2025-08-10
Netanyahu isolato, anche l’Italia boccia l’assalto finale a Gaza: «Si rischia la catastrofe»
Benjamin Netanyahu (Ansa)
Firmata una dichiarazione con altri Paesi per respingere l’occupazione di Israele. Si accoda la Russia: «Situazione già drammatica». C’è una possibile regia Usa.La rabbia delle famiglie degli ostaggi. Stati Uniti, Egitto e Qatar provano a mediare.Lo speciale contiene due articoli.«Da quello che ho visto in tv, i bambini lì sembrano avere molta fame. Voglio che la gente abbia da mangiare, in questo momento per me questa è la priorità numero uno»: così parlò Donald Trump in riferimento alla situazione a Gaza, lo scorso 28 luglio, aggiungendo di non essere «particolarmente d’accordo» con quanto affermato invece da Benjamin Netanyahu, che aveva negato la fame e la carestia. Da quel momento la situazione internazionale intorno al premier israeliano è radicalmente cambiata, al di là delle indiscrezioni su una telefonata furibonda tra i due, e l’altro ieri è arrivata la stoccata di JD Vance, che ha ammesso «un certo disaccordo» su come raggiungere «obiettivi comuni» di Usa e Israele. Ieri, poi, un’altra notizia estremamente significativa: i ministri degli Esteri di Italia, Australia, Germania, Nuova Zelanda e Regno Unito, ai quali si sono aggiunti dopo poche ore quelli di Francia, Canada, Austria e Norvegia, hanno firmato una dichiarazione congiunta contro il piano di Netanyahu di lanciare un’altra operazione militare con l’obiettivo dell’occupazione militare totale della Striscia ormai stremata dalla fame e dai bombardamenti: «I ministri degli Esteri», si legge nella nota, «respingono con forza la decisione del gabinetto di sicurezza israeliano dell’8 agosto di lanciare un’ulteriore operazione militare su larga scala a Gaza. Ciò aggraverà la catastrofica situazione umanitaria, metterà in pericolo la vita degli ostaggi e aumenterà il rischio di un esodo di massa dei civili. I piani annunciati dal governo israeliano rischiano di violare il diritto internazionale umanitario». Prosegue la nota: «Qualsiasi tentativo di annessione o espansione degli insediamenti viola il diritto internazionale. Esortiamo le parti e la comunità internazionale a compiere ogni sforzo per porre finalmente termine a questo terribile conflitto ora, attraverso un cessate il fuoco immediato e permanente che consenta la fornitura di un’assistenza umanitaria massiccia, immediata e senza ostacoli, poiché a Gaza si sta verificando lo scenario peggiore, quello di una carestia. Hamas deve rilasciare tutti gli ostaggi senza ulteriori ritardi o precondizioni e deve garantire che questi vengano trattati in modo umano e non siano soggetti a crudeltà e umiliazioni. La situazione umanitaria a Gaza rimane catastrofica. Chiediamo al governo israeliano di trovare con urgenza soluzioni per modificare il suo recente sistema di registrazione delle organizzazioni umanitarie internazionali, al fine di garantire che questi attori fondamentali per l’aiuto possano continuare il loro lavoro essenziale, per raggiungere i civili bisognosi a Gaza. La loro esclusione sarebbe un segnale grave. Siamo uniti nel nostro impegno a favore dell’attuazione di una soluzione a due Stati negoziata, quale unico modo per garantire che israeliani e palestinesi possano vivere fianco a fianco in pace». Anche Mosca ha criticato duramente il piano di Netanyahu, con parole mai così forti: «L’attuazione di decisioni e piani così spregevoli e riprovevoli», si legge sul sito web del ministero degli Esteri russo, «rischia di esacerbare la situazione già estremamente drammatica nell’enclave palestinese, che mostra tutti i sintomi di una catastrofe umanitaria». Quindi le condanne da altre decine di Paesi, arabi e non solo. L’Italia, sempre ieri, ha paracadutato aiuti umanitari a Gaza. Ma come si spiega questa accelerazione? A quanto apprende la Verità, l’ira di Trump per i comportamenti di Netanyahu avrebbe aperto la strada a tutti i governi meno ostili a Israele, Italia compresa. Giorgia Meloni, del resto, pochi giorni fa, rispondendo a un cittadino che l’ha contestata sulla questione filmando la conversazione, ha detto: «Io lavoro ogni giorno sul genocidio palestinese». La Meloni ha ripetuto proprio quel termine, «genocidio», che difficilmente un premier in carica pronuncia a caso. La responsabilità di governo impone atteggiamenti equilibrati, ma non indifferenti a quello che sta accadendo. Anche i sindacati hanno scritto alla Meloni chiedendole di impegnarsi per il cessate il fuoco e per garantire aiuti umanitari. Chiedono infine il riconoscimento dello Stato di Palestina da parte dell’Italia per promuovere i negoziati nel rispetto del diritto internazionale.Negli ambienti internazionali la posizione di Netanyahu viene giudicata ormai indebolita. Come noto, tra gli altri il capo di stato maggiore dell’Idf, Eyal Zamir, ha espresso la sua contrarietà alla occupazione. Stando alle ultime indiscrezioni, oggi la Lega araba dovrebbe tenere una sessione straordinaria per discutere le modalità per contrastare «gli abusi israeliani, impedirne il proseguimento e chiamare i responsabili a risponderne dinanzi ai tribunali internazionali», le parole del rappresentante palestinese Muhannad al-Aklouk. E i familiari degli ostaggi ancora trattenuti da Hamas hanno lanciato un appello a «bloccare l’economia israeliana». La sensazione è che Netanyahu abbia davvero tirato troppo la corda. Le prossime ore potrebbero riservare sviluppi imprevedibili.