
Dopo l'intervista al ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, il vicedirettore della VeritàClaudio Antonelli ha accolto sul palco de Il giorno de La Verità il presidente e ad di Philip Morris Italia Pasquale Frega, il direttore dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli Roberto Alesse e il prorettore del Politecnico di Milano Giuliano Noci.
Per Alesse, la questione doganale è diventata «tema geopolitico» in un mondo che ha imboccato la strada della deglobalizzazione. «Oggi il controllo dei confini è centrale. L’intelligenza artificiale ci aiuterà a migliorare quantità e qualità dei controlli sulle merci», ha spiegato. Noci ha offerto una lettura geopolitica: «L’Europa ha una grande opportunità. Chi sta tra due contendenti può diventare arbitro, ma deve muoversi unita». Ha criticato il ritorno di Trump alla Casa Bianca, definendolo «nefasto per la credibilità degli Stati Uniti». E ha lanciato una provocazione: «Se l’Europa emettesse debito comune, potrebbe diventare il rifugio preferito per gli investitori globali. Ma siamo troppo lenti, e disuniti». Infine, Frega ha portato il punto di vista dell’impresa. «Philip Morris ha scelto l’Italia come centro della sua trasformazione. A Bologna abbiamo creato una filiera d’eccellenza, posti di lavoro, un istituto di formazione. Sosteniamo il sistema Paese». Ma ha anche denunciato un quadro normativo europeo che spesso ostacola gli investimenti: «L’Europa è nata per favorire il mercato, ma in alcuni casi finisce per fare l’opposto».