2019-03-08
Pagamenti in contanti da babbo Renzi. Soldi scambiati perfino a un funerale
Trovata la nota: «Da Tiziano. Cash». Continua il legame con la Marmodiv: a febbraio il nuovo proprietario aveva un appuntamento con Andrea Conticini. Nell'inchiesta spuntano episodi quasi in stile «Gomorra».L'amministratore dell'azienda edile in cui risultano inquadrati gli ex dipendenti della coop fiorentina: «Mai firmato contratti».Lo speciale contiene due articoliIl film sui guai giudiziari dei Renzi potrebbe intitolarsi Quattro inchieste e un funerale. Infatti babbo Tiziano e mamma Laura sono coinvolti in quattro diverse inchieste: due a Firenze, una a Cuneo e una Roma (dove Renzi senior è in attesa di archiviazione). Ma dalle carte toscane spunta pure una cerimonia funebre. Il capitolo in questione riguarda i pagamenti dei salari di alcuni amministratori. L'estate scorsa avevamo anticipato la testimonianza di P. M. alla Guardia di finanza. La fonte ci raccontò «di buste di denaro contante con banconote di grosso taglio provenienti dagli uffici della Eventi 6 e utilizzate per il pagamento di alcuni stipendi». A verbale un'altra testimone ha specificato che, per esempio, il costo dell'assunzione di alcuni dipendenti, in particolare di Paolo Terreni, nipote di Laura Bovoli, «lo sosteneva Eventi 6». La donna ha anche aggiunto di aver assistito a una telefonata in cui il presidente Giuseppe Mincuzzi «parlava di emettere una fattura a Eventi 6 a copertura dei costi degli stipendi di Terreni & C. (un dipendente morto nello scorso luglio, ndr)».Nell'ufficio di Mincuzzi, i finanzieri, il 5 ottobre 2017, hanno trovato una busta bianca con un appunto manoscritto su carta a quadretti con questa intestazione: «Da Tiziano. Cash». Di seguito mesi e numeri. Si tratta di un calendario che va da maggio 2016 (quando Mincuzzi diventa presidente della coop al posto dell'avvocato Luca Mirco, legale dei Renzi) a marzo 2017 e a ogni mese è collegata una somma di denaro con a fianco la data precisa della presumibile consegna. Si tratta quasi sempre di 2.000 euro tranne che nel maggio e giugno 2016 (2.500). Il 10 febbraio 2017 il passaggio dei soldi sarebbe stato effettuato al già citato «funerale». Secondo le nostre fonti potrebbe trattarsi di quello della mamma dell'allora presidente della Marmodiv. In un altro appunto Mincuzzi, a fine 2016, parla di «buste» da dare ai coordinatori delle squadre di volantinaggio in agitazione. Qualche settimana dopo scrive, in un altro messaggio per Tiziano: «Sempre dalla cassa, con qualcosa che mi è rimasto, penso di intervenire con i capigruppo entro giovedì». Il torinese Daniele Goglio, per i pm amministratore di fatto della Marmodiv, in un interrogatorio del luglio scorso ha dichiarato a proposito dei conti della società: «Non ci sono spese strane tranne che i compensi di Mincuzzi e Stefania (contabile di fiducia dei Renzi, ndr) che, vista la condizione generale della cooperativa, avrebbero potuto essere più contenute». Mincuzzi, va ricordato, non è un personaggio secondario. I finanzieri ci ricordano che è lo stesso che nel lontano 2002 rilevò in coppia con Tiziano Renzi dall'ex premier Matteo Renzi e dalla sorella Benedetta le quote della Speedy promozioni. Tra il 2010 e il 2012 la Eventi 6 e la Speedy promozioni (divenuta interamente di Mincuzzi) iniziarono un vorticoso giro di operazioni per un importo complessivo di circa 1.630.000 euro. Nel 2013 Tiziano Renzi fa fondare la Marmodiv da persone di sua fiducia e i rapporti di affari vengono deviati sulla nuova coop. Ma nel 2018 il rapporto si incrina. Goglio racconta al