2024-02-16
Mr Lockdown sfotte e umilia dopo aver sfornato regole che calpestavano la scienza
Serrate, puntura coatta e restrizioni furono decisioni politiche. Il dem fece pressioni su Iss, Aifa e Cts, eppure difende ancora i flop pandemici dietro lo scudo della medicina.«Scienza». Quante volte avete sentito questa parola negli ultimi quattro anni? Il termine «scienza» è servito per tutto. Per costringere gli italiani a rimanere chiusi in casa. Per vietare ai bambini di andare a scuola. Persino per convincere la popolazione a farsi inoculare un vaccino di cui non si aveva uno straccio di dato. Perché è questa la verità, quando la campagna vaccinale è iniziata non c’erano dati sufficienti su sicurezza ed efficacia, ma lo slogan «fidatevi della scienza» era più forte di qualsiasi verità scientifica, quella reale, quella racchiusa negli studi autorizzativi dei vaccini. E sapete chi più di tutti ha abusato del termine «scienza» per poter decidere della vita, o meglio per poter calpestare la vita degli italiani? L’ex ministro della salute, Roberto Speranza.L’uomo che non mostra compassione davanti a un ragazzo reso disabile dagli effetti avversi del vaccino. Speranza, nonostante ci fossero le telecamere di Fuori dal coro, il programma condotto da Mario Giordano il mercoledì in prima serata su Rete 4, non ha avuto nessun dubbio su come trattare un uomo in difficoltà. Lo ha aggredito, lo ha insultato ed è arrivato persino a dargli dell’assassino. Sì perché secondo Speranza mostrare la prova degli effetti avversi del vaccino è equiparabile a uccidere le persone. Allora il dubbio viene, tutte quelle decisioni politiche scambiate per scienza che sono state prese durante la campagna vaccinale, chi hanno protetto? E quante sono state le reali vittime tra fallimenti causati dai lockdown insensati, suicidi a causa dei debiti accumulati, danni psicologici ai ragazzi privati dell’istruzione in presenza? E chi ridà la vita e la dignità ai numerosi danneggiati da vaccino tenuti volutamente nascosti per evitare, come diceva l’ex direttore generale dell’Agenzia del farmaco, Nicola Magrini, di uccidere il vaccino? Chi è che ha davvero messo in pericolo gli italiani? E così se ci guardiamo indietro e cerchiamo di trovare la «scienza» nelle decisioni che ci hanno travolto durante la pandemia, ci imbattiamo solo in scelte politiche mascherate da «scienza», con l’ex ministro Speranza a fare da burattinaio di quel Comitato tecnico scientifico che avrebbe dovuto elaborare pareri e indicazioni in virtù della propria indipendenza, scientifica per l’appunto. Nelle carte della Procura di Bergamo sulla gestione della prima ondata di Covid ci sono conversazioni che mostrano in maniera evidente cosa diceva la scienza e cosa, invece, voleva che dicesse secondo Speranza. Era novembre 2020, un mese prima dell’arrivo in massa dei vaccini. Nicola Magrini, ex direttore generale di Aifa, è perplesso e parla con Goffredo Zaccardi, capo di Gabinetto proprio dell’ex ministro Roberto Speranza.Magrini scrive: «Il protocollo Pfizer recita: i dati saranno messi a disposizione 24 mesi dopo la conclusione dello studio. Probabilmente il vaccino sarà somministrato a miliardi di persone. Zaccardi risponde: «Se è così è grave». E infatti è stato molto grave somministrare ad oltre l’80% della popolazione un siero di cui non si conosceva praticamente nulla. Ed è stato ancora più grave ignorare gli effetti avversi.Nicola Magrini chiedeva: «Ritieni sia normale che i contratti che abbiamo firmato nessuno li abbia letti?». Zaccardi replicava: «No, il ministro ha voluto fare tutto da solo». Speranza ha voluto fare tutto da solo. L’uomo che chiama un disabile «assassino» ha deciso della salute degli italiani da solo.Ma non è finita, in quelle carte emerge anche come Speranza abbia deciso, sempre da solo, anche delle chiusure delle scuole facendo persino pressione sull’Istituto superiore di sanità.Era marzo 2020, i ragazzi studiavano chiusi in casa, davanti a uno schermo. Un grosso sacrificio accettato solo perché era la «scienza» a garantire che fosse necessario. Eppure nelle conversazioni messe agli atti dalla Procura di Bergamo tra Speranza e Silvio Brusaferro, presidente dell’Iss, emerge ben altro. Brusaferro faceva presente: «Per chiusura scuole Cts critico». Ma Speranza rispondeva: «Così ci mandate a sbattere. Non abbiamo tempo. Paese col fiato sospeso. Non si può dare segnale incertezza altrimenti si perde ogni credibilità». Pertanto si prosegue con la linea dura, si continua con le chiusure anche se la scienza era critica al riguardo. E questo non è un caso isolato. È il 6 aprile 2020, l’emergenza sembra che stia rientrando, si valuta se dare l’ok a qualche riapertura. Dall’Iss arrivano notizie confortanti, tanto che Brusaferro invia a Speranza un documento che prevede delle riaperture e gli scrive: «Riusciremo a fare un modello ancora più preciso sul tipo di attività industriale da aprire e il suo possibile impatto». Ma tutto questo a Speranza non piace. Eh no, lui vuole la linea dura, tenere in casa gli italiani. E così risponde: «Se vogliamo mantenere misure restrittive conviene non dare troppe aspettative positive». Altro che scienza. Qui si vede solo un ministro che detta la linea politica e comunicativa al capo dell’Iss e membro del Cts, il quale inevitabilmente obbedisce.E non è finita. L’inchiesta sull’ex ministro Speranza e sull’ex direttore generale di Aifa, Nicola Magrini, che abbiamo pubblicato su queste pagine ed è andata in onda durante la trasmissione Fuori dal Coro, è ancora aperta. Speranza e Magrini sono iscritti nel registro degli indagati per reati gravissimi, che vanno dall’omicidio, alla somministrazione di medicinali guasti. Proprio perché tutto quello che ha deciso Speranza aveva ben poco di scientifico. Come quando, dopo la morte del militare Stefano Paternò subito dopo la vaccinazione, Speranza, con l’appoggio di Magrini, ha persino cercato di bloccare il sequestro cautelativo del lotto. Un lotto che era collegato alla morte di altri due giovani militari e, sulla base delle valutazioni della Procura doveva essere bloccato perché rischioso. Ma per Speranza no, per lui si poteva continuare a vaccinare anche con quello.
Alan Friedman, Cathy Latorre e Stephen King (Ansa)