2020-05-23
Panico tra le toghe per un mancato invito a casa Balducci, la signora dei salotti
Tra le intercettazioni, lo sfogo disperato di Marco Mancinetti, tagliato fuori da una cena. Organizzata dalla giurista in quota Vendola.Dal ras Giovanni Malagò a mister Luciano Spalletti anche il pallone rimbalza nelle chat. Luca Palamara appoggiava il Coni contro Giancarlo Giorgetti e chiedeva favori all'ex tecnico dell'Inter.Lo speciale comprende due articoli. Ottenere un invito dalla signora dei salotti (di giustizia) romani era sinonimo di successo. Non riceverlo voleva dire precipitare nel girone dell'irrilevanza. Il potere delle cene è un capitolo poco battuto del legal thriller sul Csm che emerge dalle carte dell'inchiesta di Perugia, che vede indagato l'ex boss di Unicost, Luca Palamara. E con lui l'ex consigliera laica Paola Balducci, eletta in quota Sel, anche se sarebbe più corretto dire in quota Nichi Vendola, nella consiliatura 2014-2018. Entrambi accusati di corruzione per i disinvolti rapporti con il discusso imprenditore-lobbista Fabrizio Centofanti.Avvocato, docente universitario, ex assessore regionale in Puglia, Paola Balducci è l'organizzatrice instancabile di ambiti incontri mangerecci che diventano terreno di scontro addirittura all'interno delle correnti della magistratura. Come dimostra l'aspro scambio di battute tra Palamara e il collega Marco Mancinetti, oggi a Palazzo dei Marescialli. È il 18 ottobre 2018, e Mancinetti si sfoga con Palamara: «Ieri sera la Balducci ha fatto una cena non invitando me solo tra i neo consiglieri. Tu eri presente giusto?». L'amico risponde: «Sì, ero presente ma a me aveva detto invito era stato fatto a tutti e che non c'eri tu e Morlini (il consigliere dimissionario Gianluigi Morlini, ndr)». Mancinetti spiega: «Morlini perché impossibilitato io mai invitato. Ma questo è un affronto grave. E anche tu non ti sei comportato da amico. Ma va bene così». L'ex presidente dell'Anm prova a difendersi: «No Marco scusami ma non sono d'accordo […] Sono stati a Capri dove io non c'ero e lei ha fatto invito». Mancinetti però sbotta: «È una vergogna... Pignatone (il procuratore di Roma, Giuseppe Pignatone, ndr), Baldi (probabilmente si tratta dell'ex capo di Gabinetto del ministro della Giustizia, Fulvio Baldi, ndr), Basentini (il riferimento è forse a Francesco Basentini, ex capo del Dap, ndr)... delegittimazione totale del consigliere di Roma e fai pure tu la vittima dell'ingiustizia... va bene prendo atto». Palamara rintuzza: «[...] Rispondo dei miei comportamenti non di quelli altrui. A casa mia invito io. A casa degli altri no».Il pm sott'inchiesta è ospite fisso agli appuntamenti mondani della collega consigliera e da lei «festeggio mio compleanno […] con Pigna (Giuseppe Pignatone, ndr), […] Legnini (l'allora vicepresidente del Csm Giovanni Legnini, ndr) […] e altri pochi ma buoni amici». Legnini lo ritroviamo in un altro Whatsapp, inviato da Palamara a Riccardo Fuzio (pg della Cassazione dimessosi dopo l'avviso di garanzia per rivelazione di segreto nel procedimento di Perugia): «Domani vieni a pranzo da me perché ho invitato Balducci e Legnini che è a Roma?».Accade talvolta che, invece di invitare, la consigliera si autoinviti a casa degli altri. Come capita, il 23 dicembre 2018, a Palamara, che subito scrive alla mamma: «Cosa dico alla Balducci?». La donna gli chiede: «Vuole venire... A che ora?... A pranzo?». Lui conferma: «Sì». Che l'avvocato abbia un carattere da perfetta pr, lo conferma pure il pm di Siena Aldo Natalini (lo stesso che archiviò l'inchiesta per la misteriosa morte del manager Mps, David Rossi) che racconta al capocorrente di Unicost: «Ciao Luca, l'altro giorno ho conosciuto Paola Balducci (che in realtà avevo già conosciuto qui a Siena alla serata lounge del congresso Anm): si è messa a chiacchierare con me... di Siena... dei miei progetti futuri... un soggettone! Le ho detto che sono tuo ex uditore ed era contentissima». Natalini rammenta - con tanto di emoticon sorridente - una scenetta che suscita l'ilarità di Palamara. «Un tipo un po'... esuberante diciamo... C'era anche Francesco Greco (il procuratore di Milano, ndr) e l'ha baciato... nella foca (sic, ndr) l'ha baciato in bocca... Lui imbarazzatissimo!... Eheh...». Il rapporto di amicizia tra Luca e Paola è intenso, e quando il pm sott'inchiesta riceve la notizia della imminente pubblicazione di un articolo sulla possibile inchiesta di Perugia, a lei si rivolge. È il 26 settembre 2018, e Palamara la avvisa: «Domani fatto (Il Fatto Quotidiano, ndr) mi ammazza». La Balducci: «Ma arrivi che succede? Non mi fare preoccupare ti hanno visto con qualcuno?». Palamara: «Sui rapporti tra me e Centofanti». Lei: «Di nuovo?». Lui: «Per farmela pagare per Ermini (la nomina a vicepresidente del Csm di David Ermini, ndr)... E per Consip... Parlerà anche di Pigna (Pignatone, ndr)». Lei: «Male ovviamente». Lui: «Di una cena». E lei: «Ma che ne sanno?».Succede che i due discutano inoltre di politica. La Balducci, che è espressione del centrosinistra, esprime apprezzamento per l'allora ministro dell'Interno, Marco Minniti («Travolge tutti»), ricevendo analogo giudizio dal suo interlocutore («È bravo») e concludendo così: «Mito». I due si trovano d'accordo pure su Matteo Salvini. Parlando di possibili leader in circolazione, Palamara stronca Zingaretti («Non lo è nemmeno Nicola ancora...»), ma promuove il capo leghista come unico profilo politico riconoscibile («a parte lui non c'è... non ci sono le figure... ognuno ha pezzetti di cose»). E la Balducci si dice d'accordo.