2019-06-02
Lerner scivola sul balletto delle cifre. «L’Approdo» anti Lega è fuori budget
L'ad Rai Fabrizio Salini e il presidente e ad di Rcs Urbano Cairo / Ansa
L'operazione conferma una nuova tendenza Rai: la sostanziale deriva del M5s verso il Pd televisivo. La svolta con l'ad di viale Mazzini, Fabrizio Salini, ospite d'onore della magione di Carlo De Benedetti nelle Langhe.Doveva essere un trionfale sbarco in Normandia fra i visigoti della nuova Rai, invece L'Approdo diventa difficile, impervio. Perfino imbarazzante per il liberatore Gad Lerner davanti al costo dell'operazione pianificata dall'amministratore delegato Fabrizio Salini e dal direttore di Rai 3, Stefano Coletta. Perché 800.000 euro per cinque puntate in giugno (si parte domani sera) e luglio in seconda serata sulla terza rete sono tanti soldi, un investimento fuori budget che sta creando polemiche feroci dal punto di vista amministrativo - sono pur sempre denari dei contribuenti -, ma soprattutto politico. Il blitz doveva passare sotto silenzio, ma qualcosa come sempre non ha funzionato e ora i protagonisti hanno una patata bollente da gestire. Il conduttore con il pédigrée di sinistra ma il portafoglio posizionato molto a destra (come insegnava Barrault) ieri mattina si è svegliato male; i conti in tasca al suo programma fatti da La Verità gli hanno mandato di traverso il croissant. Il Lerner scandalizzato ha subito lanciato un tweet fumogeno a uso e consumo dei suoi fan: «Evviva! Belpietro mi ha dato l'aumento, 60.000 euro a puntata. O sarà la sua ennesima fake news? Voi che ne dite?». Tralasciando l'uso del termine fake come se fosse un salvagente con l'ochetta, diciamo che il riassunto è semplice. Ottocentomila euro è il costo dell'intero talk show, con spese così suddivise: 500.000 euro per la produzione e 300.000 per i contenuti editoriali in capo a Lerner e al suo staff. Contando solo questi ultimi per carità di patria (niente passerella, niente produzione), l'esborso è di 60.000 euro a puntata che rappresenta un colpo al cuore per l'azionista (il ministero delle Finanze), che aveva dato mandato all'ad in quota Movimento 5 stelle di privilegiare le risorse interne e di operare una virtuosa spending review. In un'intervista a La Repubblica, Lerner spiega che il suo ricavo personale «assomma a 69.000 euro lordi (che quindi diventano la metà) per quattro, cinque mesi di lavoro. Cifre ufficiali che ho il potere di divulgare. Non so se la Rai vorrà dire della nostra minuscola redazione, del cachet della mia coautrice Laura Gnocchi». Prendiamo atto della magnanima suddivisione interna del compenso, ma sempre 60.000 a puntata sono gli euri che la Tv di Stato mette a borderò, ovviamente lordi come gli stipendi, le parcelle, i compensi che ogni contribuente italiano percepisce secondo l'aliquota fiscale di riferimento. Non risulta che la Rai possa pagare in nero.La cifra è in ogni caso esorbitante per una trasmissione definita «artigianale» dagli stessi sponsor politici, piazzata sulle soglie dell'estate alle 23.10, dunque in una fascia da 3%, 4% di audience. E lo è ancora di più se equiparata a programmi in onda nelle stagioni forti su reti con maggiore audience e in fasce orarie nobili. L'esempio più lampante è Porta a Porta, doppiato da siffatto cachet nonostante la popolarità, i numeri e il prestigio ultraventennale del talk di Bruno Vespa. Ma è evidente che per Lerner l'obiettivo principale non è fare ascolti e per Salini non è il ritorno economico dell'operazione, ma la narrazione marcatamente antileghista di questa stagione italiana, cavallo di battaglia di Lerner in tutta la sua carriera. La sinistra televisiva ha sempre potuto contare su due bulldog di riferimento: Michele Santoro da opporre a Silvio Berlusconi e Lerner da opporre alla Lega. Lo conferma un fatto, l'obiettivo numero uno di L'Approdo ancor prima che le telecamere si accendano è Matteo Salvini, colpevole di