Tagliate le previsioni sulla crescita del Pil. L’Ibex 35 nel 2021 è salito del 7%, contro il 24 della media in Europa. Pesa la stangata del governo sul settore energetico. Ma gli istituti di credito, grazie alle fusioni, alzano la testa.
Tagliate le previsioni sulla crescita del Pil. L’Ibex 35 nel 2021 è salito del 7%, contro il 24 della media in Europa. Pesa la stangata del governo sul settore energetico. Ma gli istituti di credito, grazie alle fusioni, alzano la testa.Per la Spagna, il 2021 doveva essere l’anno della riscossa dopo la durissima legnata nel 2020 (-10,8%). In realtà, l’effetto rimbalzo c’è stato, ma molto inferiore al previsto. Nelle scorse settimane il Banco de España, la Banca centrale, ha tagliato le previsioni sull’economia al 4,5% (a settembre le attese erano di oltre il +6,4% e si confrontano con l’Italia che ha chiuso il 2021 con un +6,3%) e nel 2022 arriverà, si spera, al 5,4%.Certo, la Spagna è la quarta economia europea con un prodotto interno lordo di 1.122 miliardi. Purtroppo, però, anche il 2021 non è stato all’altezza delle attese con l’Ibex 35, l’indice principale che raggruppa le principali 35 società come capitalizzazione, che è salito solo del +7,51% contro il +24,77% delle azioni europee (+ 26,37% quelle italiane). Il Paese, del resto, ha visto i consumi delle famiglie in lenta ripresa, un settore delle costruzioni ancora debole rispetto al passato e presenta un comparto turistico in difficoltà a causa del Covid-19. Proprio su quest’ultimo Madrid aveva puntato molto, tanto che si tratta di un comparto fortemente rappresentato anche nell’indice Ibex 35. Inoltre, ha pesato negativamente anche l’andamento a gambero nell’ultima parte dell’anno delle società di pubblica utilità (il cui peso è molto elevato nell’indice spagnolo e supera il 22%) dopo gli interventi del governo per attenuare l’impatto della crisi energetica in corso. Il primo ministro Pedro Sánchez ha deciso, infatti, di attingere ai profitti delle società energetiche, giudicati eccessivi e motivati dalla corsa dei prezzi, per procurarsi risorse da destinare al contenimento del caro bollette che ha colpito i cittadini e le imprese.«Il 2022, se la pandemia mollerà la presa, potrebbe vedere la Spagna riscattarsi», dice Salvatore Gaziano, direttore investimenti di Soldiexpert scf, «Un settore che comunque anche nel 2021 ha visto rialzare la testa (e le quotazioni) è quello bancario».D’altronde, le agenzie di rating nel corso del 2021 hanno alzato le prospettive per Santander e per la maggior parte delle banche spagnole (da Banco Santander a Bbva) perché hanno resistito bene alla crisi e hanno in cascina molti dividendi da distribuire o riacquisti di azioni in programma e il risiko bancario in Spagna è forte.In più, Santander ha acquistato Banco popular alcuni anni fa e, durante la pandemia, Caixabank e Bankia si sono fuse, mentre Bbva (Banco Bilbao Vizcaya Argentaria) e Banco Sabadell sono, fra i grandi istituti spagnoli, ancora in piedi da soli ma da tempo flirtano alla ricerca di un accordo di fusione.L’obiettivo comune delle banche spagnole è quindi quello di cercare di ridurre ulteriormente i propri costi anche attraverso massicci tagli di posti di lavoro nel mercato interno e lo sviluppo della tecnologia Fintech, settore in cui alcuni istituti di credito spagnoli sono all’avanguardia in EuropaQualche settimana fa Bbva ha annunciato lo sbarco nel mondo retail in Italia con un modello completamente digitale dai costi bassissimi.
John Lennon e la cover del libro di Daniel Rachel (Getty Images)
Un saggio riscrive la storia della musica: Lennon si ritraeva come il Führer e Clapton amava il superconservatore Powell.
L’ultimo è stato Fedez: dichiarando di preferire Mario Adinolfi ad Alessandro Zan e scaricando il mondo progressista che ne aveva fatto un opinion leader laburista, il rapper milanese ha dimostrato per l’ennesima volta quanto sia avventata la fiducia politica riposta in un artista. Una considerazione che vale anche retrospettivamente. Certo, la narrazione sul rock come palestra delle lotte per i diritti è consolidata. Non di meno, nasconde zone d’ombra interessanti.
Gianrico Carofiglio (Ansa)
Magistrato, politico in quota Pd per un breve periodo e romanziere. Si fa predicatore del «potere della gentilezza» a colpi di karate. Dai banchi del liceo insieme con Michele Emiliano, l’ex pm barese si è intrufolato nella cricca degli intellò scopiazzando Sciascia.
(IStock)
Pure la Francia fustiga l’ostinazione green di Bruxelles: il ministro Barbut, al Consiglio europeo sull’ambiente, ha detto che il taglio delle emissioni in Ue «non porta nulla». In Uk sono alle prese con le ambulanze «alla spina»: costate un salasso, sono inefficienti.
Con la Cop 30 in partenza domani in Brasile, pare che alcuni Paesi europei si stiano svegliando dall’illusione green, realizzando che l’ambizioso taglio delle emissioni in Europa non avrà alcun impatto rilevante sullo stato di salute del pianeta visto che il resto del mondo continua a inquinare. Ciò emerge dalle oltre 24 ore di trattative a Bruxelles per accordarsi sui target dell’Ue per il clima, con alcune dichiarazioni che parlano chiaro.






