2021-02-04
Dalla Willys alla Wrangler. La Jeep torna con l'Esercito Italiano
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La Wrangler J8 e la Willys in servizio con il Reparto Celere (Aads/Getty Images)
Dalle Jeep abbandonate dagli americani nel dopoguerra alla Campagnola, alla Land Rover alla Wrangler. L' evoluzione delle "AR", le vetture fuoristrada da ricognizione utilizzate dall'Esercito Italiano che chiude un cerchio lungo 75 anni. L' Esercito Italiano ha da poco annunciato l'imminente arrivo di nuovi veicoli da ricognizione basati sul modello Jeep Wrangler e allestiti a Gibilterra dalla società specializzata Aads. Dai relitti di guerra alla Wrangler J8: evoluzione delle auto da ricognizione dell'Esercito ItalianoNel 1945 le Jeep Willys MB che gli Americani avevano lasciato alla fine della guerra andarono a equipaggiare i reparti militari italiani ormai deprivati di mezzi dopo la distruzione bellica. Per gestire l'assegnazione ai reparti nonché la vendita ai privati dei residuati sia americani che tedeschi fu costituita l' A.R.A.R., l'Azienda Rilevamento e Alienazione Residuati, presieduta dal Prof. Ernesto Rossi, economista e già membro del Partito d'azione. L'obiettivo immediato dell'ente era quello di garantire un flusso di denaro nelle casse pubbliche che versavano nel 1946 in condizioni drammatiche e gli Alleati concessero l'uso dei materiali abbandonati sul territorio italiano a condizioni estremamente vantaggiose. Nei numerosi campi A.R.A.R sorti in tutta la penisola giacevano migliaia di mezzi militari in ogni stato, che le autorità faticarono a sorvegliare perché gli Americani non concessero l'aumento dell'organico dell'Arma dei Carabinieri. Il mezzo di ricognizione prescelto per le Forze dell'Ordine era la Jeep Willys, la vettura fuoristrada "General Purpose" delle truppe Usa. Nata nel 1941, anno di ingresso degli Usa in guerra, fu capostipite di tante fuoristrada che la seguirono sia per l'uso militare che quello civile. Aveva un motore di 2.193 cc a benzina che sviluppava 60 Cv. La trazione era posteriore, con la possibilità di inserire manualmente la trazione integrale. Il cambio era a tre marce più ridotte. Le dimensioni erano contenute in 3,30 metri e la velocità massima era di 95 km/h. Pur essendo provate dai chilometri percorsi nel fango delle strade della campagna d'Italia, si trattava della prima vera vettura da Ricognizione a disposizione degli italiani. Durante la guerra infatti le uniche vetture italiane utilizzate dal Regio Esercito erano derivazioni di quelle civili, come la Fiat 508 Coloniale (una Balilla rinforzata ma a due sole ruote motrici) e le Fiat 1100 anteguerra. Particolare uso della Jeep Willys lo fecero i Carabinieri e reparti Celere della Polizia (allora militarizzata e parte integrante dell'Esercito Italiano) dopo essere state ricondizionate e dipinte di color amaranto. Furono protagoniste degli interventi dei primi difficilissimi anni del dopoguerra prima di essere sostituite all'inizio del decennio successivo da fuoristrada di costruzione nazionale, quando le fuoristrada ereditate dagli Americani giunsero alla fine della loro intensa vita operativa. . Alla fine degli anni '40 uscì il bando del Ministero della Difesa per la realizzazione di una vettura da ricognizione che sostituisse i residuati bellici, al quale risposero la Fiat e l'Alfa Romeo, che presentarono i due fuoristrada Fiat "Campagnola" (chiamata in codice militare AR51) e Alfa Romeo "Matta". Le due case italiane si confrontano nella corsa ad aggiudicarsi l'appalto per le Forze Armate. L'Alfa è più raffinata, ed è anche quella che assomiglia di più alla sorella americana. Ha sul propulsore della lussuosa Alfa 1.900 bilatero , con 65 Cv di potenza massima e cambio a 4 marce con ridotte. La trazione era posteriore con integrale inseribile, e poteva superare pendenze del 120% (50°) giungendo alla velocità di punta di 105 Km/h. Il principale problema che l'Alfa Romeo non riuscì a risolvere erano gli elevati costi di produzione, per cui la commessa fu vinta dalla Fiat. Furono costruiti poco più di 2.000 esemplari, che andarono alle Forze dell'Ordine sino alla fine della breve produzione nel 1955. La Fiat Campagnola diventerà l'auto da ricognizione delle Forze Armate Italiane e tale rimarrà per mezzo secolo. La AR/51, prima serie del fuoristrada torinese, costava molto meno della jeep del biscione. Come la rivale, montava un motore 1.900 cc a benzina, ma la potenza era molto inferiore (48 Cv) e la pendenza superabile arrivava al 90%. Inoltre la Campagnola non aveva la possibilità di viaggiare a 4 ruote motrici, che erano inservibili soltanto con l'uso delle ridotte. Nel 1955 la Fiat introdusse il primo aggiornamento potenziando il motore fino a 63 Cv e introdusse una versione diesel anche per le versioni civili. Nel 1959 furono introdotte ulteriori modifiche tecniche. La vita operativa terminò nel 1973 dopo 40.000 esemplari costruiti, con l'introduzione della seconda generazione della fuoristrada, denominata dai militari AR/76. La linea era completamente differente dalla precedente, con le forme squadrate tipiche del decennio e molte innovazioni come le sospensioni McPherson e il doppio differenziale autobloccante. Il motore era il 1.800 cc della Fiat 132 portato a 1900 cc per una potenza di 80 Cv e velocità di 120 Km/h. La Nuova Campagnola poteva superare pendenze sino a 45°. Fu prodotta fino al 1986 in oltre 35.000 esemplari tra militari e civili. Alla fine degli anni Ottanta l'Esercito era nuovamente alla ricerca di un veicolo da ricognizione che sostituisse le AR/76 ormai logore e superate. Per la prima volta la Fiat non si presentò alla chiamata in quanto aveva al momento abbandonato il settore dei fuoristrada. Si presentarono alcuni marchi giapponesi e il gruppo Rover con il modello Defender, che i Carabinieri avevano già in parte autonomamente adottato. La gara vinta dagli Inglesi determinò la nuova generazione dei veicoli da ricognizione italiani, ancora oggi in servizio, la AR/90. Si tratta di un Land Rover Defender passo corto equipaggiata da un motore turbodiesel da 2,5 litri per 122 Cv di potenza, utilizzata da tutti i Corpi militari italiani. Le esigenze degli scenari esterni, caratterizzati dal pericolo degli Ied (ordigni esplosivi improvvisati) ha limitato l'uso delle AR/90 alle aree meno considerate a rischi, venendo largamente utilizzata come autopattuglia in territorio nazionale nell'ambito dell'Operazione "Strade Sicure".Nel gennaio del 2021 l' Esercito Italiano ha annunciato il ritorno della Jeep come progressivo sostituto delle Land Rover come veicolo da ricognizione. Il modello scelto è la Jeep Wrangler, che nel frontale ricorda molto le Willys degli yankee che risalirono la penisola tra il 1943 e il 1945. Il fuoristrada del gruppo Stellantis/Fca supera di gran lunga per prestazioni tutte le precedenti vetture da ricognizione. Rinominata in codice J8, e allestita a Gibilterra dalla Aads la Wrangler Command Vehicle è spinta da un 2,2 litri turbodiesel common rail per una velocità su strada di 177 Km/h ed equipaggiata dal cambio automatico a 8 rapporti.