2025-11-25
Avs butta a mare la dottrina green quando si tratta di stare con i giudici
Elisabetta Piccolotti (Ansa)
Sulla «famiglia nel bosco» non ci risparmiano neppure la sagra dell’ipocrisia. La deputata di Avs Elisabetta Piccolotti, coniugata Fratoianni, e l’ex presidente delle Camere penali e oggi a capo del comitato per il Sì al referendum sulla giustizia, avvocato Giandomenico Caiazza, aprendo bocca, non richiesti, sulla dolorosissima vicenda di Nathan Trevallion, di sua moglie Catherine Birmingahn e dei loro tre figli che il Tribunale dei minori dell’Aquila ha loro tolto dicono: «Non mi piace la superficialità con cui si parla dei bambini del bosco», lei; e: «In un caso come questo dovremmo metterci al riparo da speculazioni politiche e guerre ideologiche preventive», lui.
Sulla «famiglia nel bosco» non ci risparmiano neppure la sagra dell’ipocrisia. La deputata di Avs Elisabetta Piccolotti, coniugata Fratoianni, e l’ex presidente delle Camere penali e oggi a capo del comitato per il Sì al referendum sulla giustizia, avvocato Giandomenico Caiazza, aprendo bocca, non richiesti, sulla dolorosissima vicenda di Nathan Trevallion, di sua moglie Catherine Birmingahn e dei loro tre figli che il Tribunale dei minori dell’Aquila ha loro tolto dicono: «Non mi piace la superficialità con cui si parla dei bambini del bosco», lei; e: «In un caso come questo dovremmo metterci al riparo da speculazioni politiche e guerre ideologiche preventive», lui. Ma poi si lanciano in un comizietto, quasi un’opera da tre soldi per dirla con Bertold Brecht che usò questa pièce per una feroce critica anticapitalistica.In questo caso tre soldi è il valore di queste dichiarazioni che sono usate in senso conservatore. La Piccolotti - ha un figlio adolescente - afferma: «Sono convinta che la soluzione non sia portare via i figli ai genitori, però mi spaventa che quasi nessuno si chieda quali conseguenze avrà, su quei bambini, una vita senza socialità, senza confronto, senza strumenti». Ecco la contraddizione: «Mi spaventa ancora di più sapere che gli stessi emuli di Matteo Salvini che oggi urlano al “diritto dei genitori” saranno i primi, domani, a chiamarli selvaggi, disadattati, anormali. A Salvini interessa altro: interessa indebolire la scuola pubblica così da giustificare i 770 milioni per le scuole paritarie. A Salvini interessa rafforzare l’idea che i genitori possano decidere tutto: negare l’educazione sessuale, diffidare della scienza, trasmettere fondamentalismi o demonizzare la tecnologia. Per Salvini è tutto legittimo in nome della libertà educativa, i diritti dei bambini non pervenuti. E poi è l’occasione per demonizzare i giudici in vista del referendum sulla giustizia». La compagna Piccolotti però nega sé stessa. Non percepisce nella scelta di Nathan e Catherine una radicale critica al consumismo. La Piccolotti che girava con la Tesla non plaude a questa famiglia totalmente green. Spesso Avs è chiacchiere e distintivo: ce l’ha con gli extraprofitti delle Big tech, ma difende l’uso ossessivo dei social (Piccolotti conciona su Instagram), si preoccupa dei figli, ma la Piccolotti difende l’utero in affitto e nel suo corredo ideologico ha il saggio di Friedrich Engels L’origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato in cui si postula la dissoluzione della famiglia per imporre lo Stato dominato dalla classe operaia. Fa più specie la posizione di Caiazza che dovrebbe chiedersi se non siano violati i diritti alla libertà e alla difesa della famiglia anglo-australiana coi bimbi che implorano: «Fateci tornare a casa». E invece l’avvocatissimo dice: «Trovo insopportabile l’attacco immediato, quasi automatico, al giudice. Per quale motivo dovremmo immaginare che un giudice abbia gusto o interesse a sottrarre dei figli ai genitori? Una cosa è polemizzare con i pm, che sono una parte, altra cosa è colpire un giudice. Per l’attività del giudice io nutro un rispetto laico e profondissimo». Va bene cercare consensi per il referendum, ma che l’avvocato non consideri la parte debole pare un po’ anomalo. Qualcosa peraltro della dottoressa Cecilia Angrisano, presidente del Tribunale dei minori dell’Aquila che ha disposto l’allontanamento coatto dei bambini, si sa. È relatrice su temi cari alla comunità Lgbt e da gip-gup del Tribunale di Tivoli finì, poi assolta, sotto procedimento del Csm, il 18 gennaio 2013, difesa da Piercamillo Davigo per un eccesso di arretrato. Sarebbe da chiedere a Caizza: la sacralità del giudice vale anche per chi ha consentito a una madre di Trieste che aveva già tentato uccidere il figlio di 9 anni di incontrarlo per accoltellarlo? O per chi non ha ascoltato le denunce del padre per fermare la donna che ha soffocato il figlio di 8 anni a Calimera? È cronaca degli ultimi 15 giorni; forse Caiazza dovrebbe dirci se sono Tribunali per o contro i minori.
Concita De Gregorio (Ansa)
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