2025-10-09
La Fenice, sindacati in sciopero contro la nomina della Venezi
Ma il britannico «Telegraph» contesta la campagna: «La rivolta puzza di sessismo».in concomitanza con la prima di Wozzeck a seguito della nomina di Beatrice Venezi a direttore musicale dell’Orchestra. A seguito dello stato di agitazione proclamato il 27 settembre si è svolto oggi (ieri, ndr) un incontro con i vertici del Teatro La Fenice, alla presenza del sindaco Luigi Brugnaro. In apertura, la Rsu ha ribadito la richiesta di revocare la nomina del maestro Venezi a direttore musicale, come deliberato dall’ultima assemblea generale. Il sindaco ha proposto di avviare un percorso conoscitivo con il nuovo direttore designato», aggiunge il comunicato, «confermandone tuttavia la nomina. La Rsu e le Ooss hanno dichiarato la propria disponibilità a intraprendere tale percorso solo a seguito della revoca preventiva della nomina del direttore musicale. La Rsu, unitamente alle Ooss, proclama pertanto lo sciopero per venerdì 17 ottobre, in concomitanza con la prima di Wozzeck. Alle ore 18:00 si terrà un’assemblea pubblica, in luogo che sarà comunicato nei prossimi giorni, aperta anche ai colleghi delle altre istituzioni culturali che hanno espresso solidarietà al Teatro La Fenice e all’intera cittadinanza». Siamo di fronte a una vera e propria guerra ad personam che, al di là del merito della questione, ovvero il curriculum della Venezi, ha ormai suscitato indignazione anche fuori dai confini nazionali. Ieri il quotidiano britannico The Telegraph ha dedicato un articolo alla vicenda parlando apertamente di sessismo: «La reazione della sinistra contro questo affascinante direttore d’orchestra italiano», si legge nell’articolo, «puzza di sessismo. La nomina di Beatrice Venezi a direttore della Fenice ha scatenato un’ondata di rabbia ipocrita. La nomina di una donna alla guida di questa leggendaria istituzione avrebbe dovuto essere motivo di gioia. Invece ha scatenato un’ondata di rabbia propriamente operistica. Il sindacato dei lavoratori comunali», si legge ancora, «è furioso perché afferma che la decisione è stata presa a porte chiuse, senza consultare i lavoratori. Nel frattempo, i musicisti dell’orchestra e del coro sono furiosi perché affermano che Venezi non è all’altezza del compito e hanno minacciato di rifiutarsi di lavorare con lei. I musicisti dell’orchestra e del coro della Fenice affermano che Venezi non è all’altezza del compito. Ciò che alimenta davvero questa rabbia è che la nomina di Venezi rientra in una serie di nomine palesemente politiche nel mondo dell’arte italiano. Come Donald Trump negli Stati Uniti, Giorgia Meloni, il primo ministro italiano, è determinata a lasciare il suo segno sulla vita culturale del Paese». L’autore dell’articolo precisa: «Niente di tutto ciò significa che Venezi non abbia un vero talento. L’ho ascoltata dirigere l’affascinante opera L’Amico Fritz di Mascagni all’Opera Holland Park nel 2021, un’impresa difficile da realizzare con i suoi continui cambi di umore e ritmo,cosa che ha fatto con stile e grazia. E non possiamo prendere per oro colato le critiche che le vengono rivolte. C’è un forte sentore di ipocrisia in questa indignazione per “l’ingerenza politica”, che proviene da un sistema artistico socialista fino al midollo dalla fine della seconda guerra mondiale».Intanto ci sono anche segnali in controtendenza. Eike Schmidt, già direttore degli Uffizi, oggi direttore del Museo di Capodimonte di Napoli e consigliere comunale a Firenze, ha annunciato di volersi abbonare alla Fenice proprio in solidarietà con la Venezi, assieme ai consiglieri comunali fiorentini Paolo Bambagioni e Massimo Sabatini.
Veduta aerea di San Paolo (IStock)