2018-05-13
Ossessione Galantino:
servono più immigrati
Il segretario generale della Cei, monsignor Nunzio Galantino, invita l'esecutivo nascente a occuparsi dei «veri bisogni» dei cittadini: Europa e stranieri.Se i leader politici faticano a indicare la rotta in questo mondo caotico e complicato, fortuna che ci sono guide spirituali capaci di tracciare un sentiero chiaro. Ad esempio il segretario generale della Cei, monsignor Nunzio Galantino. Nei giorni scorsi, parlando alla presentazione di un libro celebrativo sui cinquant'anni della fondazione Migrantes, il prelato ha offerto un messaggio di speranza: «Mi auguro che questo governo abbia come punto di partenza la voglia di mettere orecchio alle condizioni concrete e alle attese reali delle persone», ha detto a proposito del nascente esecutivo. Bisogna, insomma, che chi si appresta a governare si tari «sulla realtà e sui bisogni reali». E quali sono, secondo Galantino, le reali esigenze dei cittadini? Si riassumono in due punti: più immigrati e più Europa. Splendido vero? Il monsignore sì che ha compreso i desideri profondi degli italiani. Lui sì che è sintonizzato sulla giusta frequenza, ha il polso della situazione. A suo parere, «dobbiamo intensificare l'attenzione al tema e alla realtà della mobilità umana, ricordando che non è frutto di sensibilità emotiva o di mero orientamento culturale. Oggi più che mai va recuperata e intensificata la consapevolezza che ad aprirci all'accoglienza è il Vangelo, la Parola di Dio».Ovvio, dobbiamo spalancare i confini perché lo dice Dio, con il quale Galantino ha sicuramente avuto un colloquio a quattr'occhi. Dev'essere così, altrimenti non si spiega la sicumera con cui il segretario della Cei bacchetta persino la Chiesa. «Nei nostri consigli pastorali», dice il monsignore, «è cresciuta l'avversione a queste realtà», cioè all'accoglienza sregolata. Motivo per cui «dobbiamo stare attenti a quello che succede nella nostra Chiesa». Chiaro, no? I preti non si permettano nemmeno di opporsi all'invasione. Anzi, aggiunge Galantino, « va denunciata con chiarezza la contraddizione di certe forme di religiosità o di richiami a simboli religiosi che pretendono di convivere con il rifiuto dell'accoglienza di chi è costretto a mettersi in cammino». Scomunica per chi critica l'accoglienza. E pazienza se Giovanni Paolo II ricordava che il primo diritto degli esseri umani è quello di rimanere a casa propria e svolgere lì una buona vita. Il rappresentante dei vescovi, però, non parla soltanto alle sue pecorelle. Egli si rivolge alle forze politiche che, in queste ore, stanno cercando di formare un governo, in particolare la Lega e i 5 stelle. «Certi politici», ha spiegato Galantino, «ci hanno costretti a pensare alle migrazioni come ad un tema che riguarda il Mediterraneo. Ma non è così». Il riferimento a Matteo Salvini non è nemmeno troppo velato. Ma, onde fugare ogni dubbio, il prelato rincara la dose, avventandosi contro le «culture politiche che fanno del rifiuto del migrante la loro bandiera».La Cei riparte da dove aveva concluso qualche mese fa, e cioè da una posizione che più immigrazionista non si potrebbe e da una strenua opposizione ai cosiddetti populisti. «Non ho letto ancora il programma», ha detto Galantino a proposito dell'esecutivo nascente. «Non ho capito quali sono i punti di non ritorno del governo rispetto a questi temi, compreso quello della mobilità umana. La posizione della Chiesa è nota, ed è legata non a scelte politiche ma al mandato evangelico». E il Vangelo secondo Nunzio impone di prendere chiunque arrivi su un barcone. Se poi i gentili ospiti causeranno problemi enormi agli autoctoni (oltre che a sé stessi), poco male. L'importante è capire che «la povertà, il bisogno, la fatica di vivere, non hanno colore di pelle né condizione sociale. Esiste soltanto ed esige una risposta. Noi non possiamo rimanere inerti». Chiuso il capitolo migranti, si apre quello riguardante l'Unione europea. Anche su questo tema Galantino si sente in dovere di dire la sua. «La Chiesa guarda con grande attenzione e speranza alle nazioni e ai popoli uniti. Non penso che le condizioni politiche, economiche e sociali permettano oggi di fare i navigatori solitari», ha dichiarato. Salvini e Luigi Di Maio sono avvisati: l'antieuropeismo non è gradito ai vescovi, si regolino di conseguenza.Lo dice San Nunzio, e lui sì che conosce «i bisogni reali» dei cittadini. Rapine, furti, violenze, omicidi, terrorismo, spaccio: tutti questi piacevoli corollari dell'immigrazione di massa, con cui noi componenti del popolo bue dobbiamo fare i conti, non sfiorano nemmeno il monsignore. Non lo toccano neppure i drammi causati da Bruxelles e dalle imposizioni dei burocrati Ue. A Galantino interessa soltanto la parola di Dio. Peccato che un po' troppo spesso la confonda con la propria.
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