2019-05-08
Il prossimo fronte sono le nomine di Agcom e Garante della privacy
I vertici scadono a giugno. I grillini vogliono l'autorità delle comunicazioni anche in un'ottica anti Forza Italia: pesa di più.A giugno scadono i vertici del Garante della privacy e dell'Agcom. Gli attuali presidenti, Antonello Soro e Angelo Marcello Cardani, sono stati nominati ai tempi di Mario Monti, un'era politica fa. Del resto sistemata l'Antitrust con la nomina di Roberto Rustichelli alla presidenza sono rimaste solo queste due poltrone importanti da rimpiazzare dentro il perimetro delle authority. Non sarà facile. Perché siamo a cavallo delle elezioni europee e i due azionisti di maggioranza del governo gialloblù litigano ormai su qualsiasi argomento. Per di più queste due nomine non sono di governo ma passano attraverso accordi parlamentari. Già è stato pubblicato online l'avviso per la presentazione delle candidature e così il Parlamento ha dato il via in modo ufficiale alla procedura che in entrambe i casi vedrà il primo step già la settimana prossima con la presentazione delle liste. A Roma chi sta seguendo il dossier sostiene che i 5 stelle vorrebbero l'Autorità garante sulle comunicazioni, lasciando alla Lega la privacy. E per il ruolo di presidente Agcom hanno in mente il nome di Marco Bellezza, l'avvocato barese consulente di Luigi Di Maio al Mise e con un curriculum da advisor di Facebook. Insomma, una nomina difficile da gestire anche perché il peso delle due poltrone è differente. Quella Agcom è molto più ingombrante rispetto a quella della privacy. Lo sa bene Forza Italia, che con il leader Silvio Berlusconi ha sempre lottato fino all'ultimo per avere uomini attenti dentro le Comunicazioni. Non a caso nei giorni scorsi il quotidiano La Repubblica ha parlato delle mire degli azzurri che vorrebbero Vincenzo Zeno Zencovich, docente di diritto comparato all'università Roma Tre e dal curriculum solido. Zencovich godrebbe di una certa «trasversalità delle relazioni». In passato è stato legale dell'ex ministro Maria Elena Boschi nella querela con l'ex direttore del Corriere della Sera Ferruccio de Bortoli. Ma a suo sfavore agli occhi dei 5 stelle peserebbe appunto una certa vicinanza al mondo Mediaset. Fu lui come spiegò Paolo Gentiloni in un'interrogazione dell'ottobre 2003, uno degli architetti della legge Gasparri per la riforma della televisione. È evidente che bisognerà capire cosa vorrà fare la Lega, sempre più ai ferri corti con l'alleato di governo, i 5 stelle di Luigi Di Maio che puntano ad Agcom anche in un'ottica anti Forza Italia. Nei mesi scorsi per il garante Agcom era circolato il nome di Davide Caparini, attuale assessore al Bilancio della Regione Lombardia, sempre attento durante la sua carriera al mondo della comunicazione. L'ipotesi pare ormai accantonata, non sarebbe disponibile. Al suo posto potrebbe essere candidata Ginevra Feroni, ordinario di diritto costituzionale italiano all'università di Firenze. Ma le tensioni tra i gruppi parlamentari stanno rendendo la stesura delle liste molto complicata. Uguale se non più complesso l'iter che porterà al sostituto di Soro. Due giorni fa, con la pubblicazione online dell'avviso per la presentazione delle candidature, il Parlamento ha dato ufficialmente il via alla procedura per il rinnovo del collegio del Garante per la privacy: scade il prossimo 19 giugno. Il primo candidato a raccogliere la sfida è stato l'avvocato Luca Bolognini, presidente dell'Istituto italiano per la privacy. Per prendere il posto del garante uscente i 5 stelle vorrebbero sempre l'avvocato barese Marco Bellezza nel caso in cui la sua candidatura all'Agcom fallisse. Ma si è fatto anche il nome di Guido Alpa, «maestro» del premier Giuseppe Conte. Considerando che il caso Armando Siri ha lasciato ferite tra il premier e la Lega di Matteo Salvini, non è detto che il Carroccio accetti nomine così vicine ai grillini. È una guerra di lunghi coltelli. Perché nelle ultime ore, stando a un'indiscrezione del Foglio, sarebbe spuntato anche il nome di Massimo Melica, avvocato cassazionista esperto di diritto applicato alle nuove tecnologie della comunicazione. È considerato molto vicino alla Lega. «A lasciare perplessi», ha scritto il quotidiano diretto da Claudio Cerasa, «è innanzitutto la stretta vicinanza con il partito guidato da Matteo Salvini. Da marzo dello scorso anno, Melica è responsabile della comunicazione digitale della Lega in Emilia Romagna. Negli ultimi mesi ha partecipato più volte come relatore alle scuole di formazione organizzate dalla Lega, partito al quale sui propri profili social non nasconde il suo pieno sostegno, non solo condividendo continuamente le prese di posizione del leader Salvini, ma anche elogiando i risultati elettorali raggiunti». È chiaro, mancano pochi giorni ed è partito il tiro al piattello. D'altronde le nomine riguardano anche l'opposizione che avrà diritto per ogni board a due poltrone. Senza dimenticare che una volta nominati i vertici c'è già chi pensa ai segretari generali.
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