2023-12-10
L’Opec chiede di «tutelare» il fossile. Gelata sulle ambizioni della Cop 28
Il segretario generale dell’Opec Haitham Al Ghais (Ansa)
Appello ai Paesi membri: impegni solo a ridurre le emissioni. Bufera al forum di Dubai.Ultimi giorni per la Cop 28 per arrivare a un risultato, che appare però sempre più lontano. L’intenzione iniziale di comprendere nella dichiarazione finale un impegno graduale all’abbandono dei combustibili fossili appare sempre meno realistica. Nelle ultime ore il negoziato si è fatto più serrato e verte sulle parole da usare nella dichiarazione finale. Ieri Reuters ha dato notizia di una lettera del segretario generale dell’Opec Haitham Al Ghais, che si è appellato ai Paesi membri del cartello petrolifero Opec+ chiedendo loro di non approvare alcun testo che miri ad una riduzione dei combustibili fossili invece che alla riduzione delle emissioni.In questi giorni sono circolate, ad arte, alcune bozze preliminari del testo della dichiarazione finale. Nelle varie versioni si va da impegni all’eliminazione dei combustibili fossili a tappe forzate sino a linguaggi più sfumati e senza precisi impegni. Il segretario dell’Opec ha scritto che i paesi dell’organizzazione dovrebbero «rifiutare in modo proattivo qualsiasi testo o formula che miri all’energia, cioè ai combustibili fossili, piuttosto che alle emissioni».Sono circa 80 i paesi che chiedono un impegno esplicito all’uscita dai combustibili fossili in tempi certi, sulla spinta dell’urgenza di decarbonizzare l’industria e i trasporti in chiave emergenza climatica.La disputa sulle parole da utilizzare nella dichiarazione finale non è un mero esercizio lessicale, in ballo c’è la sostanza della cosiddetta decarbonizzazione. I Paesi esportatori di petrolio e gas stanno reagendo all’impostazione più netta, che vuole inserire nel testo un impegno esplicito all’abbandono di petrolio e carbone. La posizione dei paesi produttori di petrolio è infatti, ovviamente, assai più sfumata ed orientata ad una transizione energetica più «realistica», in cui i combustibili fossili mantengano un ruolo nel garantire l’energia necessaria, mentre le industrie procedono alla decarbonizzazione.Ora appare più chiaro agli organizzatori della Conferenza sul clima che l’avere permesso agli Emirati Arabi, cioè ad uno dei maggiori esportatori di petrolio mondiali, di ospitare la ventottesima conferenza rappresenta un serio handicap nell’ottica di un accordo stringente. A Dubai l’industria petrolifera ha avuto spazio per esporre la propria posizione, e perché di discutesse concretamente di un ruolo importante per la cattura e stoccaggio della CO2. Per la verità, anche se poco considerato, un risultato concreto esiste già, ed è la dichiarazione di oltre 40 grandi compagnie petrolifere che si sono impegnate ad eliminare totalmente le emissioni di gas metano entro il 2030, sotto la regia del gran burattinaio Sultan al-Jaber, che fa gli onori di casa.Il ministro francese dell’energia, Agnes Pannier-Runacher, ha reagito con veemenza alla notizia della lettera del segretario dell’Opec, affermando che questa «mette in pericolo i Paesi più vulnerabili e le popolazioni più povere, che sono le prime vittime di questa situazione». Anche il ministro della transizione ecologica spagnolo, la vicepremier Teresa Ribera Rodrìguez, è stata molto diretta e riferendosi all’Opec ha parlato di una posizione «disgustosa». Più pragmatica la reazione del ministro italiano Gilberto Pichetto Fratin, che ha affermato: «La Cop28 ha la rappresentanza dei Paesi ma anche la rappresentanza di tanti blocchi di interesse, sarebbe da stupirsi se l’Opec, che rappresenta i Paesi produttori e venditori di petrolio, non tutelasse i propri interessi. Quella dell’Opec è una mossa di puro interesse di parte».Appare molto difficile che da Dubai possa arrivare una svolta netta sul tema dell’abbandono dei combustibili fossili. Intanto, si è saputo che Baku in Azerbaijan (altro paese esportatore di idrocarburi) sarà la sede della prossima Cop, la ventinovesima, con il supporto della Russia. Inoltre, gli Usa hanno annunciato di non sostenere più la proposta olandese di azzerare i sussidi ai combustibili fossili. Insomma, il rischio che la Cop 28 si trasformi in un gigantesco flop è a questo punto molto concreto.
Benedetta Porcaroli (Ansa)
Benedetta Scuderi, Annalisa Corrado, Arturo Scotto e Marco Croatti (Ansa)
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