cuciniamo insieme

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Non vi va di fare una cena elaborata? Aspettate gli amici per un bicchiere insieme? Avete voglia di uno “sfizio” goloso, ma non troppo impegnativo? Ecco una ricettina che accompagnata da una insalata fresca o messa accanto al vino giusto vi farà tornare il buon umore. Unico sacrificio: usare per qualche minuto il forno. Per la farcitura sbizzarritevi: olive, capperi e acciughe, Asiago o Montasio e speck, cipollina, ricotta e salame piccante, piselli e Fontina: insomma fate voi. Andiamo in cucina.

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In Toscana e segnatamente in Maremma il buglione è una sorta di mescolanza dei cibi di terra: si mette in pentola quello che c’è. D’inverno di solito si fa con le carni - e in questo assomiglia alla scottiglia - utilizzando pollame, scarti del maiale e del manzo, se c’è un po’ di cinghiale o altra selvaggina che vengono stufate in tegame con giusto apporto di vino rosso e spezie, d’estate ci si rivolge invece all’orto e ne esce un piatto profumatissimo, assolutamente vegetariano che può essere consumato sia caldo che a temperatura ambiente. La preparazione è semplicissima, ma per la buona riuscita della ricetta occorre che l’olio extravergine sia di prima scelta e le verdure siano freschissime.

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Ci sono delle ricette che non si possono non fare quando viene la bella stagione, ma tra queste ve ne sono alcune che da almeno 200 anni fanno sorgere dispute su chi l’abbia create per primo, su quale sia la versione originale. Noi siamo abituati ogni volta che ci accingiamo a interpretare una preparazione iconica a dire: a modo nostro. Per evitare scomuniche. La parmigiana di melanzane non è un piatto: è un trattato di storia gastronomica e contemporaneamente un fenomeno antropologico. Non accettiamo la disputa geografica, ci interessa piuttosto dire che la melanzana conquista con una certa fatica un posto a tavola. E’ , come il pomodoro (arrivato dall’America centrale col suo colore giallo, diventa rosso con successiva evoluzione) e la patata, una solanacea dunque desta sospetto; consumarla da cruda fa male oltre a essere immangiabile. Così nei mercati meridionali – il sole è il suo primo amico – se ne consumava una gran quantità perché sfama, costa poco e si prepara in mille modi. Ma i ricchi la temevano ed ecco il suo nome: mela insana (le prime arrivate avevano forma quasi sferica). Tant’è che Pellegrino Artusi nella Scienza in cucina e l’arte di mangiar bene le chiama alla toscana: petonciani. E anche il nome parmigiana nulla c’entra col formaggio, sublime, da grattugia: si dice alla parmigiana riferendosi alle tapparelle parmigiane composte da listelli di legno sovrapposti. Ma ora è tempo di friggere!

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Abbiamo bisogno di stare all’aria aperta, di goderci il sole (e la vitamina D ne trae benefizio!) senza gravare troppo sullo stomaco ché la pennichella è in agguato. Allora per un picnic, una cenetta in riva al mare o un aperitivo in giardino ecco una ricettina veloce veloce, profumatissima, super stagionale e giustamente golosa che sfrutta quell’equilibrio dolce-agrumato e quella polposità che fanno dell’albicocca il frutto estivo per eccellenza. E’ una rosacea parente stretta di pesche, ciliegie, prugne e mandorle e non è un caso che i “semi” di albicocca detti armelline siano le mandorle amare. Se avete voglia estraeteli dal guscio dell’albicocca e tostati conservateli: in pasticceria sono preziosi. Il nome armellina dice subito che l’albicocca è il frutto principe dell’Armenia, ha in sé qualcosa di biblico. Gustarle per credere!

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È un segreto… shii, avevamo consigliato alla presidenza del Consiglio di fare questa ricettina per Emmanuel Macron in visita a palazzo Chigi! È uno scherzo, è ovvio, ma questa preparazione è un giusto mix tra i nostri orti e la tradizione francese che nasce da una distrazione: si narra che all’Hôtel du Pin d’Or gestito dalle sorelle Stephanie e Caroline Tatin a Lamotte-Beuvron, Stephanie intenta a preparare una torta di mele per la colazione in gran fretta spalmò burro, zucchero e fette di mela direttamente nella teglia dimenticandosi di mettere la pasta brisé alla base. Non si perse d’animo, ricoprì gli ingredienti con l’impasto ed ecco la Tarte Tatin. Ai francesi piacciono molto anche le cipolle e si vantano della loro soupe à l’oignon, ma la zuppa di cipolle alla toscana è troppo meglio! Così da questi incroci è nata questa idea, ottima per l’aperitivo, sfiziosa come antipasto, specialissima per un picnic o una cena fredda.

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