aver chiesto chiarezza sui conti. «Capisco che nella sua mentalità la caccia debba continuare», esibisce i canini affilati il Gad «e lui debba mostrarsi in cerca di una preda, ma stavolta il bottino si rivelerà magro. Fra i nostri temi ci saranno il buonismo, i radical chic e la nuova destra». La scenografia di un barcone sfondato con sei mesi di ritardo sui presepi dei migranti chiarisce un po' meglio lo sviluppo contestuale degli argomenti. Illuminanti sono altri spunti tralasciati nella presentazione come il ritorno dell'ignoranza in politica, l'analfabetismo strisciante, il nazionalismo in economia, il turpiloquio come arma di confronto. Tutti pilastri dello storytelling radical chic che, afflitto da superiority complex nei confronti delle «classi subalterne», non si stanca di dipingere un'Italia terribile, razzista e meschina, colpevole di non votare più come dovrebbe. Un'Italia da gettare a mare con l'aiuto delle Ong di Luca Casarini, dell'Anpi e delle élite barricate, laddove il termine indica vini invecchiati più che sacrifici in montagna.L'operazione conferma una nuova tendenza Rai, la sostanziale deriva del Movimento 5 stelle verso il Pd televisivo, radicatissimo dentro i corridoi di Saxa Rubra e nel sindacato. Un percorso confermato dalla consonanza totale fra il grillino Salini e Coletta, nominato direttore nel periodo del governo di Paolo Gentiloni. Così, nella Rai del cambiamento mancato, torna il tempo di Gad Lerner. La svolta s'era intuita un mese fa a Dogliani, la perla delle Langhe, durante il Festival della Tv. In quell'occasione Carlo De Benedetti è solito ricevere il gotha progressista nella sua magione di campagna, in una cena esclusiva tra firme di Repubblica e pilastri del radicalismo mediatico pronti alla resistenza contro i visigoti. L'ospite d'onore di quest'anno al cospetto della famosa Brigata Salotto era Fabrizio Salini, oggi silente. Il cerchio si chiude.
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È stato pubblicato sul portale governativo InPA il quarto Maxi Avviso ASMEL, aperto da oggi fino al 30 settembre. L’iniziativa, promossa dall’Associazione per la Sussidiarietà e la Modernizzazione degli Enti Locali (ASMEL), punta a creare e aggiornare le liste di 37 profili professionali, rivolti a laureati, diplomati e operai specializzati. Potranno candidarsi tutti gli interessati accedendo al sito www.asmelab.it.
I 4.678 Comuni soci ASMEL potranno attingere a queste graduatorie per le proprie assunzioni. La procedura, introdotta nel 2021 con il Decreto Reclutamento e subito adottata dagli enti ASMEL, ha già permesso l’assunzione di 1.000 figure professionali, con altre 500 selezioni attualmente in corso. I candidati affrontano una selezione nazionale online: chi supera le prove viene inserito negli Elenchi Idonei, da cui i Comuni possono attingere in qualsiasi momento attraverso procedure snelle, i cosiddetti interpelli.
Un aspetto centrale è la territorialità. Gli iscritti possono scegliere di lavorare nei Comuni del proprio territorio, coniugando esigenze professionali e familiari. Per gli enti locali questo significa personale radicato, motivato e capace di rafforzare il rapporto tra amministrazione e comunità.
Il segretario generale di ASMEL, Francesco Pinto, sottolinea i vantaggi della procedura: «L’esperienza maturata dimostra che questa modalità assicura ai Comuni soci un processo selettivo della durata di sole quattro settimane, grazie a una digitalizzazione sempre più spinta. Inoltre, consente ai funzionari comunali di lavorare vicino alle proprie comunità, garantendo continuità, fidelizzazione e servizi migliori. I dati confermano che chi viene assunto tramite ASMEL ha un tasso di dimissioni significativamente più basso rispetto ai concorsi tradizionali, a dimostrazione di una maggiore stabilità e soddisfazione».
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Roberto Occhiuto (Imagoeconomica)