2024-08-27
Il sindaco «inclusivo» esclude Povia
Nel riquadro a sinistra, Giampietro Tolardo, sindaco di Nichelino (Torino); dietro, il cantautore italiano Giuseppe Povia
Il primo cittadino di Nichelino (Torino) vieta al cantante di esibirsi per le sue posizioni su aborto, vaccini e matrimoni gay. Ennesima censura dem che puzza di totalitarismo.C’è sempre un’immensa ambiguità quando un politico o un intellettuale usa l’espressione metaforica di «valori della democrazia». Perché questi «valori» non sono dogmi definiti da una infallibile autorità una volta per sempre e possono essere interpretati in vari modi, anche a proprio uso e consumo.L’ultimo caso in cui questa tensione è divenuta palpabile è la cacciata dell’artista non conformista Giuseppe Povia dalla festa patronale di Nichelino (Torino), prevista per il 20 settembre, e di cui lo stesso cantante ha dato notizia sui social.Secondo la ricostruzione di Leggo, «il sindaco di Nichelino Giampiero Tolardo» eletto coi voti del Pd e dei (testuale) «Comunisti Nichelino» ha deciso di «cancellare la partecipazione» già prevista e concordata «del cantante Povia» dalla «festa patronale di San Matteo», scatenando «una forte polemica».Tolardo ha dichiarato alla Stampa che «Povia doveva essere parte della giuria, non fare un concerto, e suonare tre canzoni». «Non è un problema di appartenenza politica», ha aggiunto il sindaco, quasi a mettere le mani avanti, ma di «posizioni che ha rispetto ai diritti civili». E tutti sappiamo quanto anche l’espressione «diritti civili» sia divenuta un randello, usato soprattutto dai progressisti e dai nichilisti, per malmenare chi ha una visione diversa della società.In ogni caso, Tolardo non si nasconde dietro un dito e afferma netto che «Povia più volte ha manifestato posizioni no vax, omofobe e contro l’aborto». Per il sindaco queste «posizioni» sarebbero «quanto di più lontano dai valori della democrazia che la nostra comunità incarna». Proprio perché di posizioni opposte alle sue - democratiche, arcobaleno e non censurabili - il sindaco ha chiesto e ottenuto di «rescindere immediatamente il contratto» con il cantante, già vincitore a Sanremo 2006.Da parte sua Povia, nel video girato in autogrill mentre si sta recando nel Messinese per delle serate canore, parla della triste esclusione, attuata dagli inclusivi, come del «concerto annullato numero 40». Stavolta avvenuta dopo un «contratto firmato», una «locandina con il logo del Comune» già predisposta, eccetera.Ma il cantante, dopo aver ricordato di aver tenuto nel 2024 «quasi un centinaio di concerti» in «Comuni di destra e di sinistra», afferma che non vuole «fare polemica», ma neppure «soffrire in silenzio». Anche perché l’annullamento del concerto è avvenuto, secondo lui, per mere «motivazioni ideologiche».C’è da chiedere al sindaco Tolardo, con pacatezza ma anche con fermezza: per esibirsi in Italia occorre avere le idee del Pd e della sinistra (ammesso che vi siano e siano chiare a tutti) in fatto di vaccini, di matrimonio, di sessualità e di aborto? In quale articolo della Costituzione della Repubblica, Tolardo trova il «diritto all’aborto» o le «nozze gay»? Ce lo dica, sia a noi che a Povia, che magari abbiamo letto alla svelta.Magari per completare l’auspicata opera della nostra rieducazione ai «diritti civili» e ai «valori della democrazia» ci dica se è tolleranza o intolleranza, apertura di mente o censura, il fatto di cacciare un cantante pop e popolare, molto seguito sui social, perché esprime idee - come ogni cittadino può fare secondo la legge - diverse dal «pensiero dominante».Si rende conto Tolardo che se l’aborto, azione piuttosto discutibile ma non più penalmente rilevante dal 1981 (e non ammessa dalla Carta del 1948), fosse un «valore della democrazia», allora milioni di cittadini cattolici (e di altra fede), seguendo papa Francesco - che lo ha definito «omicidio» - diverrebbero una minoranza illegale e da perseguire? E che quindi, paradossalmente, proprio in nome dei «valori della democrazia» si arriverebbe, come scrisse Giovanni Paolo II nel lontano 1995 a un «sostanziale totalitarismo» (Evangelium vitae, 20)?
L'Alto rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri Kaja Kallas (Ansa)
(Ansa)
Il Comando ha ringraziato i colleghi della Questura per il gesto e «la cortesia istituzionale dimostrata in questo tragico momento». A Gorizia invece un giovane di 20 anni ha reso omaggio ai caduti, deponendo un mazzo di fiori davanti all'ingresso della caserma. Il giovane ha spiegato di aver voluto compiere questo gesto per testimoniare gratitudine e rispetto. Negli ultimi giorni, rende noto il Comando isontino, sono giunti numerosi messaggi di cordoglio e attestazioni di affetto da parte di cittadini, associazioni e rappresentanti delle istituzioni.
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