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/italia-boccia-assalto-finale-gaza-2673872618.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="bibi-vuole-loperazione-per-non-essere-mai-piu-minacciati" data-post-id="2673872618" data-published-at="1754826423" data-use-pagination="False"> Bibi vuole l’operazione: «Per non essere mai più minacciati» Benjamin Netanyahu ha precisato che il piano approvato dal governo mira a espellere Hamas da Gaza, escludendo qualsiasi intenzione di un’occupazione israeliana della Striscia. «Non occuperemo Gaza, la libereremo da Hamas» ha scritto Netanyahu in un post in inglese pubblicato sul suo profilo X.Il premier ha poi aggiunto che «Gaza sarà smilitarizzata e verrà istituita un’amministrazione civile pacifica, che non sarà l’Autorità nazionale palestinese, né Hamas, né alcuna altra organizzazione terroristica». Secondo Netanyahu, sotto tiro delle opposizioni di alcuni membri del suo governo e delle famiglie degli ostaggi, «questa strategia contribuirà alla liberazione dei nostri ostaggi e garantirà che Gaza non rappresenti una minaccia per Israele in futuro». Nel corso di una riunione con i comandanti di divisione e gli ufficiali di grado più elevato del Comando meridionale, il capo di stato maggiore delle Forze di difesa israeliane (Idf), il generale Eyal Zamir, che ha messo in guardia il governo contro un’ulteriore estensione delle operazioni, ha dichiarato che le Idf «continueranno a operare secondo la responsabilità nazionale affidata all’esercito e ai suoi comandanti, attuando nel miglior modo possibile» la decisione di Israele di prendere il controllo di Gaza City. Zamir ha affermato che l’esercito è responsabile «della prontezza operativa, della sicurezza dello Stato e dei suoi cittadini, della liberazione degli ostaggi e della sconfitta di Hamas» e che queste missioni saranno portate avanti con determinazione.Il generale ha spiegato che le Idf stanno «sviluppando un nuovo piano», approfondendo la pianificazione e preparandosi «al più alto livello in ogni aspetto» per portare a termine la missione nel miglior modo possibile. Ha sottolineato che, mentre il conflitto prosegue, l’esercito agirà «per proteggere la vita degli ostaggi, consentire alle forze di riorganizzarsi e rafforzare la resistenza», operando secondo «i principi e lo spirito delle Idf». Le dichiarazioni sono giunte mentre le truppe israeliane a Gaza proseguivano nella demolizione di infrastrutture terroristiche e nell’eliminazione di combattenti armati. Parallelamente, sei Paesi europei e arabi stavano effettuando lanci di aiuti umanitari nella Striscia, nell’ambito della politica di assistenza recentemente introdotta da Israele. Quando inizierà l’operazione militare? Non ci sono date e non è nemmeno certo che avverrà perché nelle ultime ore l’attività diplomatica è a dir poco febbrile. In tal senso secondo quanto riportato dal sito Axios, l’inviato speciale statunitense Steve Witkoff ha incontrato ieri a Ibiza (Spagna), il primo ministro del Qatar, Abdulrahman al Thani, per discutere la fine del conflitto a Gaza e il rilascio dei 50 ostaggi ancora in mano a Hamas. Parallelamente, il portale Ynet ha citato fonti vicine a Hamas secondo cui Stati Uniti, Qatar ed Egitto sarebbero impegnati in negoziati serrati con Israele per impedirgli di assumere il controllo dell’intera Striscia di Gaza. Ciò dopo la decisione del governo, presa nella notte tra giovedì e venerdì, di puntare alla conquista di Gaza City e dopo che il primo ministro Benjamin Netanyahu ha dichiarato che Israele intende esercitare un controllo temporaneo su tutta l’enclave. Le stesse fonti hanno riferito che la proposta di cessate il fuoco attualmente in discussione prevede «la fine delle ostilità, il ritiro totale delle forze israeliane, la smilitarizzazione delle fazioni armate palestinesi, l’esilio dei leader militari di Hamas e la creazione di una nuova autorità civile per l’amministrazione di Gaza».Hanno inoltre avvertito che «Hamas è pronta a riprendere i combattimenti» qualora l’offerta venisse respinta. In tal senso un membro del governo israeliano, citato da un portale di informazione, ha riferito che il ministro per gli Affari strategici, Ron Dermer, avrebbe comunicato giovedì all’esecutivo che Washington sta elaborando una proposta di «fase finale» per porre termine al conflitto. Tra qualche giorno sapremo se questa guerra si può fermare.
Donald Trump (Getty Images)
(Totaleu)
Lo ha detto l'eurodeputato di Fratelli d'Italia Pietro Fiocchi, a margine dell'evento al Parlamento europeo «Cacciatori e pescatori contro il divieto di piombo in Europa: i pericoli dietro l'ideologia».
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J.K. Rowling e Beatrice Venezi (Ansa)