2025-08-08
Altro filone dell’inchiesta su Ricci. La Gdf indaga sulla cena elettorale
Matteo Ricci (Imagoeconomica)
L’imprenditore che fornì il catering per la tavolata con 1.500 persone ha confermato alla Finanza i nostri scoop: «Lo staff dell’ex sindaco ci ha proposto di saldare parte dell’evento attraverso una fondazione del Comune». La posizione di Matteo Ricci, candidato governatore delle Marche e indagato per corruzione, si complica sempre di più. Non bastava la crisi di coscienza del suo vecchio factotum, Massimiliano Santini, il quale, assistito dal nuovo avvocato Gioacchino Genchi, ha annunciato, come anticipato alla Verità, di volere vuotare il sacco con i magistrati. No, la Procura ha aperto un nuovo, scivolosissimo filone d’indagine sui presunti trucchi contabili dietro alle cene elettorali del politico, maneggi rivelati, anche questi, dal nostro giornale.Ieri mattina, alle 8.45, il testimone chiave, Marco Balducci, cinquantenne originario del Vercellese, ha parcheggiato la sua Bmw coupé scura davanti alla caserma del comando provinciale della Guardia di finanza. In giro non c’era nessuno. L’uomo, alto e distinto, è sceso dall’auto e si è diretto alla porta carraia. Pizzetto brizzolato in ordine, camicia azzurra, tatuaggio sull’avambraccio, è entrato per ripetere agli investigatori quanto già dichiarato a questo giornale. Balducci, lo ricordiamo, è titolare e amministratore della Giustogusto, il servizio di catering che si è occupato di dare da mangiare a circa 1.500 persone durante la «cena popolare» organizzata il 12 aprile 2024 per finanziare la campagna elettorale per le europee di Ricci.Le tavolate vennero allestite negli spazi della ex Fiera di Campanara e chiusero il tour di presentazioni del libro di Ricci Pane e politica (PaperFirst, 2023), che si era snodato in 70 tappe nel Centro Italia. il racconto Balducci è stato sentito per più di due ore e ha lasciato la caserma alle 11.05. Negli uffici della Gdf, al cospetto di due finanzieri, ha riempito quattro o cinque pagine di verbale. I militari hanno chiesto al testimone conferma delle dichiarazioni rese alla Verità e lo hanno fatto con i nostri articoli del 25 e del 26 luglio in bella vista sulla scrivania. Il titolo della prima puntata lasciava poco spazio alla fantasia e riportava una delle accuse più gravi dell’imprenditore: «“Ci chiedevano di pagare in nero”. Tutta la verità sulle cene di Ricci». Il giorno successivo avevamo riportato le minacce che Balducci avrebbe subito da importanti clienti: «Ho svelato il sistema di Ricci: mi vogliono togliere gli appalti».Il ristoratore ha confermato riga per riga il contenuto dei due scoop realizzati con il suo contributo, anche se qualcuno glielo aveva sconsigliato. «Ma io non sono quaquaraquà», ha ribadito l’ex paracadutista.Per raccogliere ulteriori dettagli, le Fiamme gialle convocheranno nelle prossime ore anche la contabile dell’azienda, colei che avrebbe tenuto i rapporti con il direttore generale della Pescheria centro arti visive, la fondazione pesarese controllata dal Comune che avrebbe dovuto contribuire «in natura» al pagamento del catering, garantendo ulteriori incarichi alla ditta fornitrice. Balducci ha raccontato sia a noi sia agli investigatori la serrata trattativa con i Ricci boys.Un giornalista dello staff dell’europarlamentare dem, per far scendere il prezzo della cena, avrebbe proposto alla Giustogusto un compenso in nero. Ma l’imprenditore avrebbe confermato agli investigatori di aver ritenuto irricevibile l’offerta. Alla fine il preventivo di 13 euro a coperto (piatti forti: lasagnetta con salsiccia e punta di vitello in salsa con erbette saltate) era stato ritoccato al ribasso e il prezzo finale era calato sino a circa 16.000 euro per poco meno di 1.500 partecipanti. Ma l’associazione Un gran bel po’, nata per sostenere l’attività politica di Ricci, in realtà, avrebbe saldato solo una parte dell’importo, ovvero 11.000 euro e alla Giustogusto non sarebbero stati rimborsati neppure i vini forniti da un’altra azienda. Nella mail con la proposta per il beverage si leggeva: «Prezzo altamente promozionale per evento Matteo Ricci». Ma lo staff dell’ex sindaco avrebbe fatto cancellare a penna tale frase: «Queste cose non si possono scrivere». Ma la vera proposta indecente è collegata all’escamotage che sarebbe stato ideato per consentire a Balducci