2020-09-24
Non bastava il virus. La scuola si ferma pure per la guerra sindacati-Azzolina
Lucia Azzolina (Massimo Di Vita/Archivio Massimo Di Vita/Mondadori Portfolio via Getty Images)
Oggi e domani sciopero per chiedere più soldi e garanzie. A Napoli e Catanzaro le elezioni fanno slittare la campanella.A dieci giorni dalla riapertura e subito dopo la chiusura di alcuni istituti per Regionali e referendum, la scuola si ferma nuovamente. Oggi e domani si sciopera, con modalità diverse indette dalle diverse sigle sindacali, coinvolgendo dirigenti e personale scolastico, docenti e personale educativo. Sabato 26 altra manifestazione, questa volta solo a Roma, indetta dal comitato Priorità alla scuola, mentre il 3 ottobre sciopererà tutto il personale docente e Ata. Una raffica di mobilitazioni che nell'arco di dieci giorni bloccheranno la didattica e costringeranno gli studenti a casa perché il mondo dell'istruzione è arrabbiato con il ministro, Lucia Azzolina. La Cub sur, Confederazione unitaria di base di scuola, università e ricerca, una delle associazioni che hanno programmato gli scioperi del 24 e 25 settembre, annunciando le proteste segnalava che «al di là delle apparenze e delle favole belle Azzoliniane, durante questi mesi la scuola è stata abbandonata a sé stessa o, peggio, lasciata in balia della ministra e dei suoi consiglieri che non ne hanno azzeccata una, inanellando, con arrogante sicumera, un flop dopo l'altro fino al recente disastro delle graduatorie di supplenza». Chiamano in piazza insegnanti e personale scolastico, ma anche genitori e studenti perché «a tutt'oggi sono irrisolti i principali problemi per la ripresa in sicurezza». Elencano le priorità disattese, ovvero edifici scolastici che non sarebbero stati messi a norma e mancanza di locali per impedire «classi pollaio», chiedendo un massimo di 15 alunni per aula. Lamentano l'assenza di indicazioni chiare per i docenti fragili, mentre continua a non esserci l'organico Covid e i precari sono sempre un'enormità. Le graduatorie per i supplenti rivelano «troppi errori», da dover correggere, così i tempi si allungano ulteriormente. Interrogativi vengono posti sulla didattica a distanza, ancora non in grado di garantire il diritto all'istruzione, e sui «dispositivi in comodato d'uso per studenti e insegnanti», dove l'attenzione alla protezione dei dati personali deve essere massima per «evitare di trasformare le scuole pubblica in una sorta di palestra gratuita dove le imprese del settore possano testare gratuitamente i propri prodotti commerciali, far tesoro delle informazioni così raccolte e, magari, commerciare i dati di navigazione». Il 26 settembre, i sindacati Flc Cgil, Cisl scuola, Uil scuola Rua, Snals confsal e Gilda unams manifesteranno chiedendo soprattutto più finanziamenti. «Il Paese non può permettersi di ripartire con un'offerta formativa al ribasso, a causa dei ritardi e dell'insufficienza delle risorse», dichiarano in una nota congiunta, invocando «scelte coraggiose per combattere disuguaglianze, dispersione, precarietà», quali destinare parte consistente del «Recovery fund, ai luoghi dove le prossime generazioni dovranno crescere e formarsi». La dieci giorni di mobilitazioni si concluderà con lo sciopero nazionale di sabato 3 ottobre proclamato dalla Csle, Confederazione sindacati lavoratori europei. Coinvolti saranno docenti e personale Ata. Ma le scuole non resteranno chiuse solo per l'ondata di scioperi. A Napoli, gli istituti che sono stati sede di seggi elettorali non aprono oggi, come era stato fissato dal calendario scolastico campano, bensì lunedì 28 settembre. L'ordinanza, firmata dal sindaco Luigi de Magistris, sarebbe dettata dalle esigenze di pulizia dei locali: servono tre giorni per disinfettare le 190 scuole dove si è votato. A Crotone, l'apertura dell'anno scolastico avverrà domani, anziché oggi, per consentire «attività di sanificazione a salvaguardia delle salute degli alunni», al termine dell'operazione di scrutinio. Più tempo ha invece chiesto il sindaco di Catanzaro, Sergio Abramo, posticipando a lunedì 28 settembre l'avvio dell'attività didattica. Ieri dovevano riprendere le lezioni nelle scuole dove si era votato, molte Regioni dove la riapertura era avvenuta il 14 settembre sono state impegnate con una doppia sanificazione, quella prima del suono della campanella e quella a spoglio delle schede ormai concluso. Tra slittamenti e posticipi, mentre la scuola si paralizza nuovamente per effetto degli scioperi, ieri il ministro dell'Istruzione ha preferito lavorare di fantasia. «Uno dei traguardi più importanti sarà raggiunto quando ci sarà una vera e propria trasformazione digitale degli ambienti scolastici e il potenziamento delle competenze digitali degli studenti e delle studentesse, nonché di tutto il personale scolastico», ha detto l'Azzolina in audizione in commissione Istruzione e Cultura della Camera. Le questioni aperte sono ben altre. Non ultima, quella dei concorsi docenti a ottobre. Online molti insegnanti stanno sottoscrivendo una petizione «affinché vengano sospesi il concorso ordinario e quello straordinario». Tra le problematiche segnalate, «tempistiche strette in un momento così impegnativo per chi lavora nell'istruzione», e la ridefinizione dei requisiti d'accesso.
Abiy Ahmed e Giorgia Meloni (Ansa)
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