L’Unesco si appresta a conferire alla cucina italiana il riconoscimento di patrimonio immateriale dell’umanità. La cosa particolare è che non vengono premiati i piatti – data l’enorme biodiversità della nostra gastronomia – ma il valore culturale della nostra cucina fatta di tradizioni e rapporto con il rurale e il naturale.
L’Unesco si appresta a conferire alla cucina italiana il riconoscimento di patrimonio immateriale dell’umanità. La cosa particolare è che non vengono premiati i piatti – data l’enorme biodiversità della nostra gastronomia – ma il valore culturale della nostra cucina fatta di tradizioni e rapporto con il rurale e il naturale. E forse non c’è piatto più diffuso, sia pure con infinite varianti, della pasta e legumi. Annibale Carracci a metà del 500 pitta il suo straordinario “Mangiatore di fagioli” che faceva da copertina al più diffuso ricettario familiare italiano e dunque ecco la nostra proposta di una pasta e fagioli assolutamente vegetariana.Ingredienti – 400 gr di fagioli già lessati (meglio i borlotti), 360 gr di ditalini di grano duro o altra pasta corta, due spicchi d’aglio, due foglie di alloro, due rametti di rosmarino, alcune foglie di salvia, un cucchiaino di peperoncino sott’olio, una costa di sedano, una carota, una cipolla, sei cucchiai di olio extravergine di oliva, sale qb. Volendo Parmigiano Reggiano o Grana Padano grattugiato q.b.Preparazione – Con sedano, carota e cipolla e acqua abbondante preparate un brodo vegetale mettendo tutto a bollire in un pentolino. In un tegame o comunque in un recipiente dai bordi alti mettete la base di olio extravergine, le aromatiche, gli spicchi di aglio e il peperoncino e fate andare per qualche minuto a fuoco dolce. Frullate un terzo dei fagioli e teneteli da parte, gli altri aggiungeteli alle erbe aromatiche nel tegame, fate prendere calore e sapore e aggiungete un po’ di sale. Ora aggiungete la pasta e allungate con il brodo: dovete procedere come per fare un risotto, lasciando però la pasta un po’ più liquida. Per portare la pasta a cottura ci vorranno circa 12 minuti, a due terzi di questo tempo eliminate le erbe aromatiche e gli spicchi di aglio e aggiungete i fagioli frullati. Andate a cottura e al momento di servire aggiustate ancora di sale e con un giro di olio extravergine a crudo. Se volete guarnite col formaggio grattugiato.Come far divertire i bambini – Date a loro il compito di girare di quando in quando la pasta aggiungendo un po’ di brodo.Abbinamento – Noi abbiamo optato per un Chianti Classico gran selezione, vanno benissimo un rosso di Montepulciano o di Montalcino oppure una Barbera piemontese
A 80 anni dall’Olocausto, Gerusalemme ha un ruolo chiave nella modernizzazione della Bundeswehr. «Ne siamo orgogliosi», dicono i funzionari di Bibi al «Telegraph». Stanziati da Merz quasi 3 miliardi.
Se buona parte della modernizzazione della Bundeswehr, le forze armate federali, è ancorata all’industria tedesca, Israele sta svolgendo un ruolo chiave nella fornitura di tecnologia di difesa. «La Germania dipende enormemente dalla tecnologia israeliana, in particolare nei settori della tecnologia dei droni, della ricognizione e della difesa aerea», riferisce Roderich Kiesewetter, membro della Cdu come il cancelliere Friedrich Merz e capo della delegazione tedesca presso l’Assemblea parlamentare euromediterranea (Apem). Il parlamentare ha aggiunto che il suo Paese «beneficia inoltre notevolmente della cooperazione in materia di intelligence, che ha già impedito molti attacchi terroristici in Germania». Al Telegraph, alti funzionari della difesa israeliani hanno dichiarato di svolgere un ruolo chiave nella nuova politica di riarmo tedesca e di esserne «orgogliosi».
Kaja Kallas (Ansa)
Nella Commissione Ue si deplora il livello «rivoltante» di corruzione in Ucraina. Lo scandalo mazzette rafforza la posizione di Orbán e il veto belga sull’uso degli asset russi. Kallas invece rimane coi paraocchi.
In Europa faticano ad ammetterlo e c’è pure chi - tipo Kaja Kallas, che smania per farci indossare gli elmetti - tiene su i paraocchi. Ma la verità è che lo scandalo delle mazzette in Ucraina ha rotto qualcosa nell’idillio tra Kiev e Bruxelles. Con l’opinione pubblica già stressata dall’ossessiva evocazione di un grande conflitto contro la Russia, messa di fronte alla prospettiva di un riarmo a tappe forzate, anche al prezzo della macelleria sociale, diventa complicato giustificare altre liberali elargizioni a Volodymyr Zelensky, con la storiella degli eroi che si battono anche per i nostri valori.
Volodymyr Zelensky (Ansa)
S’incrina il favore di cancellerie e media. Che fingevano che il presidente fosse un santo.
Per troppo tempo ci siamo illusi che la retorica bastasse: Putin era il cattivo della storia e quindi il dibattito si chiudeva già sul nascere, prima che a qualcuno saltasse in testa di ricordare che le intenzioni del cattivo di rifare la Grande Russia erano note e noi, quel cattivo, lo avevamo trasformato nel player energetico pressoché unico. Insomma la politica internazionale è un pochino meno lineare delle linee dritte che tiriamo con il righello della morale.






