2025-10-09
Pasticciamo pure su San Francesco. Mattarella in lite con il calendario
La nuova celebrazione appena votata su Francesco d’Assisi e Caterina da Siena obbliga il Quirinale a promulgare con rilievi: il 4 ottobre non può essere allo stesso tempo festa nazionale e solennità civile...C’è un proverbio che dice «Scherza coi fanti ma lascia stare i santi». La Camera e il Senato della Repubblica sono riusciti a fare casino anche sui santi. Hanno fatto una legge talmente sgangherata unendo, nello stesso giorno, San Francesco d’Assisi e Santa Caterina da Siena e reintroducendo quella giornata come festa nazionale. Chi come me ha qualche annetto si ricorda che il 4 di ottobre, una volta, non si andava a scuola e tutti sapevano che San Francesco era il patrono d’Italia. Poi fu aggiunta Caterina da Siena, poi fu soppressa la festa nazionale e ora l’hanno reintrodotta. Solo che c’è un piccolo particolare che ha giustamente rilevato il Quirinale che pure ha firmato la legge: Santa Caterina da Siena è solennità civile, mentre San Francesco è festa nazionale. Ma le due tipologie di festa non possono stare insieme perché nel caso, ad esempio, della solennità civile, come ha sottolineato il presidente, Sergio Mattarella, prevede una serie di attività nelle scuole per promuovere i «valori universali» di cui entrambi i santi in questione sono simbolo (e qui avremmo già qualcosa da dire e lo faremo tra poco). Ma quali attività dovrebbero svolgersi nelle scuole se quel giorno le scuole saranno chiuse? Come direbbe Bersani: «Oh ragazzi, siamo pazzi?». Tutti hanno votato questo provvedimento, ci fosse uno che ha pensato a questa specie di ingorgo di festività che non stanno insieme. Ma come si fa, centinaia di parlamentari, portaborse, portavivande, segretari, sottosegretari, un quarto di segretari, sopra segretari, quaquaraquà vari, uffici legislativi, ci fosse uno che ha ripetuto la succitata frase di Bersani Pier Luigi da Bettola. Menomale che al Quirinale qualcuno se n’è accorto e, al netto del fatto che la legge va corretta e bisogna coordinare meglio i due testi normativi perché sia chiaro che cosa bisogna fare quel giorno, immagino che la festa rimarrà ma «passata la festa, gabbato lo santo», perché intanto tutti se ne staranno a casa e poi ci sarà tempo per ricordare i valori universali di Santa Caterina da Siena. Forse non è appropriato perché stiamo parlando di santi però loro non c’entrano, poveretti, loro quello che dovevano fare lo hanno fatto, la Chiesa quel che doveva fare lo ha fatto proclamandoli santi, Santa Caterina nel 1461, da papa Pio II, e San Francesco nel 1228, da papa Gregorio IX. Invece i due rami del Parlamento hanno fatto un casino. Per carità, a tutto si può rimediare, ci sono problemi più grossi, però se si decide di istituire una festa nazionale non è un episodio di poco conto se poi di mezzo c’è nientepopodimeno che San Francesco con tutto ciò che di storico, letterario, teologico, monastico e mistico ha significato, ci vorrebbe un po’ più di cura, insomma, diciamo meno sciatteria. Il presidente della Repubblica ha colto l’occasione per mettere il dito in una piaga, tipicamente italiana, scrivendo che: «Non posso non sottolineare l’esigenza che i testi legislativi presentino contenuti chiari e inequivoci». Ha preso spunto da questo pasticcio fatto a proposito di Francesco e Caterina per allargare il discorso ai testi legislativi che spesso sono, al contrario di come dovrebbero essere, confusi ed equivoci. Dire che un testo legislativo è confuso ed equivoco vuol dire che quel testo lede un diritto di civiltà che è quello alla semplicità e trasparenza dei testi di legge che spesso non sono di immediata comprensione, si accavallano con leggi preesistenti creando spesso confusione, ripetizioni e difficoltà di armonizzare le diverse leggi fra di loro per darne una interpretazione compiuta. Come diceva Tacito: «Corruptissima re publica plurimae leges» che significa «moltissime sono le leggi quando lo Stato è corrotto». Non è questa la situazione però trattandosi di materia sacra io un esorcismo complessivo ai due rami del Parlamento lo farei: non si sa mai, magari si scopre che qualcuno è posseduto. Si, perché delle due l’una, o c’è lo zampino del diavolo o c’è lo zampino dell’imbecillità naturale senza bisogno di intervento soprannaturale. Altra questione, che richiederebbe un approfondimento che non è il caso di fare qui ma al quale vogliamo solo accennare, è quella di mettere insieme la festa di san Francesco d’Assisi con quella di Santa Caterina da Siena; l’uno fondatore dei francescani, l’altra appartenente all’ordine dei domenicani fondati da Domenico di Guzmán. Certo, ha ragione Mattarella, ambedue richiamano «valori universali» ma se è per questo la Chiesa celebra una festa che si chiama Tutti i santi o Ognissanti che celebra, appunto, tutti i santi perché è chiaro che in essi vi è un fondo comune riferito al Vangelo di Gesù Cristo e alla tradizione della Chiesa. Ma Francesco e Caterina rappresentano due sensibilità spirituali diverse quali sono quella francescana e quella domenicana che, non dimentichiamolo, hanno dato vita anche a molte discussioni in ambito filosofico e teologico particolarmente in epoca medioevale (basterebbe ricordare le diverse prospettive del domenicano Tommaso d’Aquino e del francescano Duns Scoto), diverse teologie mistiche, e anche diverso influsso all’interno della storia profana e della storia della Chiesa. Certamente non mancano i punti di contatto, e non potrebbe che essere così, ma ci sembra, nel nostro piccolo, che almeno una discussione meriterebbe farla altrimenti si passa dalle quote rosa, come nelle liste elettorali, alle quote celesti (non nel senso del colore, ma nel senso di quote che riguardano questioni sovrannaturali celesti e non terrene). Comunque, di questo qualcuno si occuperà, forse, una volta. Intanto registriamo che i due rami del Parlamento italiani sono riusciti a far «litigare» anche due santi: si dovrebbe celebrare nelle scuole Santa Caterina, ma le scuole quel giorno saranno chiuse. Insistiamo nel suggerire un esorcismo generale ai due rami del Parlamento.
Donald Trump (Getty Images)