2023-11-11
«La bimba vive, non è un tronco»
Alfredo Mantovano (Imagoeconomica)
Il sottosegretario Alfredo Mantovano: «Non merita di essere uccisa». Appello di Comunione e liberazione: «È giusto spendersi in ogni modo per accompagnare chi soffre»«Ha una grave malattia, certo, ma che merita di essere curata non stroncata staccando le macchine. È viva, reagisce, è vitale, non è un tronco»: il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, non si rassegna alla fine di Indi Gregory. «Non so», aggiunge Mantovano, «chi ha parlato di accanimento terapeutico quali dati avesse per fare una valutazione di questo tipo. La nostra valutazione è che ogni vita umana, soprattutto quella con maggiori condizioni di disagio, deve essere messa al centro dell’attenzione di tutti».Accorata la presa di posizione del presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione, Davide Prosperi: «In queste ore di trepidazione, di mobilitazione e di preghiera per la piccola Indi Gregory», sottolinea Prosperi, «ore nelle quali in tanti e giustamente si battono affinché i suoi genitori possano vedere accolto il loro desiderio di accompagnarla con tutto il loro amore e col supporto di una adeguata struttura sanitaria, per il tempo che le è dato di vivere, emerge drammaticamente quella domanda radicale che è alla base di ogni pur necessaria discussione sulle implicazioni etiche, educative e giuridiche della vicenda. Ed è la domanda su quale senso abbia il dolore e in particolare, come in questo caso, del dolore innocente. Comunione e Liberazione», recita una nota, «è vicina a lei e ai suoi genitori e sostiene le loro richieste anche alla luce della disponibilità dell’Ospedale Bambin Gesù di Roma ad accogliere Indi e dell’impegno del Governo italiano a prendersi carico del loro trasferimento».«Il giudice inglese che si occupa del caso», argomenta ancora Prosperi, «sostiene infatti che è «nell’interesse di Indi» non prolungare la sua sofferenza. Un «interesse» che i genitori della bimba, secondo il giudice, non sarebbero in grado di vedere». «Il dolore e il limite sono dunque una obiezione che «deve» avere la meglio sulla vita e sull’amore? Andando al fondo della questione: perché Dio permette il dolore innocente?», chiede il presidente della Fraternità di Cl. «Credo che solo lasciandosi ferire dall’aculeo di questa domanda si possa guardare ciò che sta accadendo a Indi e ai suoi genitori con speranza e si possa essere al loro fianco senza lasciarsi sovrastare dalla sofferenza, dalla fatica, dall’incomprensione del mondo, «l’inferno» di cui ha parlato il padre di Indi uscendo dal tribunale. E comprendere», dice ancora Prosperi, «perché in questo caso il giudice ha torto e i genitori di Indi hanno ragione: se la sofferenza ha un significato, allora è giusto spendersi in ogni modo possibile per accompagnare chi soffre, con quell’amore e quella cura che ogni persona, nel suo grande mistero, merita».«Ci vuole del coraggio per condividere la sofferenza degli uomini», ammonisce il presidente della Fraternità di Cl, che ricorda un’esperienza personale: «Qualche anno fa «, ricorda Prosperi, «l’associazione La Mongolfiera, una onlus impegnata nell’aiuto alle famiglie con figli disabili, mi chiese di scrivere la prefazione al libro che racconta la loro storia attraverso le testimonianze di famiglie coinvolte. Scrivere quel testo mi costrinse anzitutto ad affrontare quelle stesse domande». Un commento arriva anche dal ministro della Salute, Orazio Schillaci: «Adesso vediamo, noi abbiamo dato la cittadinanza alla bambina. Vediamo cosa decidono i giudici inglesi. Comunque siamo pronti ad accoglierla in Italia».
Edoardo Raspelli (Getty Images)
Nel riquadro: Mauro Micillo, responsabile Divisione IMI Corporate & Investment Banking di Intesa Sanpaolo (Getty Images)
L'ex procuratore di Pavia Mario Venditti (Ansa)