2024-09-08
Meloni gela Boccia: «Opposta idea di donna»
Maria Rosaria Boccia (Instagram)
Da Cernobbio il presidente del Consiglio ringrazia l’ex ministro e rassicura: «L’esecutivo non uscirà indebolito da una vicenda privata». E avvisa: «Avanti fino a fine legislatura». Per ora le redini del Maxxi passano a Raffaella Docimo, fedelissima di Gennaro Sangiuliano.L’ex collaboratrice sfida il capo del governo via social: «Dilettante». E usa pure il Cav.Lo speciale contiene due articoli.«Il ministro Gennaro Sangiuliano si è dimesso ma non ci sono illeciti. C’è stata una forte attenzione mediatica che ha trasformato una vicenda privata in una cosa pubblica. Non credo sia una cosa a cui bisogna prestarsi e quindi non ho accettato inizialmente le dimissioni di Sangiuliano. Se qualcuno pensa che situazioni come quella di Sangiuliano possono indebolire il governo si sbaglia. Morto il re, vive il re. Dimesso un ministro, buon lavoro al nuovo ministro». Il giorno dopo le dimissioni del titolare della Cultura il premier, Giorgia Meloni, dal Forum di Cernobbio ha spiegato il suo punto di vista sulla questione Sangiuliano-Boccia: «L’autorevolezza del governo non poteva essere sotto questa pressione mediatica». Una questione a livello istituzionale già risolta con l’arrivo al dicastero della Cultura di Alessandro Giuli.Non fa sconti Meloni quando sottolinea che c’è stata una forte campagna mediatica su «una questione privata di un ministro, fermo restando che lui ha sbagliato, che ha trasformato la questione privata in un fatto pubblico», ma non dimentica di ringraziare l’ex ministro: «Voglio approfittare di questa occasione per ringraziare Gennaro Sangiuliano per il lavoro che ha fatto in questi due anni. Come sempre le cose che si costruiscono fanno molto meno rumore e notizia ma è stato importante il lavoro che ha fatto come aver significativamente incrementato visitatori e introiti delle tante realtà culturali che ha l'Italia. È stata una scelta intelligente interrompere la vergogna italiana di musei e siti archeologici chiusi durante i giorni di festa e avviare grandi progetti che erano fermi da decenni». Tutto finito resta solo il gossip come ha dimostrato il vocio della platea degli imprenditori che, a un’altra domanda sul caso, hanno urlato «basta». Il presidente del Consiglio non si è sottratta alla domanda del direttore del Corriere della Sera Fontana e, senza nominare Maria Rosaria Boccia ha lanciato un affondo: «Non credo di dovermi mettere a battibeccare con questa persona, lo dico per le tante donne che hanno guardato a questa vicenda come me. La mia idea su come una donna deve guadagnarsi uno spazio nella società è diametralmente opposta da quella di questa persona».Giorgia Meloni guarda avanti, vuol fare bene il suo lavoro fino alla fine della legislatura, ma intanto ottiene i consensi unanimi degli esponenti del mondo delle imprese parlando della manovra che verrà ma soprattutto di stabilità politica, che è un asset fondamentale per chi deve programmare investimenti di medio e lungo periodo, dei risultati raggiunti su crescita del Pil, lavoro e occupazione, grazie alle capacità del tessuto imprenditoriale italiano.Dopo l’intensa mattinata Meloni è volata a Parigi per congratularsi personalmente con gli atleti azzurri che mai come quest'anno hanno brillato ai Giochi paralimpici 2024. Invece il neoministro della Cultura, Giuli, è andato a Venezia per la serata finale dell’ottantunesima Mostra del cinema e, benché pressato dai giornalisti, non ha voluto commentare il suo nuovo incarico. Amico di Pietrangelo Buttafuoco , presidente della Biennale, aveva già calcato il red carpet alla cerimonia di apertura l’ex presidente della Fondazione Maxxi, che ieri sera si è beccato subito le critiche di Nanni Moretti dal palco del Palazzo del cinema. Ricevuto il premio consegnato a Ecce bombo come vincitore della sezione Venezia Classici, Moretti ha lanciato un appello: «Ai colleghi produttori e registi: forse dovremmo essere più reattivi, più reattivi nei confronti della nuova, pessima legge sul cinema».Romano, 49 anni il prossimo 27 settembre, studi in filosofia alla Sapienza sposato con la collega della redazione di Sky Tg24 Valeria Falcioni, due figli nati nel 2016 e nel 2019, Giuli è stato in passato soprattutto un giornalista politico prima dell’incarico al Maxxi, affidatogli dallo stesso Sangiuliano. Già etichettato dal solito Matteo Renzi come «il primo ministro della Cultura senza laurea», dovrà indicare il suo successore alla fondazione di via Guido Reni nella Capitale dove scalzò l’«americana» Giovanna Melandri, già ministro della sinistra che qualche giorno fa aveva detto: «In inglese si dice not fit to rule. Ecco, Gennaro Sangiuliano è del tutto inadeguato a svolgere il suo ruolo e se ne deve andare».Per ora il Maxxi sarà gestito da Raffaella Docimo, docente e già consigliera anziana del cda (e persona fidata di Gennaro Sangiuliano), mentre per il sostituto si fanno i nomi di Marcello Veneziani, Umberto Croppi, ex assessore capitolino alla Cultura della giunta Alemanno ed ex presidente della Quadriennale di Roma, e Angelo Crespi, direttore della Pinacoteca di Brera.