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/panico-tra-le-toghe-per-un-mancato-invito-a-casa-balducci-la-signora-dei-salotti-2646067780.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="dal-ras-malago-a-mister-spalletti-anche-il-pallone-rimbalza-nelle-chat" data-post-id="2646067780" data-published-at="1590173920" data-use-pagination="False"> Dal ras Malagò a mister Spalletti anche il pallone rimbalza nelle chat Luca Palamara per il pallone che rotola ha sempre avuto una passione smisurata, e non solo: da giovane e semisconosciuto pm di Roma, dieci anni fa, condusse il filone romano dell'inchiesta su «Calciopoli», quello legato al ruolo della Gea, la società di procuratori sportivi di cui erano titolari l'ex dg della Juve, Luciano Moggi, e suo figlio Alessandro. Ma non c'è solo tanto, tanto calcio, nelle chat Whatsapp di Palamara, che, a quanto si legge dalle conversazioni, ha un rapporto di amicizia con il capo dello sport italiano, il presidente del Coni, Giovanni Malagò. I due si incrociano non di rado, in particolare al circolo canottieri Aniene, di cui Malagò è presidente onorario, e allo stadio Olimpico, dove il pm è un habitué della tribuna autorità. Il 9 ottobre 2018, Malagò viene eletto membro del Comitato olimpico internazionale a titolo individuale. La votazione avviene a Buenos Aires, Malagò ottiene 66 voti su 74. Alle 17.35, Palamara invia a Malagò un messaggio di congratulazioni: «Complimenti per la nomina!!! Un abbraccio a presto per festeggiare», scrive il magistrato; «Grazie Lucaaa», risponde Malagò. In quelle stesse settimane, l'allora sottosegretario alla presidenza del Consiglio, il leghista Giancarlo Giorgetti, sta facendo inserire nella legge di bilancio una profonda riforma dello sport italiano. Giorgetti crea una nuova società governativa, la Sport e salute Spa, che ha il compito di gestire le attività legate al sociale e alla scuola, nonché il 90% dei contributi pubblici al settore, compresi i finanziamenti alle Federazioni. Un provvedimento che svuota la cassaforte del Coni, la Coni servizi. Malagò è una furia, tenta in ogni modo di ostacolare la riforma, senza successo. Il 15 novembre 2018, mentre infuria la bufera, Palamara scrive a Malagò: «Sono con te!!! Un abbraccio forte»; «Grazie Luca», risponde Malagò, «ps siamo alla follia»; «Purtroppo è proprio così», concorda Palamara, «una situazione surreale». La resistenza di Malagò alla riforma è strenua: il ras dello sport italiano tenta di coinvolgere addirittura il Cio, ma Giorgetti va avanti per la sua strada. L'8 dicembre 2018 la Camera approva la legge di bilancio 2019, che contiene la riforma dello sport voluta da Giorgetti. Palamara scrive a Malagò, il tono del messaggio è indignato: «Una vergogna assoluta che supera ogni limite», sentenzia il magistrato, «sono senza parole», risponde Malagò. «Che vergogna però…» insiste Palamara. «Pazzesco», commenta Malagò. Il 29 maggio 2029, quando Palamara viene indagato per corruzione, Malagò fa sentire all'amico la sua vicinanza: «Un pensiero... un abbraccio… sportivo più che mai», scrive il presidente del Coni al magistrato, che risponde: «Ti avevo detto che era una guerra... così è, ma io la combatto un abbraccio forte». «Ne sono sicuro», commenta Malagò. La passione di Palamara per il calcio è dimostrata anche dalla sua agenda, e dall'amicizia con la quale si scambia messaggi, ad esempio, con Luciano Spalletti. Il 25 agosto 2017 è la vigilia di un Roma-Inter molto particolare: Spalletti torna all'Olimpico da allenatore dell'Inter, dopo aver lasciato la panchina dei giallorossi al termine della stagione precedente, dopo un estenuante braccio di ferro con Francesco Totti. «Io appartengo a quelli», scrive Palamara all'allenatore toscano, «che saranno felici di riaverti qui a Roma dove hai dimostrato di essere il più forte. Un caro saluto a presto». «Grazie Luca, vi voglio bene», risponde Spalletti. Il 21 novembre 2018, Palamara scrive di nuovo a Spalletti: «Grande Luciano come stai? I miei colleghi neroazzurri di Milano vorrebbero invitarti a un convivio che stanno organizzando, come possono mettersi in contatto con te? Un abbraccio e spero di vederti presto. Con affetto Luca». «Tu sei il capo», risponde Spalletti, «quando il capo chiama noi siamo a disposizione. Dagli pure il mio numero e dicono di te poi si trova il modo di incastrare tutto. Con altrettanto affetto e stima. Forza Inter».