2020-07-21
La Chiesa si scopre un’anima gretina. La catechesi è un manuale di ecologia
Il documento della Santa Sede nel quinto anniversario dell'enciclica «Laudato si'» sembra uscito da Davos. E sostiene che una cattiva comprensione dei principi evangelici ha portato a giustificare l'abuso sulla natura.La Santa Sede il 31 maggio 2020, in occasione del V anniversario della presentazione dell'enciclica Laudato si', ha pubblicato un documento - Lettera enciclica - riferito alla necessità di ricerca di uno sviluppo sostenibile e integrale. Questo documento è, secondo me, destinato ad avere un grande peso sulla nuova dottrina sociale della Chiesa. Si tratta di un documento lungo (226 pagine), complesso, ma molto ben strutturato. Suggerisco di leggerlo con attenzione perché potrebbe cambiare la nostra vita, molto più di tante altre ipotesi formulate per la post pandemia Covid. Il titolo è: «Tavolo interdicasteriale della Santa Sede sulla ecologia integrale - In cammino per la cura alla casa comune». Il documento si direbbe voler essere un manuale ecologico, piuttosto inconsueto nella forma, ma molto ben concepito e strutturato, tanto da lasciar intuire un intervento esterno allo stile della Santa Sede. Magari ha esagerato, attraverso citazioni continue, nel voler dimostrare la continuità della attuazione di Laudato si' con il magistero precedente e nel confermare la vecchia dottrina sociale della Chiesa . Poiché viene proposto e suggerito come prassi attuativa di Laudato si', merita particolare attenzione perché potrebbe (dico potrebbe) esser interpretato o immaginato quale introduzione o premessa di una proposta per incorporare l'ambientalismo nel Magistero della Chiesa. E persino lasciar fantasticare una evoluzione a una successiva forma di religione universale ambientalista. Una prima lettura lascia immaginare che il messaggio chiave del documento sia quello di proporre che la missione prioritaria della Chiesa in questo momento storico sia la cura dell'ambiente. La Chiesa appare essere cosciente di dover soprattutto essere custode dell'opera di Dio, messa in pericolo dall'uomo individualista ed avido. Ma, pur condividendo il nobile intento, si fatica a comprendere perché, per attuare questa cura della casa comune, la Chiesa non si limiti a proposte di carattere spirituale per - cambiare il cuore dell' uomo e non gli strumenti - (come sottintende Benedetto XVI in Caritas in Veritate). Si fatica a comprendere perché la Chiesa, che è esperta di «anime», non si concentri a migliorare il cuore dell'uomo, aggiornando una strada alla santità nel XXI secolo, insegnandogli anzitutto a imitare Cristo nel XXI secolo. Anziché lasciare intendere di prospettargli un ruolo di buon ortolano-giardiniere del creato, per trasformarlo in protettore della natura, da avido predatore che sembra essere. Così come è, si potrebbe mal interpretare il documento intendendo che la conversione dell'uomo non avviene evangelicamente ma secondo due strade: una prima - tecnico, economico, finanziaria - e una seconda etico, sociale, educativa.Nel testo viene spiegato come riuscirci secondo una struttura molto operativa e, come ho anticipato, ci sono molti spunti buoni che meritano riflessioni adeguate. Per esempio, nel documento ci si domanda cosa sia conversione. E implicitamente si risponde che è la trasformazione della nostra vita in relazione con il creato. Per riuscirci si deve fare contemplazione ecologica, per esempio all'aria aperta... Ci si domanda cosa sia ecumenismo e si risponde che è promuovere il dialogo con chi ama il creato, attraverso progetti comuni per proteggere la casa comune. Seguono molte altre domande e risposte. Per esempio il dialogo interreligioso mira alla promozione dell'ordine sociale ecologicamente, perché ecologia è problema spirituale. La famiglia è il luogo ove avviene la conversione ecologica educativa, ai figli si deve insegnare come proteggere il creato. Le scuole sono strutture pedagogiche per la conversione ecologica. Per esempio già all'asilo si deve insegnare il riciclo dei rifiuti, si devono fare visite guidate in orti botanici e così via. Nelle università si deve insegnare cosa è la sostenibilità per il pianeta. La catechesi in pratica dovrebbe diventare insegnamento di ecologia integrale, centrata sul fondamento che una passata cattiva comprensione dei principi evangelici (!) ci ha portato a giustificare l'abuso della natura. Ci dovrebbe essere persino una liturgia ecologica che possa incorporare questi princìpi, perché è evidente che la fede in Cristo è fede nella creazione. Il documento prosegue in forma semimanualistica a insegnare come alimentarci, trattare l'acqua, l'energia ecc. Conclude mostrando l'esemplarità dello Stato della Città del Vaticano in materia ecologica, spiegando che fa raccolta differenziata, non spreca acqua, si cura del verde dei giardini vaticani, riduce il consumo energetico con nuove installazioni luminose (dalla Sistina al colonnato di piazza San Pietro). Suggerisco «caldamente» la lettura di questo documento (sembrerebbe uscito da Davos). E honi soit qui mal y pense...