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/meloni-gela-boccia-2669146275.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="lhostess-di-pompei-provoca-ancora-via-i-guantoni-sono-colpi-al-vento" data-post-id="2669146275" data-published-at="1725776691" data-use-pagination="False"> L’hostess di Pompei provoca ancora: «Via i guantoni, sono colpi al vento» Attacca frontalmente Giorgia Meloni, cita Francesca Pascale, impazza su Instagram: Maria Rosaria Boccia non sembra avere alcuna intenzione di rientrare in quell’ombra dove era rimasta per 41 anni, fino all’esplosione del Gennygate. Ieri giornata piena, quella della bionda pompeiana, che accetta la sfida di Giorgia Meloni. Il premier, da Cernobbio, le riserva una legnata: «La mia idea delle donne», dice la Meloni, «è diametralmente opposta». Non esattamente il modo migliore per evitare altri post della Boccia, che non si lascia sfuggire l’occasione: prima si «geolocalizza”» sui social a Cernobbio (dove però non c’è), poi raccoglie un assist fornitole da Francesca Pascale. L’ex fidanzata di Silvio Berlusconi, su Instagram, pubblica un meme che riscuote un enorme successo: c’è l’immagine del fondatore di Forza Italia, in atteggiamento pensoso e con la scritta «dilettanti», e un #silviocimanchi mai così attuale. Un editoriale intero racchiuso in un’immagine, quella pubblicata da Francesca, che viene ripresa da Maria Rosaria Boccia, che cambia solo la didascalia da «dilettanti» a «dilettante». Ma alla bionda pompeiana non basta, e così pubblica un altro post, con l’immagine della Meloni che si soffia il naso e una lunga e sibillina didascalia: «Ogni donna deve essere libera di vivere la propria essenza, nel rispetto degli spazi altrui», scrive la Boccia, in risposta alla Meloni, «per comprendere appieno gli spazi conquistati è necessaria l’umiltà di ascoltare la storia con una mente aperta. Solo così possiamo definire quegli spazi fino a raggiungere la dimensione della verità, che apre la possibilità di scegliere consapevolmente e comprendere che ci sono strade diametralmente opposte tra cui scegliere. Tuttavia, ciò che vedo è una donna pronta allo scontro, che affronta la situazione con la forza di un pugile, che soffia il naso dopo il jab, ma non vede di aver sferrato un colpo al vento, senza intaccare la verità». Dove vuole arrivare, Maria Rosaria Boccia? Non si sa: quello che si sa è che nel vuoto pneumatico delle opposizioni, i suoi follower continuano ad aumentare (ieri eravamo a 115.000) e soprattutto sui social la sua popolarità, tra chi è contro il governo, cresce a dismisura. Anche i partiti d’opposizione iniziano a ergerla a paladina: «Ancora una volta», scrive su Facebook Vittoria Baldino, vicecapogruppo M5s alla Camera, «Giorgia Meloni sceglie la strada della mistificazione. Sangiuliano voleva nominare consulente la sua amante. Ma è tutto normale e giusto per il presidente Meloni, che non solo non si scusa, ma va oltre in pieno stile maschilista, dando sostanzialmente della poco di buono a Maria Rosaria Boccia. Eppure», aggiunge la Baldino, «sono convinta che il patetico racconto al quale abbiamo assistito in questi giorni sia solo la punta del gigantesco iceberg ancora sommerso». A difendere la Boccia arriva anche la capogruppo di Avs alla Camera, Luana Zanella: «La presidente Meloni», sottolinea la Zanella, «non può cavarsela criticando solo il presunto modello femminile rappresentato da Maria Rosaria Boccia, senza minimamente stigmatizzare quello maschile, ben incarnato dal ministro suo fiduciario, costretto alle dimissioni proprio dalla inaddomesticabile sua prescelta». Nessuno è in grado di prevedere se la Bocciamania scoppiata a sinistra convinca la bionda pompeiana a restare ancora sulla scena, oppure se si avvererà la previsione di chi, nel centrodestra, scommette che tra tre giorni nessuno parlerà più di lei. Considerate circostanze e precedenti, suggeriremmo alle opposizioni di non contare troppo su Maria Rosaria come ariete per far tremare ancora il governo: protagonisti e protagoniste di scandali estivi di questo genere, di consueto perdono presto la loro popolarità. A meno che l’operazione non sia più ingegnosa e complessa, ma questo lo scopriremo solo nelle prossime settimane.
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