2023-03-23
La lista nera di Mosca per i negoziati: mezza Nato non discuterà di pace
Vladimir Putin esclude Usa, Inghilterra, Germania e Francia dalle trattative. E minaccia l’Occidente per gli armamenti a uranio impoverito: «Gioca con il fuoco». Zaporizhzhia di nuovo sotto attacco. L’Aiea: «Sicurezza precaria».Ieri mattina il presidente cinese, Xi Jinping, ha lasciato Mosca. Una visita di tre giorni la sua che ha suscitato reazioni piuttosto ostili da parte dell’Occidente, Stati Uniti in primis. Con dichiarazioni criticate con forza dal Cremlino. Il segretario di Stato americano, Antony Blinken, in un’audizione al Senato, ha detto: «Finora non abbiamo ancora visto la Cina superare la linea delle forniture di armi letali alla Russia. La Cina sta guardando al conflitto in Ucraina “molto attentamente” e trarrà lezioni da come il mondo si oppone all’invasione russa», ha continuato Blinken, sottolineando che la posta in gioco nel conflitto in corso va ben oltre l’Ucraina, con un profondo impatto in Asia.La Cina ha presentato a Vladimir Putin il suo piano di pace, rifiutato a priori dall’Occidente, tuttavia una discussione con il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky non c’è stata. Questo perché, secondo il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov: «è una questione che devono affrontare Cina e Ucraina». E probabilmente il tema verrà discusso perché «la posizione» della Cina sulla questione ucraina è chiara e coerente. «La Cina mantiene contatti con tutte le parti», ha chiarito il portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, Wang Wenbin. Mentre Xi si trovava a Mosca, infatti, un alto funzionario ucraino ha detto alla Cnn che sono in corso discussioni con Pechino per organizzare una telefonata fra il presidente cinese e il presidente ucraino.Nel frattempo Mosca, tramite il ministero degli Esteri, ha chiarito che Usa, Regno Unito, Germania e Francia non potranno partecipare ai colloqui di pace sull’Ucraina, perché non possono essere considerati mediatori affidabili in alcun negoziato di pace, dato il loro coinvolgimento nel conflitto. «Tutti e quattro i Paesi citati», ha riferito il ministero russo, secondo Newsweek, «sono loro stessi parti del conflitto: sostengono le iniziative di pseudo-pace di Zelensky, che sono requisiti di ultimatum per la resa del nostro Paese. Non sono interessati a risolvere la crisi e stanno facendo di tutto per massimizzare il confronto». Il viceministro degli Esteri, Sergei Ryabkov, ha aggiunto: «La probabilità di un conflitto nucleare è la più alta di qualsiasi cosa abbiamo avuto negli ultimi decenni». Insomma, il livello dello scontro diplomatico si è alzato molto e tutto è iniziato in seguito al mandato d’arresto internazionale emesso dal tribunale dell’Aia nei confronti di Putin e accolto molto male dallo zar, che ha annunciato l’apertura di un’indagine penale contro il pubblico ministero e tre giudici della Corte penale internazionale. Minacce poi respinte dalla Corte. Sul tema ieri è anche tornato il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov: «La Cpi è guidata da un procuratore anglosassone naturalizzato che soddisfa le richieste dei suoi proprietari, che vietano a questo corpo di giustizia di indagare sui crimini dei Paesi della Nato». Resta caldo anche il tema delle armi a uranio impoverito promesse da Londra. Un annuncio che il ministero della Difesa britannico ha confermato, aggiungendo che si tratta di una procedura «standard», utilizzata «da decenni». «Non sono munizioni nucleari, sono munizioni puramente convenzionali», ha chiarito al Guardian il ministro degli Esteri britannico, James Cleverley. «Quindi non c’è escalation nucleare. L’unico Paese al mondo che parla di questioni nucleari è la Russia». Nel mirino di Mosca non c’è solo l’Ucraina ma anche gli Usa, rei, secondo il Cremlino, di «giocare con il fuoco». «Non mettete alla prova la nostra pazienza», avverte la Russia, «continuando i sorvoli di droni sul Mar Nero». Nelle stesse ore Putin ha assegnato l’onorificenza ai piloti che hanno fatto precipitare il drone Usa. Lo scontro infuria anche sul campo. Una pioggia di droni su Kiev ha provocato sette morti ma è Zaporizhzhia che ieri si è scatenato l’inferno. «La Russia sta bombardando la città con ferocia bestiale», è la denuncia di Zelensky. «Si spara contro aree residenziali in cui vivono persone comuni e bambini». Un morto e 32 feriti il bilancio provvisorio. Ma il rischio è che la situazione potrebbe sfuggire di mano. «La sicurezza nucleare alla centrale di Zaporizhzhia rimane in uno stato precario. Chiedo ancora una volta un impegno da tutte le parti per garantire la sicurezza nucleare e la protezione della centrale», è l’allarme lanciato dal direttore generale dell’Aiea, Rafael Mariano Grossi.Sempre Zelensky ieri ha fatto una visita a sorpresa sul fronte orientale, vicino a Bakhmut, e rivolgendosi ai soldati ha detto: «Grazie perché proteggete lo Stato, la sovranità e l’Est dell’Ucraina». Poi ha raggiunto Kharkiv, la città più martoriata del Paese. Ma l’intera Ucraina è ormai un cummulo di macerie. E la Banca mondiale (insieme alle Nazioni Unite, l’Unione europea e il governo ucraino) ha stimato che per la ripresa e la ricostruzione del Paese saranno necessari 411 miliardi di dollari. Anche in Italia si discute di come si possa arrivare alla pace dopo un anno di guerra. Ieri si è tenuto il convegno «Russia-Ucraina: un tavolo per la pace», dove, anche se fuori dal Parlamento, esponenti di tutti gli schieramenti (tranne Fratelli d’Italia, che era assente) hanno discusso della possibilità di avviare una via diplomatica per la pace. «I Paesi dell’Europa centrale come l’Italia hanno sempre avuto una posizione di mediazione nella storia. Questo è un dibattito normale e c’è anche negli Stati Uniti», sono state le parole del senatore della Lega Massimiliano Romeo.