telefono che babbo Renzi dà la colpa a Mincuzzi del buco da 300.000 euro che ci sarebbe nei conti della Marmodiv. E al telefono Tiziano, dopo una lettera di contestazione di Esselunga, sibila: «Bisogna mandare via Pino e mettere quell'altro (Goglio, ndr)». Dopo poco l'ex presidente è stato messo alla porta ed è tornato a Roma. Con i suoi segreti.Ma intorno alla Marmodiv, in attesa del pronunciamento del tribunale fallimentare, sta avvenendo di tutto. Come ha anticipato questo giornale i 23 dipendenti della coop hanno appreso consultando le proprie schede lavorative di essere stati assunti da una misteriosa impresa edile di Torino, la Team service, ex Le Orchidee. Si tratterebbe addirittura di assunzioni retrodatate. Una vicenda che ha lasciato sbigottiti anche i sindacalisti della Uiltucs, la sigla che si sta occupando della vicenda. «Speriamo di ricevere chiarimenti dal nuovo titolare della Marmodiv», ci fanno sapere dalla sede. Ma Massimiliano Di Palma, l'uomo che nei mesi scorsi si è accollato debiti e forza lavoro della coop per evitare il collasso, giura di non avere risposte. «Molto onestamente non ne so niente, vorrei capire anche io che cosa sia successo». Gli spieghiamo che quelli della Team service sono molto evasivi e che non offrono delucidazioni. La risposta di Di Palma è disarmante: «Otteniamo lo stesso risultato. Non so chi sia il titolare di quella ditta. Vorrei capire chi abbia combinato questo pasticcio. Purtroppo sto sbattendo contro un muro di gomma. Ci sono dentro, ma ne vorrei uscire». Il 25 febbraio Di Palma avrebbe dovuto incontrare il cognato di Matteo Renzi, Andrea Conticini, ma l'incontro è saltato. Forse a causa della pressione mediatica. Ricordiamo che Conticini non solo ospita nella propria casa i suoceri agli arresti domiciliari, ma è citato da diversi testimoni come punto di riferimento per la Marmodiv oltre a essere il più stretto collaboratore dei Renzi nella Eventi 6, l'azienda di famiglia. Inizialmente Di Palma prova a negare l'appuntamento, poi, messo alle strette, ammette l'abboccamento: «Comunque ho fatto tardi e non sono riuscito a vederlo». Resta il fatto che la Marmodiv, sulla carta di proprietà di Di Palma, ha oggi un cda formato da prestanome e un amministratore di fatto, Goglio, indagato per bancarotta e perquisito. Tutti torinesi, come la Team service. Ma chi c'è dietro a tutto questo? A leggere le intercettazioni di Goglio, Tiziano Renzi e il suo attuale coindagato Mariano Massone (i due erano finiti sotto inchiesta insieme pure a Genova). Il manager, intercettato al cellulare con un rumeno di nome Cristian, racconta l'esito di una serata con Renzi senior: «Questo si è preso un impegno non da poco, partendo dalla gestione dei magazzini, Coop, Conad; solo l'unico problema è che ci tocca sopportare Mariano, fa parte del…». Sembra che la condizione per ottenere il pacchetto fosse quella di accollarsi il vecchio socio del babbo. Ma Cristian non sembra preoccupato dalla presenza di Mariano: «Lo faremo diventare un non problema a un certo punto». Un linguaggio che sembra ispirato a un copione di Gomorra. Del resto gli investigatori annotano come sia stato trattato un fornitore pachistano della Marmodiv mentre discuteva di emolumenti con Goglio: «È entrata nell'ufficio un'altra persona di nazionalità rumena che si è avvicinato al Farrukh con atteggiamento intimidatorio, intimandogli di fare silenzio, di ascoltare Daniele, di sedersi, strattonandolo e spingendolo su una sedia». Il cittadino asiatico ha sporto denuncia.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/pagamenti-in-contanti-da-babbo-renzi-soldi-scambiati-perfino-a-un-funerale-2630956255.