarsi alle feste comandate per racimolare 43,8 miliardi di euro e stabilizzare il debito pubblico. Nell’annunciare lacrime e sangue, il primo ministro transalpino è stato chiaro: «Tutti dovranno partecipare agli sforzi». Tuttavia, scorrendo le misure annunciate per risparmiare soldi pubblici, sembra mancarne una: la riduzione dei costi delle politiche migratorie francesi. Bayrou ha davanti a sé un muro di debito che, secondo le stime, nel 2025 toccherà il 116,2% del Pil e il 118,1% nel 2027. Quindi, per trovare poco meno di 50 miliardi e stabilizzare il rapporto debito-Pil al 117,2% entro il 2029, dovrà fare dei miracoli. Una delle misure previste è quella dell’«anno bianco» per il 2026 durante il quale, ha spiegato, «non aumenteremo più le prestazioni o le scale pensionistiche. È un anno in cui avremo esattamente lo stesso importo di pensione per ogni pensionato rispetto al 2025», ha ribadito François Bayrou. Si tratta di uno «sforzo collettivo, molto significativo e temporaneo» che «riguarda tutte le categorie di francesi». Per il premier di Parigi, il leitmotiv sarà uno solo: «non spendere di più nel 2026, rispetto al 2025».E così si aprano le danze dei tagli alla spesa pubblica. Tutto fa brodo, anche la soppressione di due giorni festivi: Il «lunedì di Pasqua», che per il premier francese «non ha alcun significato religioso», ma anche «l’8 maggio». E pazienza se in questa data, al di là delle Alpi, si celebrino la vittoria della Seconda guerra mondiale e, già dal 1920, è la «festa nazionale di Giovanna d’Arco e del patriottismo». In effetti, l’8 maggio del 1429, Santa Giovanna d’Arco ha liberato Orléans dall’assedio degli inglesi contribuendo, di fatto, alla fine della Guerra dei cent’anni. Ma anche se questo evento ha cambiato la storia di Francia e d’Europa, il suo valore storico e spirituale non conta nulla agli occhi di Bayrou, che si definisce cattolico e così perché non fare una piccola ulteriore genuflessione all’islamismo che, come ha scritto più volte La Verità, sta infiltrandosi rapidamente nella società francese. Come detto, il premier intende trasformare il 2026 in un «anno bianco», ovvero «un anno in cui non aumenteremo più i benefici o i tassi», un periodo «in cui avremo esattamente lo stesso importo (speso) per le pensioni» del 2025. Nella rassegna di tagli proposti dal primo ministro transalpino non potevano mancare quelli alla sanità che, il prossimo anno, dovrebbero permettere un risparmio di 10 miliardi. Pare che a subire questa misura saranno i più deboli. La franchigia sui farmaci e le prestazioni sanitarie, che resta a carico dei pazienti, passerà da 50 a 100 euro annuali. Inoltre, coloro che soffrono di malattie lunghe non potranno più beneficiare del rimborso integrale dei farmaci «non legati alla malattia dichiarata». Il problema è che, in certi casi, questi malati devono assumere anche farmaci per contenere gli effetti collaterali o i dolori provocati dalla loro patologia. Anche i pensionati dovranno stringere la cinghia, per loro il governo prevede un abbattimento forfettario di 2.000 euro annui, contro i 10.000 attuali.Come detto però, annunciando le misure di risparmio draconiane, Bayrou non ha menzionato minimamente i costi legati all’immigrazione che, come rilevava alcune settimane fa la Corte dei Conti di Parigi, rappresentano il 3,4% del Pil. Il problema è che a far lievitare i costi per l’accoglienza contribuiscono anche certi magistrati che impongono ai contribuenti transalpini, tramite sentenza, il costo dell’accoglienza di persone che, in certi casi, agiscono proprio contro la Francia. Giusto l’11 luglio scorso, la Corte nazionale del diritto all’asilo ha riconosciuto lo status di «rifugiati» a due palestinesi di Gaza. Il problema è che questa sentenza rischia di trasformarsi in un precedente capace in grado di rendere tutti gli abitanti della Striscia come rifugiati «di diritto». Sul sito della Corte si legge infatti che «ai cittadini palestinesi della Striscia di Gaza che non sono protetti dalle Nazioni unite potrebbe essere concesso lo status di rifugiati ai sensi della Convenzione di Ginevra del 1951».Le reazioni alla presentazione della ricetta di Bayrou per riordinare le finanze pubbliche di Parigi, non si sono fatte attendere. Quella più sorprendente è arrivata dal presidente Emmanuel Macron che, sebbene risieda all’Eliseo da quasi otto anni, non pensa nemmeno lontanamente di essere corresponsabile della situazione economica attuale. E così, come se niente fosse, il capo dello Stato francese ha dichiarato in Consiglio dei ministri che la strategia del premier possiede «la virtù del coraggio, dell’audacia e della lungimiranza». Per la portavoce del governo francese, inoltre, il presidente ha anche detto che «le misure adottate sono in linea con la crescita». In giornata poi, Macron ha aggiunto che «se altri hanno idee più intelligenti» di quelle del capo dell’esecutivo, Bayrou «li riceverà».Dalle opposizioni parlamentari sono arrivate invece forti critiche. Per la fondatrice del Rassemblement national (Rn), Marine Le Pen, c’è un’alternativa molto semplice alle proposte del premier. Secondo lei, il primo ministro «vuole imporre un anno bianco» nel 2026. Per Le Pen questo non è altro che una «purga fiscale e sociale da 7 miliardi di euro» che «è esattamente il costo dell’aumento del contributo della Francia all’Unione europea». Alla leader Rn ha fatto eco il responsabile economico dello stesso partito, il deputato Jean-Philippe Tanguy che, su France Inter, ha dichiarato: «Quando ci sono 500.000 persone all’anno che entrano (in Francia) è assurdo fingere che non costi nulla o che, addirittura», dice, «che sia redditizio», visto che «tra gli immigrati, la disoccupazione è doppia rispetto a quella dei cittadini». Per il capogruppo dei Républicains (Lr) la destra di governo, Laurent Wauquiez, il piano di Bayrou ha «il merito di ricercare delle soluzioni» ma deve essere «corretto e migliorato». Per il leader dello stesso partito, il ministro dell’interno Bruno Retailleau, la Francia non può più permettersi questo tenore di vita e che «bisognerà risparmiare e aumentare la durata del lavoro se vogliamo costruire la prosperità».L’Rn e i partiti di estrema sinistra sembrano essere tentati dal presentare una mozione di sfiducia contro il governo, invece la posizione dei socialisti resta più ambigua. I prossimi mesi saranno dedicati alle trattative e ai negoziati tra i partiti. La strategia del premier sembra però orientarsi alla drammatizzazione, paragonando la Francia alla Grecia che per uscire dalla crisi del 2010 ha «dovuto accettare sacrifici immensi».
Il giubileo Lgbt a Roma del settembre 2025 (Ansa)
Mario Venditti. Nel riquadro, da sinistra, Francesco Melosu e Antonio Scoppetta (Ansa)
Nel riquadro: Ferdinando Ametrano, ad di CheckSig (IStock)