2025-11-24
Quella mamma e quel papà coraggiosi non son più soli davanti ai burocrati
Nel riquadro, Nathan Trevallion e Catherine Birmingham (Ansa)
Mentre nel mondo si studiano gli effetti nefasti della mancanza di contatto con la natura, da noi la vita nel bosco viene combattuta perché mina il consumismo. Il potere comunque non riuscirà a fermarla. Sembra un film di sadismo con poliziotti cattivi di paesi che rischiano di diventare molto lugubri, e vogliono far soffrire i bambini delle residue famiglie ancora felici, trasformando comunità ancora semplici e relativamente sane in gruppi di disperati, dove tra una droga e l’altra ci si accoltella per le strade prima di accodarsi al prossimo sciopero. Come già del resto accade nelle grandi e ormai violentissime città, con sindaci che comunicano con i calzini la loro visione del mondo capovolta. Viene anche da pensare a un complotto per sputtanare l’Italia e tutti gli italiani davanti al mondo intero e dimostrare che non sanno nulla di ciò che nei Paesi anglosassoni si chiama già da almeno 30 anni Ndd, cioè Nature deficit disorder, il cui studio alimenta lavori, iniziative, ricerche, leggi che risalgono ancora all’ultimo decennio del Novecento e hanno messo in moto movimenti e dibattiti che a quanto pare cominciano a dare frutti e fastidio. Il Nature deficit disorder è il disturbo indotto nella personalità e nel comportamento dall’insufficiente presenza di contatto delle persone con la natura incontaminata nella vita del mondo moderno, dominato da costruzioni artificiali e ha un’importanza centrale nel malessere di oggi.In realtà la prima edizione del mio Maschio Selvatico. Ritrovare la forza dell’istinto rimosso dalle buone maniere (Red edizioni) è del 1993 e le ristampe hanno continuato fino a pochi anni fa, quando è nato il Maschio Selvatico 2 (San Paolo edizioni). Ma il ritrovare un sano e vitale rapporto con la natura e l’istinto non era un’invenzione solo mia, ma un aspetto centrale della ricerca psicologica e sociale della fine del Novecento e dell’inizio del nuovo millennio. Il mondo occidentale si accorgeva gradualmente di quanto la società industriale dei consumi, rimpinzando il mondo maschile con programmi e visioni prevalentemente economiche ed esibizionistiche, lontanissime dalla natura incontaminata e dall’istinto, creasse una vita quotidiana artificiale e debole, affettivamente fredda. In essa il maschio, come anche la donna madre, (risucchiata anch’essa dall’industria, grazie alla promozione dei divorzi con annessa dissoluzione della casa familiare) e i bambini, vedevano gradualmente indebolirsi affetti, gioie, visioni, per seguire un’esistenza in gran parte innaturale, dettata da aspirazioni esclusivamente economiche ed esibizionistiche, fatalmente frustranti, tipo gemelle Kessler. Trionfarono così comportamenti standardizzati, recitativi, molto lontani sia dagli istinti che dalle naturali spinte transpersonali, sociali e affettive.Tutto ciò produsse una grande quantità di fenomeni di disagio, malattie, crisi, che ispirarono innanzitutto, già nel 1963, l’acutissimo libro dello psichiatra tedesco Alexander Mitscherlich. Sulla via di una società senza padre e poi, nel 1990, il bestseller del poeta e psicoanalista americano Robert Bly: Iron John. A book about men (Addison Wesley Publishing), poi tradotto in tutto il mondo. Da allora a oggi il tema della crisi della famiglia e del padre, e la necessità per tutti di ritrovare un rapporto con la natura più incontaminata possibile come ambiente indispensabile a una ripartenza sana della società occidentale sono diventati evidenze che soltanto forze disumanizzanti possono negare e contrastare. Che le élite politiche ed economiche ritardassero il più possibile di riconoscere i problemi nati da questa situazione, continuando imperterrite sulle recite consumistiche e intellettualistiche del «finirà tutto bene» non ha naturalmente risolto nulla. E il determinato Nathan Trevaillon ripropone oggi l’inestirpabile fenomeno del padre che vuole i suoi bambini, e la sua donna. C’è poi un altro aspetto, decisivo nella vicenda. L’uomo e la donna non sono soli, abbandonati all’assurda freddezza delle burocrazie dei poteri. C’è il bosco dove il padre scova e ripristina la casa. È anche interessante e rivelatrice, da tutti i punti di vista, la profonda miseria affettiva e cognitiva che ispira il disprezzo per il bosco delle burocrazie del potere, che viene amato dalla (invece) felice coppia Nathan-Catherine con i loro bambini. Dopo più di due secoli di industrializzazione pagata con il sacrificio di alberi, acque naturali, boschi, e umani ridotti a produttori/consumatori, ormai anche i più attenti al decoro, pulizia, igiene riscoprono la forza formativa ed educativa della natura il più possibile incontaminata. Non capita solo a Chieti: la natura si difende e a volte addirittura avanza. In uno dei due luoghi dove vivo e lavoro, nella provincia di Bolzano, la più ricca d’Italia, sede anche di industrie molto avanzate e affermate nel mondo, ci sono diverse scuole nate nei boschi degli ultimi anni, in parte seguite dalle scuole pubbliche, in parte dai privati, ma tutte riconosciute e attive; finora rispettate dalle Autorità. Sull’altipiano di Renon, sopra Bolzano, c’è asilo e scuola nel bosco, in val Venosta c’è una scuola del bosco, altre piccole sono in zona, con l’aiuto di molti; nell’insieme circa 120 bambini imparano nel bosco e dal bosco, con la consapevolezza e la gioiosa emozione del valore della natura.È probabilmente un segno che la vita continuerà, malgrado le raggelanti spinte distruttive delle burocrazie del potere.
Catherine Birmingham e Nathan Trevallion con i tre figli (Ansa)
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