2022-10-17
Luca Ciriani: «C’è un problema generazionale»
L’esponente di Fdi: «La coalizione non è quella di cinque anni fa. Ma lo sapevamo. I cittadini non perdonano una rottura, ma senza un esecutivo forte meglio non partire».Dopo lo strappo di Forza Italia, Luca Ciriani, già capogruppo di Fdi a Palazzo Madama non ha dubbi: «Non c’è tempo da perdere, l’Italia aspetta risposte».Cosa succede ora?«Quello che è successo in Senato è stato un grave errore di valutazione del momento: esiste un tempo per la trattativa, uno per le ambizioni delle persone, legittime e comprensibili, ma c’è anche il tempo delle decisioni per andare avanti. Questo non è avvenuto e ora bisogna riparare il danno, rimediabile certo, ma vanno fatte scelte e seguiti comportamenti nell’ordine della lealtà e della consapevolezza del periodo storico che stiamo vivendo. Non credo che gli italiani siano interessati al bilancino sulle nomine ma al governo che deve partire con quella stessa coalizione che è stata votata. Ci vuole enorme rispetto per il mandato che abbiamo ricevuto».Come si ricuce lo strappo?«Guardi i modi sono tanti, non sono io a suggerire se basta una telefonata o un incontro. Il modo si trova ma è fondamentale sapere che non possiamo iniziare a giocare su queste cose, la gente non ce lo perdonerebbe, abbiamo avuto un credito di fiducia dagli elettori talmente grande che non possiamo tradirlo, calpestarlo o ignorarlo. Servono lealtà e spirito di squadra». Fdi ne sa qualcosa…«Noi siamo stati per anni il partito più piccolo della coalizione ma abbiamo sempre agito nel nostro unico campo di gioco, eravamo il centrodestra e ci interessava la vittoria della coalizione. Ora, a parti invertite, deve esserci lo stesso spirito».Il mancato voto di Fi a Ignazio La Russa è uno sgarbo o un tradimento?«È un vero errore politico. Le offese e gli sgarbi contano poco, contano le scelte, è stato un errore nei confronti di tutti e di Fdi in particolare. Nessuno nel centrodestra ha gioito per lo spettacolo andato in scena, è stato un errore che va riparato per lavorare speditamente. Diversamente da quanto si è detto, ci siamo dati regole in campagna elettorale, sottoscritte e accettate, ovvero che nella coalizione chi avrebbe preso un voto di più avrebbe espresso il leader. Abbiamo vinto noi e spetta a Giorgia Meloni fare la sintesi. Tutti hanno ambizioni o aspettative che non verranno confermate ma non si fa il tira e molla. Dopo undici anni di sinistra finalmente un governo politico con una leader che più politica non si può. I cittadini non ci perdonerebbero».Pensa che se la Meloni fosse stato un uomo non ci sarebbero stati problemi?«Onestamente non lo so, non è un problema di genere ma probabilmente generazionale però è chiaro che il centrodestra di oggi non è quello di cinque anni fa, i rapporti di forza sono rovesciati, ma lo sapevamo già dalle scorse elezioni comunali e regionali. Ma ammesso che sia così, queste questioni non possono far velo alla necessità di dare un governo all’Italia perché o comprendiamo che fuori dai partiti c’è un Paese che ci guarda con fiducia o non andiamo lontano. Bisogna partire senza passi falsi, consapevoli che ci sono singole ambizioni ma il governo è più importante». La coalizione andrà unita al Colle? «Dobbiamo andare uniti, non posso immaginare una scelta diversa e se qualcuno pensa di farla se ne assumerà le conseguenze perché nessuno nel Paese lo capirebbe. Conosco la Meloni da tanti anni e so per certo che lei è convinta della grande responsabilità che ha nel dover formare un governo e dare risposte ai cittadini e io l’appoggio nel dire che dobbiamo farlo forte, e se non siamo in grado di farlo meglio non partire affatto. Non è un aut aut ma proprio il compimento di quanto detto in campagna elettorale».Idee chiare sui ministri?«Io non partecipo al totoministri ma la Meloni ha le idee più che chiare, attende l’incarico e poi i tempi saranno molto brevi. Io non vedo l’ora della partenza perché forse abbiamo perso troppo tempo…».