2024-06-22
Gli impostori dell’accoglienza
Elly Schlein (Imagoeconomica)
La Schlein cerca di addossare al governo la responsabilità per la morte del bracciante indiano. Ma sono le politiche immigratorie di Pd e alleati ad aver creato le condizioni per lo schiavismo. E Soumahoro, anziché gli oppressi, difende il diritto all’eleganza di sua moglie. Di chi è la colpa se un uomo di 31 anni è morto con un braccio amputato dopo essere stato scaricato come un rifiuto in mezzo alla campagna? Ma è ovvio: del governo. Leggete che cosa ha detto Elly Schlein dopo la tragedia di Satnam Singh, l’immigrato indiano vittima di un grave incidente sul lavoro mentre raccoglieva cocomeri e zucchine in un campo in provincia di Latina. «Abbiamo chiesto una stretta sul caporalato. Purtroppo, ancora non abbiamo ricevuto risposta. Ci siamo rivolti più volte alla premier per lavorare insieme su questa priorità, la sicurezza sul lavoro, che vuol dire investire più risorse per avere più controlli. Serve una scossa civile di tutto il Paese». Avete capito? Satnam è morto da due giorni, ma la segretaria del Pd, invece che con gli sfruttatori di quella manodopera a basso costo a cui la sinistra, con le sue politiche, garantisce l’ingresso nel nostro Paese, se la prende con Giorgia Meloni, colpevole di non rispondere alle sue richieste. Che, dopo la morte di Singh, il presidente del Consiglio in apertura della riunione dei ministri abbia rilasciato una dichiarazione con cui definiva disumano l’abbandono del lavoratore e si augurava che la barbarie venisse duramente punita, non importa. Ciò che conta è fare propaganda e trarre vantaggio politico da una tragedia in cui ha perso la vita un uomo.E però, di fronte a quanto successo, vale la pena di ricordare un paio cose, che forse Elly Schlein e i suoi compagni hanno dimenticato o forse preferiscono dimenticare. La prima risale a qualche anno fa, quando Giuseppe Conte era a Palazzo Chigi. Con un’incredibile inversione a U, dopo aver detto che mai lo avrebbe fatto, Matteo Renzi, all’epoca segretario del Pd, pur di evitare le elezioni decise di formare un governo con i 5 stelle e in cambio ottenne la nomina di alcuni ministri, come Teresa Bellanova alla quale toccò l’Agricoltura. Da ex sindacalista dei braccianti, la prima cosa che fece la neo ministra fu una legge, la 199, che avrebbe - secondo le intenzioni - spazzato via il caporalato. Ancora sul Web si trova il video in cui si commosse, annunciando come il provvedimento avrebbe abolito lo sfruttamento nei campi. Del resto, a sinistra sono famosi nell’abolire i problemi a colpi di codicilli: dalla povertà al caporalato basta una legge. In realtà, poco o nulla è cambiato da allora: le baraccopoli in cui nelle campagne del Mezzogiorno sono ospitati i migranti giunti illegalmente sono sempre lì. Se tu garantisci l’ingresso nel Paese a persone che non fuggono dalle persecuzioni, ma dalla miseria, è evidente che stai affidando una massa di disperati, disposta a lavorare a qualsiasi condizione e a qualsiasi prezzo, nelle mani della malavita o degli sfruttatori. E infatti, da Rosarno a Borgo Mezzanone, le baraccopoli sono ancora lì, visibili agli occhi di tutti ma ufficialmente invisibili per coloro che con l’accoglienza dei migranti si riempiono la bocca e, in qualche caso, anche il portafogli.Ma a proposito del bracciante morto in provincia di Latina, quello che fa dire a Elly Schlein che il governo non dà risposte, perché non chiede a un suo compagno di opposizione, quel tal Aboubakar Soumahoro che la coppia Bonelli e Fratoianni hanno portato in parlamento con la lista Alleanza Verdi e Sinistra? L’onorevole con gli stivali sporchi di fango, oltre a essere assurto alle cronache, portato in palmo di mano dall’Espresso e dalle trasmissioni di Rai 3, come paladino dei braccianti, viene proprio da Latina. Anzi, nella città laziale c’erano le strutture di assistenza ai migranti gestite dalla moglie e dalla suocera, quelle per cui entrambe le donne, oltre al cognato, sono state rinviate a giudizio con accuse che vanno dalla bancarotta fraudolenta, alla frode e al riciclaggio. In pratica, i fondi messi a disposizione dalla prefettura, invece di essere usati per gli extracomunitari erano spesi in viaggi e alberghi di lusso, oltre che in borsette e altri oggetti costosi. Quando la storia emerse, il difensore dei braccianti, il paladino degli oppressi, rivendicò in tv il diritto all’eleganza. Della moglie, ovviamente, non dei poveri cristi che venivano alloggiati al freddo e senza cibo. Tralascio il sospetto di una gestione poco trasparente dei fondi Covid per i braccianti, raccolti con una colletta di cui alcuni compagni di Soumahoro hanno perso traccia, giungendo ad accusare l’onorevole di non aver rendicontato le spese.Si fa presto dunque a parlare di caporalato e a ergersi a moralizzatori. Si fa presto soprattutto a costruire carriere politiche sulla pelle degli oppressi. Ma poi bisogna anche avere il coraggio di andare fino in fondo e non di trovare la scorciatoia facile per il Parlamento. Il modo più semplice per combattere lo sfruttamento è non fornire agli sfruttatori altra manodopera. Facendo entrare meno disperati, di certo ci saranno meno sfruttati.
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