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="volantinatori-assunti-dalla-team-service-non-ne-so-proprio-nulla" data-post-id="2630956255" data-published-at="1757886402" data-use-pagination="False"> «Volantinatori assunti dalla Team service? Non ne so proprio nulla» Perché un'impresa edile di Torino dovrebbe assumere dei distributori di volantini che in realtà lavorano per un'azienda di Firenze a rischio bancarotta e per giunta legata ai Renzi? La realtà è che non lo sa nemmeno chi quell'impresa edile la guida dal febbraio scorso. «Io non ho firmato alcuna assunzione, non so di che cosa sta parlando», dice alla Verità l'amministratore della Team service srl, il ragionier Giuseppe Imperato. Prima di proseguire, sarà utile un riepilogo delle puntate precedenti. La Marmodiv è l'ultima coop a rischio fallimento su cui, secondo la magistratura fiorentina, sono riusciti a mettere le mani Tiziano Renzi, la moglie Laura Bovoli e il loro storico collaboratore Mariano Massone poco prima dell'arresto del 18 febbraio scorso. I tre, secondo la ricostruzione degli inquirenti, avrebbero favorito l'acquisizione della coop da parte della Dmp di Massimiliano Di Palma per evitare il crac e quindi un ulteriore peggioramento delle rispettive posizioni giudiziarie. Da diversi giorni, però, la Marmodiv, che si occupa di volantinaggio per conto di grandi catene di distribuzione, non è operativa. I lavoratori sono in sciopero perché non ricevono lo stipendio da dicembre, e per di più hanno scoperto di essere stati contrattualizzati da una terza società: la Team service srl, già Le Orchidee srl. Sede a Torino, e attività principale nel campo dell'edilizia. Nessuno ha avvisato le maestranze del cambio né fornito spiegazioni. «Questa società è di un mio cliente che si chiama Massimiliano Salerno», spiega al nostro giornale Imperato. «Salerno si è trasferito all'estero. Quindi, essendo amici da tanti anni, mi ha detto: “Prendi questa azienda e conduci le ultime pratiche per recuperare i crediti in sospeso"». Il motivo per cui gli operai in forza alla Marmodiv risultino assunti alla Team service però, Imperato, non riesce a spiegarlo. «Io non ho assunto nessuno», ripete come un mantra, «se vai a fare un'assunzione, dev'esserci anche la firma di un amministratore, di un qualcosa... Io non ho firmato niente, a me non risulta. Se poi altri l'hanno fatto al mio posto, ma non credo proprio anche perché la contabilità di quest'azienda ce l'ho io...». E allora il suo ruolo è solo quello di «liquidatore»? «Non sono un esperto nel recupero crediti, ma ci sono delle pratiche legali in corso», sottolinea. L'interregno del nuovo amministratore sarà breve, comunque. «Chiuderò la società appena concluso il mio lavoro». Ma come si trova un ragioniere (attualmente sospeso dall'albo dei dottori commercialisti e degli esperti contabili per tutto il mese di marzo per un contenzioso con un cliente) in una storia che s'intreccia ai tanti misteri di Rignano sull'Arno e alla ragnatela societaria su cui stanno indagando per bancarotta e false fatture i pm del capoluogo toscano? «Io non conosco i Renzi né Massone né il mondo renziano». Imperato risponde a fatica e sempre premettendo di non «poter rilasciare dichiarazioni». Prima di interrompere la comunicazione, l'amministratore della Team service si premura di chiarire una cosa: «Io non prendo ordini da nessuno, da quel punto di vista lì non si preoccupi. Ora devo lasciarla». Quale sia «quel punto di vista lì» non viene chiarito.
Jose Mourinho (Getty Images)