di recuperare i 5.000 euro mancanti del conto. La somma doveva essere saldata, come detto, attraverso la Pescheria. Per questo la Giustogusto ha presentato istanza per diventare fornitore della fondazione.l’elenco Sul sito di quest’ultima, nella sezione delle commesse con importi inferiori ai 40.000 euro, la ditta di Balducci compare ancora (numero di protocollo 112/2024). Ma quando è stata presentata la candidatura e quando è stata accettata? Lo scorso 31 luglio Balducci, dopo aver fatto visionare la corrispondenza elettronica della ditta, ci aveva detto che la richiesta sarebbe partita il 7 maggio 2024 (quindi 25 giorni dopo la cena) e che, dopo l’inserimento nell’albo, la sua ditta avrebbe realizzato alcuni «piccoli eventi».L’ufficio amministrativo della fondazione, su espresso interessamento dell’ex presidente Daniele Vimini (non indagato e non coinvolto in questa vicenda), ci ha fatto sapere che la domanda di iscrizione all’albo dei fornitori della Giustogusto è datata 10 aprile e che è stata accolta lo stesso giorno. Successivamente l’azienda avrebbe realizzato «un servizio di catering in occasione della performance di Marina Abramovich con la stessa artista presente in data 18 giugno 2024 presso Villa Imperiale». Il catering sarebbe stato pagato 4.870 euro più Iva. Ai finanzieri, Balducci ha anche citato un rinfresco in occasione dell’inaugurazione della statua in bronzo di Luciano Pavarotti davanti al teatro Rossini (27 aprile 2024) e il servizio mensa garantito agli addetti ai lavori durante il Film festival del 14-22 giugno 2024.Dunque le versioni di Balducci e della Pescheria si discostano leggermente. In particolare per quanto riguarda la data di presentazione dell’istanza. Per Balducci questa potrebbe essere stata retrodatata dalla fondazione per risultare antecedente alla cena. Ma, a nostro giudizio, il quadro cambierebbe di poco. Infatti, anche una richiesta presentata due giorni prima dell’evento e in piena trattativa per abbassare il costo della «cena popolare» è compatibile con il racconto fornito a questo giornale e confermato agli investigatori dal testimone.il cerchio s’allarga? Per gli inquirenti le dichiarazioni dell’imprenditore sono fondamentali in quanto getterebbero una luce ancora più sinistra sul sistema degli affidi facili. Infatti, in questo caso, sarebbe stato utilizzato non per realizzare una kermesse o un’opera nell’interesse della cittadinanza, ma per finanziare con soldi pubblici una cena elettorale privata di un politico, organizzata, tra l’altro, per raccogliere fondi. Gli investigatori avrebbero evidenziato questa sostanziale differenza anche con il teste. Ci troveremmo, quindi, di fronte a quello che per gli inquirenti potrebbe rappresentare un salto di qualità nella presunta gestione illecita dei fondi pubblici.Nel giochetto messo in piedi per recuperare i 5.000 euro mancanti sarebbe stato coinvolto anche il direttore generale della Pescheria centro arti visive, Silvano Straccini: «I soldi rimanenti ce li doveva dare lui e non ce li ha mai dati», ci avevano spiegato dall’azienda, «Ci hanno detto di andare da Straccini». Il dirigente ha smentito tutto e ha minacciato querele. Ma, adesso, probabilmente, sarà convocato dai pm. La contabile della Giustogusto aveva rivelato: «Loro dicevano: “Questo è l’evento, però, non te lo pago tutto io”. Nel nostro caso una parte della cena sarebbe stata pagata dalla Pescheria». E il dg avrebbe garantito: «Al prossimo catering vi faccio rientrare». Balducci aveva tradotto la frase in questo modo: «Dovevamo fare altri catering per avere i soldi della cena». Un’accusa confermata per filo e per segno davanti agli uomini della Guardia di finanza.Adesso bisognerà capire se le indagini si allargheranno anche alle altre numerose cene organizzate da Ricci. L’ultima delle quali è stata quella del 25 luglio a Pesaro. Il catering è stato affidato al gruppo tedesco Dussmann, che produce e confeziona i pasti per le scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di Pesaro.L’azienda, nei giorni scorsi, aveva precisato il proprio ruolo: «La nostra non è una sponsorizzazione dell’evento per Ricci, ma un contratto di fornitura acquisito tramite formale offerta siglata». Non è escluso che gli investigatori acquisiscano anche tale documentazione.
Brunello Cucinelli (Ansa)
Emmanuel Macron e Friedrich Merz (Ansa)