2025-09-13
Kirk, Trump sconvolto: «Era come un figlio. L’assassino merita la pena di morte»
Il presidente Usa confida a Fox News di non essere riuscito a guardare il video del delitto. Poi chiarisce: «È un episodio isolato». Il governatore dello Utah, Cox: «Siamo a un punto di svolta della storia».L’eco dello sparo che ha ucciso Charlie Kirk fa ancora rumore. E continuerà a farlo per molto tempo. Come ha dichiarato ieri in conferenza stampa il governatore dello Utah, Spencer Cox, l’omicidio del giovane attivista conservatore rappresenta uno spartiacque nella storia americana: «Sono convinto che questo sia davvero un punto di svolta nella nostra storia», ha affermato il governatore repubblicano. Che poi ha aggiunto: «La vera domanda è: che tipo di svolta sarà? Questo capitolo deve ancora essere scritto. Sarà la fine di una pagina buia della nostra storia o l’inizio di una ancora più oscura?».Peraltro, ha proseguito Cox, «se pensiamo ai grandi assassinii politici avvenuti in questo Paese contro figure di tale rilievo, il richiamo alla fine degli anni Sessanta diventa inevitabile». Tuttavia, ha fatto notare il governatore, c’è una differenza rispetto alla fase storica in cui fu ucciso John Fitzgerald Kennedy: «Il fatto che tutto sia stato ripreso così crudelmente dalle telecamere», ha precisato Cox, «e che sia a portata di mano in ogni momento sui nostri telefoni, ci mette di fronte a un problema: come esseri umani non siamo biologicamente né storicamente preparati ad assorbire immagini di violenza di questo genere». In effetti, la dimensione altamente mediatizzata dell’assassinio di Kirk, avvenuto nell’epoca dei social, non è paragonabile a un tempo, quello degli anni Sessanta, in cui non tutti i cittadini avevano una televisione in casa. Questo fatto però, sottolinea Cox, ci espone anche a un altro pericolo: «C’è una quantità enorme di disinformazione che stiamo monitorando: i nostri avversari cercano di alimentare la violenza diffondendo notizie false e incitando allo scontro. Il mio invito è di non dar loro ascolto e di spegnere quei canali». Insomma, per il governatore dello Utah, «la nostra nazione è spaccata al suo interno» e «niente di ciò che dico può riunire il Paese». Eppure, ha aggiunto Cox, «ognuno di noi deve riflettere su dove siamo e su dove vogliamo andare. Charlie credeva nel potere della libertà di parola per formare le idee e convincere le persone attraverso il dibattito». Poco dopo l’arresto di Tyler Robinson, su cui Cox ha poi riferito nel dettaglio alla stampa, si è espresso anche Donald Trump. Durante un’intervista a Fox News, il presidente degli Stati Uniti ha prima riassunto le tappe della cattura dell’assassino e, successivamente, si è nuovamente soffermato sulla matrice politica dell’omicidio. L’uccisione di Kirk, ha riferito Trump, sembra essere un «episodio isolato», ma che comunque si inserisce in un clima ideologico avvelenato: non a caso, durante l’ultima campagna elettorale, lo stesso tycoon è stato vittima di due attentati, uno dei quali poteva essergli fatale. «Kirk era come un figlio», ha ricordato con commozione il presidente americano, definendo il giovane attivista come «un ragazzo brillante» che «mi ha aiutato con TikTok» e che ha contribuito a conquistare alla causa repubblicana milioni di giovani elettori. Trump, peraltro, ha confessato di non aver avuto il coraggio di guardare il video dell’omicidio, a maggior ragione dopo aver sentito che i filmati sono «orribili». Il tycoon ha inoltre confermato di aver avuto un «lungo colloquio» con Erika Frantzve, la vedova del defunto, e di averla sentita «assolutamente sconvolta e devastata». Per quanto riguarda Robinson, invece, Trump ha dichiarato: «Immagino che verrà dichiarato colpevole e spero che venga condannato a morte». Del resto, ha aggiunto, «nello Utah c’è la pena di morte e lì c’è un ottimo governatore». E lo stesso Cox, nella sua conferenza stampa, ha assicurato: «I funzionari statali si stanno muovendo per chiedere la pena di morte se il caso arriverà a processo».Nella giornata di ieri, inoltre, la salma di Kirk è rientrata in Arizona, terra natale dell’attivista, a bordo dell’Air Force Two, scortata dal vicepresidente JD Vance. La bara era stata caricata sull’aereo presso la base della Guardia nazionale di Salt Lake City, dove Vance ha partecipato in prima persona al trasferimento del feretro insieme a un picchetto militare. Accanto a lui era presente la moglie, Usha, che ha accompagnato la vedova: vestite entrambe di nero, le due donne sono scese insieme dall’aereo all’arrivo a Phoenix, mano nella mano, accolte da decine di sostenitori che sventolavano bandiere americane. Erika, visibilmente provata, ha comunque trovato la forza per ringraziare la folla. Vance, tra l’altro, aveva già rinunciato a partecipare alle commemorazioni dell’11 settembre proprio per essere al fianco della famiglia Kirk.
Charlie Kirk (Getty Images). Nel riquadro Tyler Robinson