2025-05-24
Luís Figo: «Con Lozza celebro gli occhiali made in Italy»
L’ex calciatore ha lanciato una capsule collection con lo storico marchio tricolore: «Condividiamo la passione per l’eccellenza, la cura artigianale e l’autenticità. Uniamo mondi diversi ma complementari. Devo riconoscermi in quello che indosso».Con un campionissimo come Luís Figo, ormai nome famoso anche nel campo dell’abbigliamento e che con la sua collezione arriverà per la seconda volta al Pitti di Firenze il prossimo giugno, è inevitabile andare indietro nel tempo. Com’è iniziata la sua passione per il calcio?«Nelle strade di Almada, in Portogallo. Giocavamo ovunque e il pallone era il centro del nostro mondo. Fin da giovane, sapevo che il calcio era il mio cammino. I momenti chiave della mia carriera sono tanti, e ognuno di essi ha segnato un capitolo importante. L’esordio con lo Sporting Lisbona è stato il primo grande passo, un sogno che diventava realtà. Poi, il passaggio al Barcellona, un club che mi ha permesso di crescere e di vivere anni indimenticabili. E poi il Real Madrid, una delle sfide più grandi della mia carriera, con la consapevolezza di essere parte di una storia leggendaria. Ma il momento che più di tutti rimarrà nel mio cuore è la vittoria del Pallone d’oro nel 2000. Non era solo una vittoria personale: era il riconoscimento di anni di sacrifici, di lavoro e di passione. Era un sogno che avevo coltivato sin da bambino. Non è stato un trionfo individuale, ma un’emozione che ho condiviso con la mia famiglia, i miei compagni di squadra e tutti coloro che hanno creduto in me. È stata una tappa che ha dato una nuova dimensione alla mia carriera e alla mia vita. Un momento che non dimenticherò mai».Quale esperienza l’ha formata di più?«Ogni esperienza mi ha lasciato qualcosa, ma il passaggio dal Barça al Real Madrid è stato determinante. C’era tanta pressione, mediatica e personale. Quella fase mi ha insegnato a gestire le critiche e a mantenere l’equilibrio. Mi ha reso più forte, più consapevole, dentro e fuori dal campo».Come ha vissuto la transizione dopo il ritiro?«Non è mai facile passare a una nuova quotidianità. Ma mi sono preparato per tempo, cercando di restare attivo sia nel mondo del calcio sia in ambito sociale. La mia famiglia è stata un punto di riferimento fondamentale. Lo sport sarà sempre, una parte centrale della mia vita. È inevitabile che alcune sensazioni mi manchino: l’adrenalina prima di una partita, il calore del pubblico, il senso di appartenenza a una squadra. Tuttavia, ho imparato a vivere questa fase in modo diverso. Oggi guardo lo sport con un occhio più esterno, ma non meno coinvolto. Mi dà grande soddisfazione poter trasmettere ai giovani ciò che ho imparato, attraverso progetti legati al calcio o condividendo la mia esperienza». Ha sempre avuto uno stile molto riconoscibile. Quando è nata la passione per la moda?«Da giovane la cosa più importante era sentirmi a mio agio con quello che indossavo. Poi, col tempo, ho iniziato a prestare più attenzione ai dettagli: i tagli, la qualità dei materiali, il modo in cui un capo può valorizzare la tua personalità senza bisogno di esagerare. Viaggiando tanto ho avuto modo di entrare in contatto con tante culture diverse e modi unici di interpretare lo stile. Questo mi ha ispirato. Oggi la moda per me è un’estensione del carattere: un linguaggio silenzioso, ma molto potente».Come descriverebbe oggi il suo stile? Si considera un’icona di eleganza sportiva?«Non so se mi definirei un’icona, ma il mio stile è sobrio, curato, mai eccessivo. Mi piace un’eleganza naturale, che unisca comfort e raffinatezza. Forse sì, possiamo parlare di eleganza sportiva».Cosa cerca in un capo o in un accessorio?«Per me è fondamentale che ci sia autenticità. Devo sentirmi a mio agio e riconoscermi in ciò che indosso. Un capo o un accessorio devono trasmettere qualcosa, raccontare chi sei, senza bisogno di troppe parole. La qualità è essenziale, così come la cura per i dettagli e la storia che c’è dietro. Non mi piacciono le cose superficiali o solo appariscenti. Quando indossi qualcosa che ti rappresenta lo senti subito, ti dà sicurezza, forza, identità».Com’è nata la collaborazione con Lozza, brand storico italiano di occhiali?«In modo naturale, da un incontro basato su valori comuni. Lozza è un brand riconosciuto come marchio storico di interesse nazionale, che rappresenta l’eleganza senza tempo del made in Italy. Mi hanno colpito l’attenzione per i dettagli, la qualità dei materiali e il rispetto per una tradizione che sa continuamente rinnovarsi. È stato un onore unire il mio brand a un nome così importante». Quali valori condividete e come si riflettono nella collezione a cui ha collaborato?«Con Lozza condivido la passione per l’eccellenza, la cura artigianale e l’autenticità. La nostra capsule collection, Lozza x Lf Luís Figo, nasce proprio dall’incontro tra mondi diversi ma complementari: il design classico e raffinato italiano e il mio stile personale, più sportivo e contemporaneo. Ogni modello riflette questi valori: linee pulite, dettagli ricercati, equilibrio tra tradizione e innovazione. È una collezione pensata per chi vuole distinguersi senza ostentare, per chi cerca eleganza e carattere nello stesso oggetto».
Manifestazione a Roma di Ultima Generazione (Ansa)