2022-08-25
Meno ius soli, più educazione militare. Macron rimette in riga le ex colonie
Il ministro dell’Interno annuncia una stretta sul rilascio della cittadinanza a Mayotte, territorio d’Oltremare. «Troppi reati legati all’immigrazione». E si pensa di mandare i membri delle baby gang a scuola dalle divise.L’immigrazione è «completamente incontrollabile». Lo ha ammesso il ministro dell’interno francese, Gérald Darmanin, riferendosi alla situazione sull’isola della Mayotte, durante una visita ufficiale in questo dipartimento d’Oltremare dipendente da Parigi. Il ministro ha riconosciuto che, anche nella Francia metropolitana, le cose non vanno meglio e che circa il 50% dei delinquenti arrestati sono stranieri. Infine, il titolare del Viminale parigino ha evocato la possibilità di far intervenire i militari. Lunedì, sull’isoletta francese sperduta in mezzo al canale del Mozambico, Darmanin è andato ben oltre la constatazione dell’enorme problema rappresentato dalla presenza di migliaia di clandestini. In effetti ha annunciato di voler inserire una restrizione dello ius soli a Mayotte, nel progetto di legge sull’immigrazione che sarà presentato al parlamento di Parigi. Attualmente un bambino nato in Francia può diventare francese al compimento della maggiore età. Ma, sull’isola della Mayotte, Darmanin vorrebbe imporre un periodo minimo di residenza di un anno, per almeno uno dei due genitori. Inoltre, il ministro dell’interno transalpino vorrebbe impedire «i riconoscimenti di paternità fraudolenti», attraverso i quali, i figli di donne immigrate clandestine riescono ad ottenere rapidamente la cittadinanza francese. Darmanin vorrebbe imporre anche agli uomini di Mayotte con passaporto francese che riconoscono un figlio di «provare che mantengono il bambino da tre anni», invece dei due attuali. E così mentre in Italia, Enrico Letta, Nicola Fratoianni, Carlo Calenda e Matteo Renzi e altri esponenti di partiti di sinistra, promettono di introdurre lo ius soli in caso di vittoria alle prossime elezioni politiche, in Francia, la squadra di Emmanuel Macron - tanto ammirato dalla gauche caviar italiana - progetta di fare esattamente il contrario. Certo, si tratta di una normativa che riguarderebbe solo una determinata area del Paese, ma è significativo il fatto che, di fronte a tutti i problemi provocati dalla massiccia presenza di immigrati clandestini, Parigi non ci pensi due volte ad impedire che diventino cittadini. Ci si potrebbe chiedere perché, la Francia, possa decidere di applicare leggi speciali su una sua isola africana, mentre all’Italia non sia consentito di prevedere eccezioni legali per una delle sue isole - vedi Lampedusa - sulle quali la dimensione del fenomeno migratorio è ormai incotrollabile. Giusto per inquadrare la situazione nel piccolo dipartimento d’Oltremare francese, va detto che Mayotte è un po’ più grande dell’isola d’Elba e conta circa 350.000 abitanti, la metà dei quali sono stranieri. Circa l’80% delle partorienti dell’ospedale isolano non sono cittadine francesi. Secondo alcune stime a Mayotte vivrebbero anche dai 3 ai 7.000 minori non accompagnati. Questo perché - come ha spiegato al quotidiano La Croix la deputata locale Estelle Youssouffa - «se queste donne vengono espulse, dichiarano di non avere figli perché questi restino a Mayotte». In seguito tornano sull’isola «quando (il figlio) ha 17 anni e può chiedere la cittadinanza». La maggior parte dei migranti clandestini arrivano a Mayotte dalle isole Comore, che distano solo una settantina di chilometri, a bordo di barchini chiamati kwassa-kwassa. Per cercare di risolvere il problema della delinquenza minorile sull’isola, Darmanin proporrà a Macron di aprire «dei luoghi di rieducazione e recupero» per i minori «gestiti da dei militari». Ma, tra le stellette, la notizia ha provocato qualche malumore perché i militari non vorrebbero diventare dei babysitter di minori delinquenti. Questi centri dovrebbero essere aperti dapprima a Mayotte e poi anche al di là delle Alpi, dove i reati compiuti da stranieri sono in continua crescita. È sempre il ministro dell’Interno francese che lo ha riconosciuto in un’intervista al Journal Du Dimanche del 21 agosto, Darmanin ha detto che le persone arrestate per atti di delinquenza «sono straniere, nel 48% dei casi a Parigi, nel 55% a Marsiglia e nel 39% a Lione». Il capo del dicastero dell’interno parigino ha precisato che «gli stranieri in Francia rappresentano il 7,4% della popolazione» ma anche «il 19% degli atti di delinquenza». Usando un’espressione colorita il ministro ha detto: «Dobbiamo essere fermi con la minoranza di disturbatori». Intanto, sempre sul fronte immigrazione, il ministero della difesa britannico ha denunciato che, nella sola giornata di lunedì 22 agosto, circa 1300 persone sono riuscite ad attraversare il canale della Manica a bordo di gommoni. Anche per impedire queste traversate nelle quali centinaia di persone hanno già perso la vita, Rishi Sunak e Liz Truss, gli aspiranti successori di Boris Johnson hanno promesso di continuare con la politica dei trasferimenti dei clandestini in Paesi lontani dal Regno Unito. Questo sebbene, lo scorso giugno, la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo avesse sanzionato Londra per aver stretto un accordo di accoglienza dei migranti con il Ruanda.